giovedì 13 febbraio 2014

Hanno detto ... ...

LUCIA ANNUNZIATA, conduttrice televisiva, giornalista
Crisi politica:
Una crisi drammatica, una gestione ridicola
-Ridicolo è l'unico termine proprio per definire il clima di questo passaggio politico, sbracato nei modi, nello stile e nella sostanza. Una staffetta di governo, cioè un cambio al vertice del paese viene giocato fra due individui, che ne discutono faccia a faccia come se il loro posto fosse una questione personale, che ne discutono in sedi istituzionali come Palazzo Chigi ( uno ci va con la smart , segno di giovanilismo e semplicità da cui dovremmo farci affascinare come accade al presente (e futuro) ministro Franceschini che la fotografa?) per decidere tra loro come, quando , e se, passarsi di mano un potere per cui nessuno dei due è stato votato.
-Sullo sfondo la suprema assise di questa contesa fra i due, c'è la direzione di un partito, il Pd. Un solo partito che decide come e quale premier darsi? 
Abbiamo capito bene? Un partito, che esso stesso, ricordiamo bene, ha a malapena vinto le elezioni, come ammesso dai propri dirigenti. Un clima da ragazzi del muretto. 
Altro che Blair e Brown - si facciano sotto coloro che vogliono spiegarci le somiglianze tra i casi, e si ricordino del conto dei voti del Labour: Blair aveva vinto tre mandati mentre i voti su cui si regge il Pd attuale sarebbero invisibili senza premio di maggioranza.

CLAUDIO MARTELLI, politico della prima repubblica ed autore di un recente libro che sta riscuotendo un successo notevole: "Ricordati di vivere".
Quando ti resta l’ultimo tratto di cammino 
fallo bene, non pensare a cosa prendere, 
pensa a donare, pensa a cosa lasci.
 (Virginia Zullo)
 Ci parla di come giudica l’attuale orizzonte politico?
 E’ difficile dirlo perché quello che vedo è una grande distanza tra le promesse, gli impegni e le parole degli attuali dirigenti politici e i fatti reali, dimostrandone l’inadeguatezza.
 Non è solo il caso Berlusconi, chi più chi meno sono tutti responsabili di questo declino che oggi stiamo vivendo nei suoi effetti più drammatici. Non solo non c’è più crescita ma in molti casi non vi è più neanche la speranza e mi pare anche venuta meno l’energia vitale, come se si fosse rassegnati a questo spegnimento.
 Il declino non è un destino è una scelta.
Ci si può domandare: chi sceglie il declino? Risposta: tutti quelli che rinviano le riforme indispensabili, urgenti e, prima ancora, la presa di coscienza dello stato effettivo del Paese. Insisto su questo concetto, il declino non è un destino, è una scelta che abbiamo fatto rinviando ciò che si poteva fare oggi a domani o a dopodomani, e poi non facendolo mai.
Che pensa del mondo dei media oggi?
Cominciamo dai dati di fondo: si vendono pochi quotidiani, trent’ anni fa si vendevano sei milioni di copie di quotidiani oggi siamo sotto i due milioni. Anche questo è un segnale che il Paese si è “ignorantato”. I nostri giornali sono per un verso molto belli e per l’altro anche molto inutili nel senso che spesso hai dei pezzi di vera letteratura, senonché il quotidiano non è un organo letterario, il giornale deve informare, informare, informare. Raccontare i fatti in un’ ottica chiara. Invece molte, troppe notizie sono occultate e spesso l’occultamento non è dettato neanche da una scelta politica. Anche qui: tutto deriva dall’ignoranza, e, alla lunga, dal perdere la sensibilità e i sensori, dal non aver più gli occhi, le orecchie, l’ olfatto per scovare le notizie .
...
Da parte dei politici la soluzione è andare in un talk-show a dire: adesso daremo i soldi a quella categoria a quel gruppo o a quell’altro.
 Ciascuno compone una sua lista della spesa come se ci fossero soldi da spendere.
 Il punto è che non ci sono più soldi da spendere perché avendo il centotrentaquattro per cento di debito accumulato rispetto a ciò che produciamo, non possiamo più fare una lira di debito .
 Prima bisogna fermare l’emorragia e poi stabilire come distribuire meglio la spesa, chi ha diritto prioritario e dove ci sono le aree di maggiore sofferenza.
 Non c’è traccia di questo modo di discutere si è persa la razionalità e con la demagogia, l’ignoranza e superficialità si è persa anche la percezione del reale.
 Il tema della spesa non è secondario, ma è il cuore della materia.
 La Germania nel 2000 era nella stagnazione economica totale, era ferma, bloccata.
  Il nuovo cancelliere socialdemocratico Gerard Schroeder imposta un duro e sostanzioso programma di riforme che consiste nel rimettere la spesa pubblica sotto controllo e cambiare il mercato del lavoro per aprirlo ai giovani anche con mini job, i piccoli lavori .
 La Germania decise di ridurre la spesa pubblica del dieci per cento e chiese ed ottenne ai lavoratori dell’area pubblica due ore di lavoro in più  a settimana a parità di salario. Tutto questo fu fatto dai socialisti, non dai fascisti o dalla Merkel, Schoeder subì la scissione a sinistra del suo partito e perse le elezioni ma la Germania è ripartita tornando a essere la locomotiva d’Europa.
Renzi però ha proposto i tagli alla politica…
Giustissimo, sacrosanto ma bisogna farlo, non continuare a parlarne, i finanziamenti ai partiti sono stati dimezzati da Monti, un passo è stato fatto, ora hanno deciso di toglierli del tutto, peccato che ci impiegheranno quattro anni.
 Poi bisogna ridurre il numero dei parlamentari, abolire le province, rifare le Regioni e poi magari occuparsi anche dei funzionari della Camera e del Senato che guadagnano più dei deputati e delle tante aree pubbliche dove i manager pubblici hanno stipendi superiori ai banchieri e al settore privato e continuano ad essere troppi in rapporto a ciò che producono.
  E’ un discorso così logico che pare assurdo non si attui…
E’ assurdo perché ogni volta che vuoi toccare un interesse costituito, ogni volta c’è un blocco. Poi c’è un altro aspetto che è quello delle corporazioni: la corporazione dei medici, degli ingegneri, dei commercialisti… E’ possibile che in Italia un povero Cristo debba pagare prima il commercialista e poi le tasse!? E’ una dimensione kafkiana.
 La classe media Italiana, noi tutti, abbiamo perso dal 2003 al 2013 in dieci anni il quaranta per cento, quasi la metà del nostro potere di acquisto. 
 L’impoverimento è pazzesco
La qualità che deve avere un politico?
Capire, leggere ascoltare e farsi ascoltare, dire delle cose chiare, farsi capire da tutti, mettersi in gioco insieme agli altri far capire che siamo tutti sulla stessa barca.
Il senso della comunità, della coesione, della condivisione dello stesso destino e di dire la verità su come stanno le cose e su chi è responsabile.
 Siamo stati governati in questi vent’anni da due partititi che si sono alternati al potere per metà e metà, più o meno allo stesso modo, da Berlusconi e Prodi ebbene io non so chi sia stato il peggiore, come governante intendo .
 Tutti e due simpaticissimi, potrei passarci piacevoli serate a cena, ma dal punto di vista della capacità di governo sono stati due disastri, ci hanno fatto perdere un mare di tempo. Prodi ha messo insieme una combinazione di partiti che sono stati buoni per vincere due elezioni, inadatti a governate insieme, come fai a tenere insieme Mastella e Bertinotti? Costruisci un’ alleanza che alla prima difficoltà si sfascia .
 Berlusconi ancora più bravo a conquistare voti, il più grande comunicatore che esiste al mondo, può ripetere le stesse cose all’infinito come il più grande venditore di mobili della Brianza, ma cosa ha combinato?
 C’è traccia di una grande riforma che porti la firma di Prodi o Berlusconi? E ciascuno dà la colpa agli alleati o ai piccoli partiti, francamente non ho visto nessuno di indispensabile in questi ultimi vent’anni.
 E adesso che cosa fa Claudio Martelli, qual è la sua filosofia?
Io dalla vita ho avuto tanto, grandi successi, soddisfazioni, ed ora cerco di mettere al servizio degli altri la mia esperienza, non appartengo a quella categoria che in vecchiaia ancora pensa alla propria carriera, quando potevo fare le leggi, governare, guidare gli altri l’ho fatto, ora faccio delle azioni, come  Lookout http://www.lookout-tv.eu/  o Resto al sud http://www.restoalsud.it/

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