mercoledì 5 febbraio 2014

Calatafimi. Il sindaco avrebbe incassato la tangente dall'impresa, i tecnici comunali avrebbero imposto l'elenco degli operai da assumere - (Domanda. Siamo in Sicilia ?)


Corruzione e trasparenza non camminano a braccetto. 
L'Italia nel controllo della corruzione e' ultimo in Europa (rubati da politici e burocrati 60 miliardi annui), nella trasparenza e' pure ultima (solo il 40% di cio' che e' imposto per legge in favore della disponibilita' pubblica e' adempiuto).
Se un sindaco di Catatafimi intasca soldi da un'impresa per procedere all'aggiudicazione di un appalto, se quell'impresa dopo essersi aggiudicato l'appalto si vede arrivare i tecnici comunali che gli passano pure l'elenco degli operai da assumere cio' non avviene per caso.
In Sicilia la gente per le elezioni vota il cugino, il figlio della sorella di mastro Pasquale, il figlio di .... . 
Si tratta di emeriti inconcludenti ? Non importa per la logica siciliana.
In un certo senso il nepotismo (nel gioco delle liste), l'incompetenza e l'assenza di partecipazione nei meccanismi della vita sociale li si lasciano passare come fatti trascurabili, secondari rispetto all'andare a scaldare la sedia. 
A che pro' un sistema così apparentemente stupido ? 
Per consentire che chi e' "furbo" possa fare -poi-  cio' che deve ai danni di tutti, ai danni della trasparenza e ai danni della comunità.
E' ovvio che corruzione e trasparenza non camminino insieme. Dove si spengono le luci della trasparenza, degli occhi aperti,  non possono che arrivare le tenebre della corruzione ad opera delle figure losche, che magari -in Sicilia- si atteggiano a persone brave (sic !), persone che ci sanno fare. 
Niente di nuovo sotto il sole.

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