sabato 25 gennaio 2014

Hanno detto ... ...

RICCARDO NENCINI, segretario nazionale psi
Come vede il nuovo Pd targato Matteo Renzi, con il quale tra l’altro state organizzando il congresso del Pse?
“Renzi ha dichiarato che vuole entrare nel Partito socialista europeo ed è una cosa positiva di cui ho discusso a Bruxelles con i vertici del P.s.e.. Aspettiamo che alle parole seguano i fatti, sarebbe la fine di una anomalia italiana”.
All’interno del Pd però ci sono resistente all’ingresso del partito nel Pse…
“Sono diverse le questioni che all’interno del Pd stanno scivolando verso forme di conflitto, però Renzi è abbastanza tenace nel mantenere il suo punto di vista.
Ad oggi l’area socialdemocratica è quella più in opposizione a Renzi e viviamo il paradosso che Renzi, che viene da un’area popolare, ha chiesto l’adesione al Pse. Questo mi fa dire che le divisioni sono più lontane di quanto qualcuno pensi. Renzi riesce a tenere assieme le identità del partito democratico”.
 
GIORGIO SANTACROCE, Primo Presidente della Corte di Cassazione
“La durata media dei procedimenti penali, dalla iscrizione della notizia di reato fino alla sentenza definitiva, è stata di circa cinque anni”. “Non sono perciò giustificate espressioni come ‘collasso’ o ‘sfascio’ o ‘stato comatoso’ di una giustizia indistintamente evocata: termini che paiono oggettivamente mistificatori della situazione che caratterizza il settore penale”.
 
ENRICO BUEMI, senatore gruppo misto
“La questione – ha spiegato in materia di giustizia– che continua a restare davvero grave è quella della effettiva durata processi. Continuano a permanere periodi lunghissimi prima di arrivare a una conclusione e, com’è noto, una giustizia che arriva in forte ritardo, non è giustizia.
Un altro elemento su cui si continua a registrare una situazione di estrema difficoltà nonostante i provvedimenti, anche recenti, che sono stati presi, è quella del sovraffollamento degli istituti penitenziari. La ragione di fondo è che nel sistema giudiziario, influenzato anche dall’opinione pubblica, permane un filosofia sanzionatoria che ancora non è stata mitigata dall’introduzione delle pene alternative e dal processo di depenalizzazione di alcuni reati.
Occorre mitigare il sentimento dell’opinione pubblica che di fronte al reato chiede solo il carcere e ristabilire il principio che in un buon sistema giudiziario la pena deve avere prima di tutto una finalità rieducativa”.

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