giovedì 16 gennaio 2014

Mamma Regione Sicilia. Cracolici non ci sta a passare per saccheggiatore delle casse pubbliche

Di solito i politici, specialmente quelli dell'isola, non sanno, non vedono, non parlano, non dicono nulla sulle cose che riguardano il loro essere ... uomini pubblici.
Chi vuole si rivolga ai portaborse.
Antonello Cracolici ieri ha rotto il silenzio, niente di meno, che sull'indagine per peculato che coinvolge deputati (n. 83) della scorsa legislatura, lui compreso.
Cracolici ha un lungo curriculum politico di tutto rispetto. Segretario dei Ds Sicilia, capogruppo Pd all'Ars nella scorsa legislatura ed oggi Presidente di una delle commissioni parlamentari.
Nel corso di una conferenza stampa ha, fra l'altro, detto: “In questa indagine si mette in discussione il funzionamento dei gruppi: ci contestano spese davvero singolari, come quella per un sondaggio politico. Io penso che sia una spesa legittima, la Procura no, vedremo.
Mi contestano perfino i rimborsi telefonici all’addetto stampa del gruppo: perché questa non è una spesa legittima”.
 “Nessuno di noi ha fatto spese per viaggi all’estero con le proprie mogli, sia chiaro. Al Pd contestano le spese politiche fatte e ci chiedono perché abbiamo utilizzato per queste iniziative i fondi del gruppo. Ma l’attività istituzionale del gruppo si esplica in tutto il territorio siciliano e promuovendo incontri: per la Procura queste spese le deve fare il partito. Ma chi la deve fare la promozione dell’attività istituzionale del gruppo nel territorio?”.
Cracolici in buona sostanza dice che con i fondi del gruppo dell'Ars si è proceduto al finanziamento della politica del Pd sul territorio regionale.
Certo, e non è poco visto ciò che si sente da altre sponde, sostiene di non avere speso i soldi della Regione Sicilia per comprare articoli griffati per regali fatti ai compagni di partito a cui nasceva un figlio o per la prima comunione del figliolo.
Almeno questo lo assicura e fa piacere sentirlo, nel contesto siculo. La cosa che Antonello pare dimenticare è che il Pd per fare politica sul territorio regionale incassa decine e decine di altri milioni -ogni anno- dal finanziamento pubblico ai partiti, motivo percui non si capisce perché abbia usato per le manifestazioni nelle varie località dell'isola denaro della Regione Sicilia.
A questo punto la domanda è: ed il denaro del finanziamento pubblico al Pd a cosa è invece servito ?
 
Fiduciosi che Cracolici possa uscire bene dalla vicenda, se non altro per il fatto che non ha usato il denaro ad uso proprio come invece pare più plateale in altre circostanze, passiamo ad altre riflessioni di carattere generale.
 
Siamo certi che la vicenda si concluderà a tarallucci e vino per mille ragioni. Primo perché in Sicilia le ruberie alla Pubblica Amministrazione non suscitano indignazione fra la gente, anzi stimolano ammirazione per la ... furbizia dei ... mascalzoni.
Finirà a tarallucci e vino perché le indagini dureranno -ne siamo consci- anni ed anni e se mai verrà celebrato un processo, fra dieci anni, saranno intervenute leggi su leggi che asseriranno che organizzare convegni a Taormina è salutare e creativo per l'intelligenza degli oratori e per i partecipanti. Fare il regalo per la cresima del figliolo del tizio benemerito è costume di buona creanza ed è bene che mamma Regione faccia la sua parte.
Finirà a tarallucci e vino  ... perché siamo in Sicilia.
 
L'indagine è solo all'inizio e ciò non può precluderci di dire che mentre i siciliani patiscono la crisi, emigrano, pagano tasse e tariffe senza ricevere servizi c'è chi utilizza decine di milioni di euro per avere giornalmente il caffe, la colazione, il pasto giornaliero e la cena pagata da mamma Regione, come se 23.000 euro mensili lorde siano insufficienti ad avvicinarsi al banco del bar, servirsi e pagare col proprio portafoglio personale.
 
In Italia finora si sono salvate dall'andazzo che vede Pantalone pagare per i capricci dei politicanti due sole regioni virtuose: l'Umbria e la Toscana. Due regioni dove i politici sono ancora persone serie, laboriose e responsabili. Gente d'altri tempi.
Tutto in queste regioni viene deciso e legiferato all'insegna della sobrietà. Le indennità dei consiglieri regionali sono di importo inferiore alla metà di quelle dei signori che bazzicano a Palazzo dei Normanni.
In questo Palazzo pare che il principale impegno dei suoi ospiti sia quello di "impupare" solo privilegi, prebende e sinecure per i suoi inquilini. Il Palazzo sorge in una delle regioni più povere d'Italia eppure i suoi inquilini vivono da nababbi, forse perché l'ambiente arabo-normanni li ispira a condurre, qui in terra, una vita paradisiaca.
Il Palazzo ospita i suoi inquilini è -ovviamente- un modo di dire. Nel Palazzo si "lavora" (che brutta parola !!) solo -quando va bene- per due giorni la settimana. Le vacanze spuntano in tutti i mesi dell'anno e si prolungano anche oltre la durata del mese medesimo.
 
A Contessa esiste il dissesto idrogeologico ? A Contessa l'agricoltura non decolla ? A Contessa l'unico grande bene culturale (Santa Maria del Bosco) è ormai in rovina ? 
Al Palazzo dei Normani non interessa un fico secco che in questo spicchio del territorio isolano, Contessa Entellina, le cose vadano a rotoli.
Vero è che l'Ars dovrebbe occuparsi di Beni Culturali, Agricoltura, Ambiente, Enti Locali, Territorio, Turismo e Polizia forestale. Però, però, però ... in Sicilia si è sempre detto che prima di ogni cosa, prima di poter fare (la mattina) il segno della Croce, bisogna pensare alla propria camicia.
Chi ha orecchie per intendere intenda, diceva qualche tempo fa un amico in piazza.
 
Il problema, per noi siciliani, è tutto culturale. I nostri parametri sono fermi ad epoche lontane. Non per nulla è questa, è qui, la capitale della Mafia.
Da settant'anni abbiamo l'Autonomia regionale. A chi è giovata ?
Abbiamo la classe dirigente più rapace e inconcludente del pianeta. La problematica della rapacità è sempre esistita, ma dalla svolta cuffariana in poi essa viene esibita alla luce del sole.
Si arriva ad esigere, o si vorrebbe ufficializzare, che se un deputato regionale si presenta in un bar e prende il caffè o un panino a pagare competa a mamma regione.
 
Quel giornalista siciliano che qualche mese fa scrisse "Povera e buttanissima (senza offesa) Sicilia" non poteva che esprimere bene uno stato d'animo.

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