La Sicilia, ci viene ripetuto in queste ore dai media, appare dal punto di
vista elettorale in bilico e potrebbe essere determinante per la maggioranza
parlamentare che si andrà a formare al Senato dopo il 24 febbraio.
Per chi ha sempre votato nella galassia della Sinistra italiana si
prospetta a questo punto una grande e grave responsabilità.
A) La storia recente del Partito Democratico, con la sconfitta di Renzi e la
vittoria di Bersani, ha riportato sulla scena purtroppo i i soliti volti e le
solite idee, e favorito, peraltro, il ritorno di Silvio Berlusconi sulla scena. Addirittura si sussurra dell'assegnazione a Veltroni e a D'Alema di due ministeri di peso in caso di vittoria di Bersani. C'è da rabbrividire !
B) Se ci soffermiamo sul Pd locale, quello siciliano, ci accorgiamo che i
politici di lungo corso sono tutti rigogliosi ed in procinto di riconfermare il
loro domicilio nel comune di Roma. Il partito di Papania e Gucciardi ma anche
di Crisafulli e Capodicasa e Genovese è il partito della muffa ed il partito di stagioni
nient’affatto gloriose.
C) In Sicilia il Pd ha sostenuto il governo di Raffaele Lombardo, ed è stato
protagonista di prove di forza nei confronti del resto della Sinistra per far
valere la vergognosa teoria della vocazione maggioritaria (ossia
autosufficienza). I dirigenti locali del partito sanno benissimo di non avere
alcun appeal elettorale e la debacle dei notabili alle primarie, a Palermo, si
pensi al caso D’Antoni e/o Mattarella, tutti a sostegno di Bersani, ne è la
conferma.
D) Adesso spetta al cittadino valutare. Cosa questi esponenti di partito abbiano
realmente contribuito a fare nei confronti dei propri concittadini è un
mistero. E mentre Bersani a Milano sceglie Umberto Ambrosoli e candida Pietro
Grasso, in Sicilia ci assegna capolista Corradino Mineo persona di valore ma
che mai nulla ha mostrato di voler fare per la nostra terra e la scelta degli altri componenti la
testa della lista cade sui soliti esponenti in auge da anni, fra cui il
senatore Papania, Crisafulli e Genovese.
E) E’ legittimo che l’elettorato di Sinistra non voglia votare il Pd
siciliano? Io penso di si. Non sappiamo, ad oggi, se il senatore Papania sia
indagato o meno (e magari non lo è), ma non è questo il punto: il solo dubbio
dovrebbe bastare a questo partito, che rivendica ascendenti come Pio La Torre,
a fermarlo per un turno. A dire il vero, potrebbe essere lo stesso senatore, con
eleganza, a fare il bel gesto. Così come la precedente disavventura giudiziaria
(di cui scrivono i compagni di partito e di cui racconta lo stesso
senatore), per quanto culminata con l’estinzione del reato, dovrebbe bastare:
nei Paesi occidentali a democrazia avanzata funziona così (in quei paesi
finanche le assoluzioni, automaticamente, non consentono un rientro in
politica), ma magari i compagni di partito del senatore Papania non lo sanno.
Come non sanno che il ruolo della libera stampa è quello di informare.
Basterebbe finanche aver visto qualche film americano per divenire esperti. In realtà, gli aspetti
giudiziari, c’entrano poco: il Pd siciliano è inadeguato, culturalmente e
politicamente. Hanno sostenuto il governo Lombardo e finanche fiancheggiato
Cuffaro. Cosa chiedere di più? E non parliamo degli inciuci nei piccoli comuni dove ad un sindaco di Forza Italia (poi Grande Sud) è stato associato per cinque anni un Vice-Sindaco pseudo-Pd. Pseudo Pd perchè la mattinata in cui si stesero le liste era personaggio Udc ed il pomeriggio divenne personaggio Pd.
F) Bersani, dunque, non ripeta, per favore,
la litania del voto utile: l’elettore ed il cittadino meritano rispetto. Il
ricatto della vittoria di Berlusconi non serve ed è indegno: Bersani poteva
pensarci al momento della formazione delle liste ed al momento in cui i vari
notabili locali lo hanno sostenuto in blocco, per prevalere su Renzi.
Queste liste adesso allestite fanno lo stesso odore che facevano le liste democristiane. Indro Montalelli, in una occasione in cui volle votarle -pare sia stata l'unica volta- , si turò il naso. Oggi non c'è motivo di tanto sacrificio, di turarsi il naso. La democrazia progressista è più ampia del Pd.
Queste liste adesso allestite fanno lo stesso odore che facevano le liste democristiane. Indro Montalelli, in una occasione in cui volle votarle -pare sia stata l'unica volta- , si turò il naso. Oggi non c'è motivo di tanto sacrificio, di turarsi il naso. La democrazia progressista è più ampia del Pd.
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