lunedì 19 agosto 2013

Hanno detto ... ...

ANTONIO POLITO, editorialista del Corriere della Sera
Scusate, ma qualcuno ha notizie di Alfano?

ANTONIO CALABRO', giornalista siciliano
All'Amat, l'azienda municipale dei trasporti di Palermo, pare che i dipendenti che godono dei benefici della legge 104 siano appunto 600. Possono restare a casa quando e come vogliono. Anche se questo provoca enormi disagi, com'è avvenuto in questi giorni infuocati di agosto. Gli autobus cittadini hanno accumulato ritardi da record scatenando la rabbia dei palermitani. Tra gli utenti c'è chi lamenta tempi di attesa alla fermata di oltre un'ora. Decine di mezzi non sono infatti usciti dai garage per mancanza di autisti, ufficialmente in permesso per assistere congiunti disabili.
La vignetta di Giannelli - Dal Corriere della Sera del 19 agostoSui disservizi di questi ultimi giorni alcuni giornali locali hanno chiesto spiegazioni al direttore dell’Amat Pasquale Spadola il quale, tra l'altro, ha fatto riferimento all'abnorme accesso alla legge 104 definita «una vera emergenza». «Più di una volta è capitato che in concomitanza con un ponte si registrasse un boom di assenze -ha spiegato il direttore- abbiamo tentato di calendarizzare le richieste, chiedendo ai dipendenti di avvisarci un mese prima, ma non ha funzionato, perché la legge consente loro di usufruire di tre giorni di assenza retribuiti quando vuole e senza preavviso». E fatalmente quel diritto è stato rivendicato a cavallo del Ferragosto. Non è stato fornito un dato ufficiale dei dipendenti che godono della 104 ma, secondo stime dei media locali non smentite dall'Amat, sarebbe 600 su un totale che ormai è ampiamente al di sotto delle 1.900 di qualche anno fa.
 
PIPPO RUSSO, sociologo siciliano
Imbarazzo per come CL (Comunione e Liberazione), che ancora non ha fatto accomodare fuori Roberto Formigoni, si è posta negli anni nei confronti della politica italiana e cioè sempre dalla parte dei potenti "a prescindere" e, quando questi sono decaduti con ignomìnia, guardandosi bene dal riconoscere di avere sbagliato giudizio. Come si possono dimenticare gli applausi a scena aperta a Giulio Andreotti (nonostante già si conoscessero i suoi legami con la mafia, attraverso la sua corrente politica in Sicilia, giudiziariamente acclarati fino a una certa data), o il sostegno pieno alla stagione berlusconiana (incomprensibile per il degrado morale e materiale in cui il Cavaliere ha trascinato l'Italia) e poi al governo di Mario Monti (ben lontano dall'occuparsi degli ultimi e dei derelitti) e, adesso, a quello di Enrico Letta (il governo dell'inciucio con il partito capeggiato da un condannato definitivo per un grave reato in cerca di impunità). C'è da dire in verità che, purtroppo, CL ha avuto in ciò una sponda in certi ambienti del Vaticano che hanno steso tappeti rossi sia ad Andreotti che a Berlusconi. Peccato che argomenti affascinanti come quelli trattati annualmente al Meeting vengano mischiati con presenze in contraddizione e molto meno affascinanti.
 
 

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