lunedì 21 ottobre 2013

Aspettando il nuovo Eparca (n. 32)

Da giovedì nella cittadina di Kosice (cittadina slovacca) sono stati riuniti i vescovi cattolici-bizantini d’Europa. Sono arrivati dall’Ucraina, dall’Albania, dalla Romania e dalla Biellorussia, dalla Francia e dalla Gran Bretagna e rappresentano quattordici Chiese. Mancava il Vescovo di Piana degli Albanesi, a motivo della sede vacante che come capita in questi casi ricorrenti viene sempre occupata da un Vescovo latino.
A memoria d’uomo mai nessuno ricorda che un Vescovo di Piana degli Albanesi sia stato mai chiamato ad occupare una sede vacante, che sia Cefalù, o Monreale, Mazara del Vallo o Trapani. Mai nessuno ricorda.
Tema dell’incontro nella cittadina Slovacca è stato “«Evangelizzare la cultura,  inculturare il Vangelo».
 
Il vescovo Chautur nel prendere la parola ha detto: «La cultura nei tempi passati, sollevava lo spirito. Ma oggi spesso uccide dentro, nell’uomo, gli ultimi buoni sentimenti. Spesso ci troviamo davanti a un fatto: questa cultura non alza lo spirito dell’uomo verso Colui che è fonte di bellezza eterna».
L’incontro si è svolto a Košice perché quest’anno si celebrano i millecinquecento anni dell’arrivo dei santi Cirillo e Metodio in terra slava (Grande Moravia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia sud-occidentale, Ungheria nord-occidentale). Nel ricordare questa ricorrenza, il vescovo di Košice per i cattolici di rito bizantino ha detto: «Vogliamo imparare da loro come penetrare anche la cultura e colmarla con il Vangelo e condurre l’uomo di oggi alla fonte della gioia, offrendogli la possibilità di accettare il Vangelo».
A patrocinare l’incontro, che si è concluso ieri (domenica)  è stato il Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa (Ccee). In un messaggio ai partecipanti il cardinale Péter Erdő, arcivescovo di Esztergom-Budapest e presidente del Ccee, ha  fatto riferimento al tema scelto per l’incontro, l’evangelizzazione nelle diverse culture. «È sicuramente urgente, nel nostro continente — ha scritto il porporato — ricordare le comuni radici cristiane, incarnate lungo i secoli nella ricchezza delle culture che lo compongono. Ancora oggi l’E u ro p a ha bisogno di persone e comunità che, vivendo il Vangelo nella gioia, riescano a incarnare in modo efficace il Vangelo nella propria cultura testimoniando la comunione in Cristo».
Quest’anno la cittadina di Košice è stata scelta come capitale europea della cultura, insieme a Marsiglia. Sicuramente meno conosciuta, condivide con quest’ultima un carattere cosmopolita e multietnico. Qui convivono infatti pacificamente ungheresi, cechi e rom.
Segno di multietnicità è stato il concerto “ecumenico” che la città di Košice ha offerto ai vescovi europei nel Teatro pubblico. Concerto che è terminato con una benedizione ai popoli europei da parte dei rappresentanti delle Chiese cristiane e del rabbino capo della cittadina slovacca. All’incontro hanno preso parte in qualità di relatori il cardinale Jozef Tomko, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese orientali, l’arcivescovo Cyril Vasil’, segretario della Congregazione per le Chiese orientali, monsignor Dimitrios Salachas, esarca apostolico per i cattolici di rito bizantino residenti in Grecia, e padre Juraj Dyfka, del Centro di spiritualità est-ovest di Košice.

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