domenica 17 novembre 2013

Il Vangelo alla luce dei fatti di ogni giorno

Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».  
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Ancora oggi l'Evangelo di Luca, nel brano del "ricco stolto" che e' stato proclamato nelle chiese di rito bizantino, ha offerto molti spunti di riflessione. Riflessioni sul momento attuale del nostro Paese, riflessioni sulla storia e la natura dell'uomo, riflessioni che si sono aggiunte al forte e vibrante commento (omelia) del celebrante.
A) non c'e' dubbio che i beni, la ricchezza, conferiscono piacere e sicurezza all'uomo e che in una certa misura lo sottraggono dal dover dipendere (economicamente) da altri.
B) eppure  la vita di un uomo, dell'uomo, non la si puo' fare dipendere dai beni che possiede, che accumula, che "conquista" magari ...rubandoli all'erario come fanno tantissimi dei nostri uomini politici, come fanno tantissimi degli evasori fiscali (razza diffusa in Italia piu' che in ogni altro paese del mondo), come fanno tantissimi esecutori di commesse pubbliche eseguite difformemente dai capitolati e dai progetti.
C) il Vangelo di oggi, mi e' sembrato, non mette in discussione la legittimita' della ricchezza e del possesso dei beni. Mi e' sembrato invece che voglia invece condannare quella convinzione consolatoria di tanti "accumulatori" quando pensano che la ricchezza accumulata sia frutto della benedizione divina sul loro operato. Quel convincersi di avere bene assolto i compiti della vita e di averne meritato i frutti.
D) per riempire di contenuti ( di felicita') la vita non e' pensabile che si debba sottoporla al dominio dei beni, ne' alimentare la convinzione che i beni dipendano  della bravura personale. E' tanto vero che la felicita' non dipende dai beni posseduti che l'uomo, in quanto essere umano, non e' capace di aggiungere una sola ora alla sua vita (terrena).
E) condivisibile e' stata, oggi, la riflessione del celebrante soprattutto quando ha evidenziato come tutti gli sforzi umani, arrivati al punto di fare dell'economia (produzione e distribuzione di beni) una scienza, una disciplina umana della razionalizzazione, proprio in questi anni -gli sforzi- stanno mostrando giorno dopo giorno la lunga catena di delusione e di abusi dispiegati ai danni dei deboli.
Si, non sono i beni che possono assicurare pienezza di vita, in quanto questi prima o dopo riveleranno la loro inconsistenza e il loro sterile affanno.
Ovviamente il Vangelo, il brano odierno, sottintende il messaggio di sempre: non si e' ricchi se si possiede, si e' ricchi se ci si rende utili nei confronti del prossimo, se si da al prossimo senza nulla pretendere da lui. Dare piuttosto che avere, proprio il contrario di quanto si apprende nelle scienze dell'uomo, nelle Universita'.
La Sapienza (Sofia) di Dio e' veramente diversa dalla scienza dell'egoismo umano !

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