lunedì 7 gennaio 2013

Ma i leaders delle coalizioni politiche che si presenteranno il 24 febbraio all'elettorato sanno di cosa parlano ?

Beppe Grillo, leader dei contestatori del sistema,
Silvio Berlusconi, leader del centro-destra, oggi "populista",
Mario Monti, leader dei democristiani ed in genere del centro-destra europeista,
Pier Luigi Bersani, leader della socialdemocrazia europeista,
Antonio Ingroia, leader dell'inesauribile linea giustizialista italica.
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Quelli sopra riportati sono, almeno così abbiamo finora capito, i rappresentanti degli schieramenti che si fronteggeranno nella consultazione elettorale del 24-25 febbraio.

Seguendoli in ciò che vanno dicendo nelle interviste e nelle dichiarazioni sui giornali e in tv abbiamo netta la sensazione che a molti di loro sfugge il contesto storico in cui sono chiamati ad operare come "uomini politici".
 
A noi pare che i problemi focali -che il contesto in cui l'Italia si trova oggi posizionata ponga- sono:
-la crescente diseguaglianza sociale, col ceto medio che scivola verso giù e con le fasce ricche che diventano sempre più ricche,
-l'economia del paese inceppata -e da qui la crescente disoccupazione-  perchè non più competitiva nel contesto della "globalizzazione".
 
Le due questioni non sono slegate fra loro.
Le due questioni sono comuni all'Italia, come alla Francia, alla Germania, agli Stati Uniti etc.
Le due questioni non sono nemmeno risolvibili in un contesto esclusivamente nazionale. Chi sostiene che l'Italia possa salvarsi da sola, con una politica decisa a Roma, oltre che ignorante è anche pericoloso per i destini del paese.
 
Brevi considerazioni storiche
Fino a non molti decenni fà le "leggi", le regole del vivere comunitario venivano fissate all'interno di ciascun paese, di ciascuna realtà sociale. Era facile ad un Mussolini plasmare il sistema economico o l'identità della nazione secondo schemi precostituiti. Era facile innalzare barriere contro il mondo di oltre mare ed oltre le Alpi.

Globalizzazione non significa solamente -come molti pensano- vestire allo stesso modo o usare ovunque i-pad prodotti a Taiwan o cantare le stesse canzoni in ogni punto del pianeta.
Globalizzazione, nel suo aspetto che deve interessare un popolo maturo di 60 milioni che si reca a votare per scegliere i propri leaders, significa che agli albori del terzo millennio le "leggi", le regole che decidono dei destini di un popolo non vengono più decise solamente all'interno delle singole comunità e soprattutto -cosa più strabiliante- non vengono più decise da organismi pubblici.
Globalizzazione significa che oggi, 2013, le nuove regole del sistema socio-economico mondiale vengono -purtroppo- create da organismi del business privato in base alle proprie esigenze egoistiche. Queste regole spesso sono più influenti e dirompenti delle leggi degli Stati, costretti ad adeguare i loro ordinamenti ai mercati (parola che nasconde molte fonti che producono "regole di vita").
Di fronte alla odierna realtà di "pluralismo" giuridico come si dispongono le forze politiche ?
1) I contestatori .... contestano ma non danno indicazioni per risolvere "diseguaglianza crescente" e "crisi dell'economia".
2) I populisti pensano che basti un "santone" per affrontare le difficoltà. In genere i santoni fanno più danni di quanti ne vogliano risolvere.
3) Le forze europeiste hanno consapevolezza che ormai i sistemi economici sono integrati sul piano mondiale e pertanto le "politiche" da adottare vanno coordinate su dimensioni sovranazionali. Sanno che l'Italia può incidere se sa raccordarsi e se sa muoversi in sintonia di aree più ampie, con l'Europa. Questi sono i convincimenti dei partiti Popolari e Socialdemocratici europei.
4) Le forze giustizialiste si muovono meritoriamente per realizzare la giustizia dei comportamenti dentro la comunità, nulla però operano per far accrescere quel benessere socio-economico che negli ultimi anni abbiamo perso.

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