Comunicazioni del Presidente della Regione sulla programmazione dei Fondi comunitari
PRESIDENTE. Si passa al III punto dell’ordine del giorno: Comunicazioni del Presidente della Regione sulla programmazione dei Fondi comunitari.
Ha facoltà di parlare l'onorevole Presidente della Regione.
CROCETTA, presidente della Regione. Signor Presidente, onorevoli deputati, vi ringrazio per avermi rivolto l’invito a venire a riferire sulle questioni uscite sulla stampa in relazione ad alcuni problemi nati con la Commissione europea in relazione alla programmazione dei fondi comunitari.
Naturalmente, è una richiesta, deduco, dell’Aula perché non essendo stata una richiesta della Presidenza e per cui penso che la cosa più corretta sia quella di lasciare spazio agli interventi parlamentari oppure anche alle domande di eventuale chiarimento anche per assicurare un confronto
proficuo.
Le questioni che sono nate nel confronto rispetto alla Commissione europea sono legate, sostanzialmente, alle sentenze che prevalgono attualmente in Europa di vietare l’applicazione di fondi europei nella parte che riguarda il cemento, quindi gli interventi strutturali in autostrade, strade, che sono proprio il tema del confronto e della differenza di impostazione tra la Regione siciliana e la Commissione europea.
In pratica, nel fare la nostra programmazione, noi cosa abbiamo avviato? Abbiamo avviato da un lato il patto dei sindaci per l’energia rinnovabile che porterà nel quinquennio ad una spesa nell’ambito del fotovoltaico in Sicilia per l’utilizzo pubblico - quindi mi riferisco al fotovoltaico che viene avviato attraverso la procedura del patto dei sindaci - che è intorno ai 5 miliardi di euro.
Su questo noi già abbiamo un programma abbastanza spinto.
Diversi comuni hanno aderito al patto dei sindaci, abbiamo già creato una task force
di supporto ai comuni, i comuni stanno aderendo con entusiasmo; abbiamo un piano di conferenze provinciali che
gestiamo insieme alle Prefetture per poter avviare tutte le procedure, per cui diciamo che siamo in una
road map molto veloce e abbastanza avanzata. Ora, la questione dov’è? In tutte le misure europee viene prevista, in modo quasi liturgico, la ripetizione che bisogna dedicare una parte di intervento per interventi strutturali, una parte per interventi sociali, una parte per energie alternative, eccetera.
Se, però, la Regione siciliana ha avviato un programma specifico sull’energia alternativa che nessuna Regione in Europa ha avviato finora, che ha realizzato persino senza interventi assistenziali, diciamo comunitari, ma viene realizzato con prestiti che vengono concessi dalla Banca europea degli investimenti, per quale ragione la stessa Regione dovrebbe inserire altri investimenti, per esempio, nel fotovoltaico, quando stava avviando un programma eccezionale?
Su questa analisi e con questa convinzione noi abbiamo pensato di dirottare l’altra parte della programmazione, in particolare anche quella del PAC, su questioni che attenevano da un lato il sostegno alle imprese, soprattutto nelle zone in difficoltà economica, ma anche zone dove le imprese sono in difficoltà per effetto di calamità naturali o di dissesto idrogeologico; la questione delle isole,sappiamo tutti benissimo quale prezzo ha pagato Lampedusa; la questione degli interventi a favore dei lavoratori siciliani che possono trovarsi in cassa integrazione in questo periodo; l’abbattimento delle barriere architettoniche; una serie di interventi per il dissesto idrogeologico e, naturalmente, abbiamo messo insieme a tutte queste cose una parte consistente nella richiesta di coprire il
gap
strutturale, soprattutto stradale, che la Sicilia ha, tenendo presente che, per quanto riguarda le infrastrutture su ferro - per intenderci, ferroviarie - abbiamo già avviato una intesa con Ferrovie dello Stato e con il Governo, che si concluderà entro il 15 febbraio e che porterà al raddoppio della Catania-Messina, al raddoppio della Catania-Palermo, interventi di accelerazione pure sulla Messina-Palermo che, nella prospettiva di cinque anni, dovrebbero portare a 2 ore e venti, con una riduzione di due ore circa, il collegamento tra Catania e Palermo e, nella prospettiva di un decennio, ad un’ora e venti, quindi con tempi esattamente europei, il collegamento tra l’aeroporto di Catania e quello di Palermo. Sono interventi, ormai, in fase conclusiva.
Naturalmente, il problema che abbiamo ravvisato è legato poi a tutta una serie di vicende che si trascinano da anni. Dobbiamo dirci con chiarezza, infatti, che, laddove si dice, per esempio, che il Piano delle autostrade italiane è stato completato per il 90 per cento, si dice una verità; solo che
l’unica cosa che non si dice è che quel 10 per cento si trova per la quasi totalità in Sicilia, nel senso che il Piano autostradale degli anni ’50 e ’60 fatto dall’Italia, non si è completato nella parte siciliana. Allora, ci troviamo qui di fronte ad un paradosso: quello di non potere completare la
Siracusa-Trapani che metterebbe in collegamento tutta la parte meridionale dell’Isola, di non potere fare una serie di infrastrutture importanti che collegano la provincia di Ragusa con Catania, di non potere fare i collegamenti tra la zona ionica del messinese con la parte centrale dell’Isola e via dicendo, perché non bisogna investire sul cemento.
Perché questo? Bisognerebbe farlo con fondi nazionali. La questione è chiara, perché poi i fondi nazionali non arrivano, i fondi regionali non ci sono, i fondi europei non possiamo programmarli. Se andiamo ad analizzare la globalità della programmazione che abbiamo effettuato, infatti, investiamo sulle energie alternative, lo ripeto, molto ma molto di più di qualsiasi altra Regione europea.
Su questo è nato un contenzioso che non è ancora chiuso e concluso.
Un contenzioso su cui vogliamo coinvolgere il Governo nazionale, anche perché questa programmazione, in questi termini, l’avevamo concordata con il Governo, in particolare col ministro Barca; l’avevamo perfino concordata con il Commissario Hahn, che si occupa proprio di queste questioni. Al Commissario Hahn avevamo sollecitato un problema, quello del collegamento dell’aeroporto di Comiso.
E’ chiaro che non possiamo mettere in funzione un aeroporto che è già pronto e, poi, non farlo funzionare veramente creando una cattedrale nel deserto. Tutti quanti, infatti, sappiamo quali sono le vie, qual è la qualità delle vie di accesso all’aeroporto che non permettono, poi, di potere utilizzarlo appieno.
A proposito degli aeroporti, vi informo che la Giunta, ieri, ha deliberato che non accetterà il Piano del Governo nazionale sugli aeroporti se non si provvede alla riclassificazione dell’aeroporto di Catania e di Comiso, per intenderci, perché non accettiamo assolutamente questa discriminazione e, poco fa, ho ricevuto un messaggio dell’assessore Bartolotta, che è mio delegato a trattare nella Conferenza Stato-Regioni questa questione, che mi ha detto che tutte le altre Regioni italiane hanno assunto una posizione analoga, nel senso che non intendono assolutamente accettare il Piano del Governo.
Su questo, quindi, apriamo il conflitto di attribuzione, così come lo apriremo sulla questione della Magistratura, dove intendiamo far valere tutte le prerogative della Regione siciliana, laddove lo Statuto espressamente prevede che sulle questioni che attengono alla politica siciliana e alle politiche
di interesse dell’Isola, il Governo nazionale debba sentire il Presidente della Regione con il rango di Ministro. Ovviamente, questo linguaggio non viene percepito a Bruxelles, dove una burocrazia tecnocratica attualmente governa e cerca di governare una programmazione che non risponde, poi, alle esigenze delle Regioni.
Noi intendiamo fare il braccio di ferro su questo, nel senso che vogliamo dimostrare - perché siamo nelle condizioni di dimostrarlo con le carte - che andiamo oltre le misure richieste sulla materia strettamente ambientale. Però, non intendiamo assolutamente rinunciare alla possibilità di infrastrutturare l’Isola delle esigenze stradali e autostradali di cui ha bisogno, perché senza queste
infrastrutture la Sicilia è condannata a rimanere nel sottosviluppo e a mantenere il
gap strutturale che ha con il nord Italia e con il resto dell’Europa.
E’ facile, infatti, dire che in Germania non si fanno più autostrade, visto che le autostrade ce le hanno persino per collegare i paesi più piccoli tra di loro. Molto semplice fare una indicazione di questo tipo ma sicuramente la Sicilia ha bisogno di completare un quadro di pianificazione stradale e
autostradale, ripeto, che risale agli anni ‘50 e ‘60 che non è stato mai consegnato.
Tra l’altro, c’è tutta la vicenda del CAS, che opera dagli anni ‘60, per potere fare la progettazione esecutiva di questa strada e i lavori di questa strada e, paradossalmente, non sta intervenendo e su
cui stiamo internevendo anche per dare nuovi criteri di economicità a quell’Ente, anche di efficienza produttiva.
Guardate, però, che su questo, quindi, stiamo lavorando con i nostri tecnici per inviare il Documento generale sulla nostra programmazione, per dimostrare all’Europa che non solo noi
abbiamo effettuato una programmazione estremamente corretta; chiaramente, però, non ci faremo bloccare dall’Europa.
Questo per essere estremamente chiari perché laddove l’Europa ritenesse che, comunque, nonostante abbiamo operato super correttamente, prevedendo interventi nel settore ambientale e delle energie rinnovabili, molto più alti di quelli che ci vengono richiesti, dovremmo riprogrammare
il nostro Piano di interventi strutturali, allora, non intendiamo assolutamente rinunciare a queste arterie che continuano il percorso che, da Trapani, diciamo che completerà l’autostrada di Siracusa verso Agrigento e Trapani; in particolare, il collegamento che abbiamo previsto adesso è quello relativo all’aeroporto di Comiso, che collegherebbe facilmente, immediatamente, che è la strada di
collegamento tra Ragusa e Catania e anche la nord-sud, ve lo dicevo prima, e altre questioni che riguardano altre infrastrutture.
Vuol dire che le realizzeremo in modo diverso; sto pensando anche ad ipotesi alternative che potrebbero essere fatte perché, se cominciamo a risparmiare su CAS
su spese inutili, per esempio come si è intervenuto in questi giorni, laddove si sono bloccate due gare, che non servono a nulla, per circa 15 milioni di euro, vi rendete conto che 15 milioni di euro per un mutuo ventennale sono 300 milioni di euro che potrebbero finanziare interventi e ne abbiamo ancora altri, altri fondi da risparmiare, da recuperare.
Stiamo lavorando su due ipotesi: l’ipotesi “A”, in cui manteniamo la programmazione, così come è ferma l’ipotesi, perché viene accettata dall’Europa, che è quella di rimodulare; eventualmente, mettiamo altri interventi in quella programmazione, visto che abbiamo dei pacchetti abbastanza pronti che possiamo inserire e da potere formulare, in questo caso, utilizzando il Consorzio Autostrade Siciliane per potere comunque realizzare queste infrastrutture.
E’ un problema che risolveremo in quindici giorni, attraverso i nostri Uffici e in rapporto con i Dipartimenti e, in questo caso, anche il CAS. Intanto, però, non rinunciamo alla prospettiva di mantenere ferma la programmazione, solo che abbiamo chiesto una condizione e, su questa, abbiamo
espresso anche una protesta, cioè il fatto che, molto spesso, le valutazioni delle Commissioni europee sui fondi arrivano sei mesi dopo e questo è burocrazia inaccettabile perché, a volte, addirittura, avvengono quando la spesa è iniziata e, poi, non è più certificabile e non possiamo assolutamente permettere che l’Europa condizioni le nostre politiche di sviluppo e decida motu proprio
che non abbiamo bisogno, invece, di infrastrutture di cui tutta la Sicilia sente il bisogno e la necessità.
Provocatoriamente, inviterò la Commissione europea a venire a fare un giro in macchina nelle strade siciliane per rendersi conto delle strade, delle difficoltà di collegamento che ci sono e per capire, di persona, persino quali sono i bisogni di questa Isola, che sicuramente non può rinunciare a
questo Piano e che comunque non siamo assolutamente disponibili a rinunciare perché, in ogni caso, intendiamo realizzarlo.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Presidente.
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