giovedì 31 gennaio 2013

Monte Paschi. Il saccheggio ai danni della collettività è miliardario: nessuno finora è finito in galera. Eppure nelle patrie galere vivono 35.000 immigrati alla ricerca di un tozzo di pane

“Un’associazione a delinquere” ai vertici di Banca Monte dei Paschi di Siena: sarebbe quella della gestione precedente ad Alessandro Profumo e Fabrizio Viola secondo i pm che indagano sull’acquisto di Antonveneta, scrive il Corriere della Sera.
Della presunta “associazione a delinquere” avrebbero fatto parte, secondo l’accusa, l’ex presidente Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni, l’ex capo dell’area finanza Gianluca Baldassarri e il suo vice Alessandro Toccafondi, oltre a “quei manager che si occuparono dell’acquisto di Antonveneta e delle successive operazioni finanziarie collegate a quell’affare”.
Tutti questi manager avrebbero “siglato il patto segreto con i vertici del Banco Santander per truccare i conti” e far salire il prezzo provocando una plusvalenza di oltre due miliardi.
Quindi non si tratterebbe più “solo” di aggiotaggio, turbativa, truffa e false comunicazioni. I manager accusati dovranno spiegare perché nel novembre del 2007 “decisero di pagare Antonveneta 9,3 miliardi di euro” più un miliardo di oneri, considerato che in settembre di quell’anno lo spagnolo Banco Santander l’aveva comprata dall’olandese Abn Amro per 6,3 miliardi.
Oltre ai vertici nel mirino della Procura di Siena è finita la banca nel suo complesso, iscritta nel registro degli indagati per responsabilità amministrativa: si starebbe ipotizzando, secondo quanto scrive Repubblica, il sequestro conservativo di fondi per un valore di circa 1,2 miliardi di euro.
Un altro fascicolo, questa volta contro ignoti, è stato aperto anche dalla Procura di Trani. In questo caso il reato ipotizzato è quello di omesso controllo. E il riferimento pare diretto alla Banca d’Italia e alla Consob, cui spettava il compito di vigilare sull’acquisizione di Antonveneta e sul prestito mascherato che Mps ha avuto da Jp Morgaa per rispettare (in apparenza) i vincoli patrimoniali chiesti da Bankitalia) e risultare idonea all’acquisto di Antonveneta.

 

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