giovedì 28 febbraio 2013

La liturgia pontificale bizantina (n.5)

Valori spirituali sono certamente l’occuparsi della Scienza, dell’Arte, della Filosofia ... tutti valori permanenti, eterni.
Per i cristiani la vita spirituale ha un significato ancora più specifico. E’ “spirituale” chi è abitato dallo Spirito Santo. La vita spirituale è in senso cristiano vita nello Spirito e con lo Spirito Santo,
 
“perché l’amore di Dio è stato riversato nei vostri
cuori  per mezzo dello Spirito Santo
che ci è stato dato” (Rm. 5,5)
 
Nella Chiesa romana si individua nell’uomo il corpo e l’anima, quest’ultima interpretata come la parte eterna dell’uomo.
Nella Chiesa bizantina nell’uomo si distingue il corpo, l’anima e lo spirito. Lo spirito viene interpretato come l’anima dell’anima e viene paragonato all’acqua. L’acqua è usata da animali ed erbe, arriva giù come pioggia ed è sempre della medesima composizione, ma produce effetti differenti  su animali e piante, e nelle stesse piante assume sfaccettature varie. Col giglio diventa bianca, con la rosa rossa.
Lo Spirito Santo pur essendo uno, sempre lo stesso, assume grazie, qualità differenti in ciascun uomo.
 
Così come una immagine è perfetta quando tutte le linee esprimono l’idea che si vorrebbe, anche l’uomo nel corso della vita deve unire tutti gli elementi di cui dispone, tutti penetrati dallo Spirito Santo, per conseguire l’armonizzazione completa fra corpo, intelligenza, volontà, sentimenti.
L’uomo spiritualizzato, che ha raggiunto l’armonizzazione ottimale delle risorse a disposizione, contribuisce all’umanizzazione-divinizzazione dell’ambiente che lo circonda.
In lui e con lui si assiste in pratica alla fioritura di tutti i valori umani.
Il risultato è l’armonia perfetta di tutte le tendenze, degli atteggiamenti, dei pensieri, dei desideri, delle intenzioni, degli umori, della gioia. E’ il paradiso.
 
Nessuno vede lo Spirito. Esso è Dio e pertanto invisibile, però se esso è in taluno che ci è vicino lo riconosciamo attraverso i segni.
Cristo ha promesso lo spirito a tutti i cristiani, tutti sono quindi chiamati alla perfezione.
Esiste comunque un segno infallibile della presenza in un uomo dello spirito ed è quando questi esterna la carità, quando non è “egoista”, mostra solidarietà, vicinanza, cura verso il vicino.
Cristo disse che i suoi discepoli saranno conosciuti per le strade del mondo dall’assenza in loro dell’egoismo.
“se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli,
ma non avessi la carità, sono come un bronzo
che risuona o un cembalo che tintinna” (1 Cor. 13,1).
 
La carità massima la si coglie, secondo la Chiesa, nei martiri, capaci di donare la vita pur di mantenere la perfezione raggiunta, l’armonia impeccabile degli elementi che stanno con la persona umana grazie allo Spirito Santo.
La Chiesa -che abbiamo già detto- viene nel mondo di cultura bizantina assimilata ad un Ospedale,  che  funzione, che missione, possiede ? quella di bandire dall'uomo l’egoismo e mostrare la bellezza della carità. Dio è carità, è amore. Mostrare Dio è compito della Chiesa.
Dio non è quindi colui che con severità giudica e manda all’inferno. Come purtroppo ci dicevano da ragazzi nel catechismo. E’ il padre di tutti, e se lui è Padre significa che tutti gli uomini sono fratelli.
Perché allora essere egoisti con i propri fratelli ?
La Liturgia ha un senso, ha una logica, non si racchiude solo nei canti, nell’incenso, nei gesti, nei simboli, nell’omelia, essa è nel messaggio complessivo che trasmette, nel disegno che il Padre ha svolto per recuperare l’uomo malato di egoismo.
E se lui, Dio, colui che ci cerca in modo spasmodico è Padre, tutto ciò è segno che noi siamo fratelli fra noi.
LEGGERE:
La liturgia pontificale bizantina. (n. 1)
La liturgia pontificale bizantina (n. 2)
La liturgia pontificale bizantina (n. 3)
Per cogliere quanto scriviamo, certo, serve la Fede. Questo è l’anno della Fede, conviene provare a capire.

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