martedì 11 febbraio 2014

Il Blog e la sua funzione


A Paolo Borgia abbiamo chiesto la sua  opinione sull'intenzione di
rimodulare, di meglio centrare, le finalità del Blog. Di seguito
la sua riflessione.
di Paolo Borgia
Solo oggi, dopo più di un mese, mi sono levato dalle croste, incombenze che mi hanno tenuto prigioniero senza sostanziosi motivi mache bisogna purtroppo risolvere.
Poche righe, ma pesanti macigni, mi mandate. Poi indirizzate a me...(!?) Zu Nuddu.
Inizio dal secondo problema, perché è il massimo problema paradigmatico del nostro tempo. Porto la mia esperienza che è sindacale, universitaria, professionale, addestrativa e marginalmente pubblicistica.
Eravamo quattro gatti al sindacato SAUFI-CISL in ferrovia a Torino 50 anni fa, così il nostro segretario compartimentale (35 anni di età) o volere o volare si doveva fidare dei più giovani. Ti scaraventava nelle riunioni col Capo Compartimento e rappresentavi la tua categoria (materiale trazione) di 8000 persone: a 23 anni diventavi
improvvisamente dirigente sindacale e poi eri conosciuto e rispettato dai compagni di lavoro in un periodo in cui per quelle contrade incontravi personaggi "altri".
All'Università anche i Professori erano, dopo la legge per l'esodo degli excombattenti, oramai perlopiù giovani. Volevano cambiare il Mondo ma non sapevano come dirlo ai "rusconi" (gli operai) che li prendevano in giro per la loro ingenuità.
Al lavoro da subito in una qualunque media-grande organizzazione ti trovi a dover decidere e coordinare tuoi coetanei giovani. E quando sei meno giovane li devi pure addestrare, specializzare, "masterizzare" questi neoinseriti nel mondo produttivo.
Scrivere per far leggere gli altri, invece, è un lavoro raccolto ma non da eremita perché altrimenti non appresenteresti il Mondo o un suo pezzettino con il tuo testo. Eppure, anche se scrivere qualche volta ti inaridisce, è emozionante cercare di generare un consenso ed una fratellanza altrimenti impossibile in questa realtà delle solitudini e della sfiducia nell'altro. Che fatica, però!
Tutto è noia, tutto offende, tutto è stereotipo di "parte". Non volere essere incasellato, non voler somigliare: voler essere semplicemente uno, non è capito. Amare è da stupidi: non truffare, non rubare,non approfittarsene... ogni lassata è perduta.
Accettarsi, accettare se stessi e prodigarsi per uscire dalla propria scoperta mediocrità è pura follia: cu t'u fa fari?
Un'oasi, horaContessa Entellina in questo marasma esistenziale, collocata la centro della torrida valle del Belìce si distingue per il grande impegno civile in un territorio annaffiato di ingiustizia eprevaricazione, di rassegnata disperazione, dove ognuno indaga segretamente se forse non sia egli stesso il responsabile di tanta
meschinità. Sì, proprio quella del 'mischinu" Il Mondo ora non è più quello dell'immediato dopoguerra. Il Rivendicazionismo è rimasto solo una tragica farsa, La Scuola socializza ma non apre prospettive di occupazione. Se non te ne paghi una con denari sonanti magari all'estero o se non c'è già una bottega aperta in famiglia o se non hai da offrire meriti similvaginali il lavoro per te  non c'è.
Ecco una frase non mia con la quale voglio sintetizzare ciò di cui penso dobbiamo avere paura:
 " La società attuale in molte cose sta perdendo la sua compatibilità e, una delle manifestazioni, che sempre ne diventa la causa, è la distanza enormemente cresciuta tra i vertici intellettuali, lo strato della gente colta, e quelli non istruiti che diventano i moderni paria.  E' un grosso problema sociale, economico e certamente morale
che si proietta nella politica e comprensibilmente crea la minaccia di una massa manipolata che, dati i principi e i diritti democratici, potrebbe portare al potere chiunque, ossia anche un autocrate ambizioso, che brutalmente porrà fine alla democrazia e poggiandosi sulla ignoranza stabilirà una dittatura inaudita."

Chi ha detto questo è stato anche imprigionato, mandato al campo di lavoro prima della caduta del muro ma quello che dice è riferito al Mondo attuale.
Insomma, io penso che a Monreale e a Cefalù il Pantokrator è un trentenne, mentre a Piana è un vecchio sopra i sessanta anni.
Bisogna allora tentare una campagna acquisti di volenterosi ambiziosi collaboratori che vogliano farci conoscere il "loro" pensiero, perché ciò di cui c'è carenza oggi è soprattutto il libero pensiero, quello non prezzolato, quello non allineato e coperto, quello che in "una" cartella deve riassumere relazioni di trenta pagine per divulgare
tempestivamente il pensiero prodotto dalla cultura senza intermediazioni gazettare.
 Se può essere utile, anche queste poche righe puoi metterle nel blog ed iniziare una discussione aperta.

Se mi date qualche dettaglio, potrò essere più puntuale.
Ciao Paolo

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