“Un’associazione a delinquere” ai vertici di Banca
Monte dei Paschi di Siena: sarebbe quella della gestione precedente ad
Alessandro Profumo e Fabrizio Viola secondo i pm che indagano sull’acquisto di
Antonveneta, scrive il Corriere della Sera.
Della presunta “associazione a delinquere” avrebbero fatto parte, secondo
l’accusa, l’ex presidente Giuseppe Mussari, l’ex direttore
generale Antonio Vigni, l’ex capo dell’area finanza
Gianluca Baldassarri e il suo vice Alessandro Toccafondi,
oltre a “quei
manager che si occuparono dell’acquisto di Antonveneta e delle
successive operazioni finanziarie collegate a quell’affare”.
Tutti questi manager avrebbero “siglato il patto segreto con i vertici del
Banco Santander per truccare i conti” e far salire il prezzo
provocando una plusvalenza di oltre due miliardi.
Quindi non si tratterebbe più “solo” di aggiotaggio, turbativa, truffa e
false comunicazioni. I manager accusati dovranno spiegare perché nel novembre
del 2007 “decisero di pagare Antonveneta 9,3 miliardi di euro” più un miliardo
di oneri, considerato che in settembre di quell’anno lo spagnolo Banco
Santander l’aveva comprata dall’olandese Abn Amro per 6,3
miliardi.
Oltre ai vertici nel mirino della Procura di Siena è finita la
banca nel suo complesso, iscritta nel registro degli indagati per
responsabilità amministrativa: si starebbe ipotizzando, secondo
quanto scrive Repubblica, il sequestro conservativo di fondi
per un valore di circa 1,2 miliardi di euro.
Un altro fascicolo, questa volta contro ignoti, è stato aperto anche dalla
Procura di Trani. In questo caso il reato ipotizzato è quello di omesso
controllo. E il riferimento pare diretto alla Banca d’Italia e
alla Consob, cui spettava il compito di vigilare
sull’acquisizione di Antonveneta e sul prestito mascherato che Mps ha avuto da Jp
Morgaa per rispettare (in apparenza) i vincoli patrimoniali chiesti da
Bankitalia) e risultare idonea all’acquisto di Antonveneta.
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