domenica 6 gennaio 2013

Epifania nel rito greco-bizantino

articolo ripreso da L'OSSERVATORE ROMANO
di MANUEL NIN
La festa dell’Epifania in tutte le tradizioni orientali è incentrata su due punti fondamentali. Il primo è la dimensione battesimale con la santificazione delle acque del Giordano per la discesa in esse di Cristo e delle acque battesimali per la venuta dello Spirito Santo invocato su di esse nel giorno dell’Epifania e ogni volta che si amministra il battesimo. Il secondo punto è l’incarnazione del Verbo di Dio, manifestatasi nella venuta di Cristo come vero uomo.
Un tropario di Sofronio di Gerusalemme (VI-VII secolo) riassume il mistero: «Oggi viene santificata la natura delle acque: si fende il Giordano e trattiene il corso dei suoi flutti, vedendo il sovrano che si purifica. Come uomo sei venuto al fiume, o Cristo re, e ti affretti a ricevere il battesimo dei servi, o buono, dalle mani del precursore, per i nostri peccati, o amico degli uomini. Alla voce di colui che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, tu sei venuto, Signore, dopo aver preso forma di servo, a chiedere il battesimo, tu che non hai conosciuto peccato. Il precursore è stato preso da tremore ed ha gridato: Come la lampada illuminerà la luce? Come il servo imporrà le mani al sovrano? Santifica me e le acque, o salvatore, tu che togli il peccato del mondo».
Il tropario della vigilia dell’Epifania invece è incentrato nella figura del Battista: «La mano con laquale hai toccato il capo immacolato del sovrano, e con la quale ce lo hai additato, sollevala a nostro favore verso di lui, o Battista, con la grande confidenza che possiedi: egli stesso infatti ti ha reso testimonianza, dicendo che sei il più grande di tutti i profeti. Volgi poi di nuovo verso di lui gli occhi che hanno visto il santissimo Spirito scendere in forma di colomba, per rendercelo propizio. E vieni qui con noi, per ratificare l’inno e dareinizio alla solennità».
Giovanni è presentato come il grande intercessore presso Cristo; la mano con cui ha toccato il suo capo nel battesimo diventa simbolo del suo atteggiamento di preghiera, essa tocca il capo di Cristo e intercede per il popolo: «La mano con la quale hai toccato il capo immacolato del sovrano sollevala a nostro favore verso di lui».
Il ruolo di Giovanni come intercessore è confermato da Cristo stesso: «Egli stesso infatti ti ha reso testimonianza, dicendo che sei il più grande di tutti i profeti». La preghiera di Giovanni diventa anche un’epiclesi, una invocazione dello Spirito Santo su tutta la Chiesa: «Volgi poi di nuovo verso di lui gli occhi che hanno visto il santissimo Spirito scendere in forma di colomba, per rendercelo propizio. E vieni qui con noi».
Il tropario ci svela la venuta e la discesa di Cristo nel Giordano, ma ci dipinge l’immagine di Giovanni Battista quasi come il vescovo nella chiesa battezzando e celebrando i Divini misteri: testimone della discesa dello Spirito Santo sulle acque, sui doni sull’altare, sulla Chiesa radunata con lui per pregare.
Il battesimo di Cristo e come conseguenza il battesimo dei cristiani è dono di illuminazione per coloro che lo ricevono. La presenza del salmo 26 all’ora di prima dell’ufficiatura della vigilia («il Signore è mia illuminazione e mio salvatore») e diversi tropari della festa sottolineano appunto il battesimo come nuova creazione, dono di luce e di vita nuova: «Si è manifestato oggi il salvatore, la grazia, la verità, tra i flutti del Giordano, e ha illuminato quanti dormivano nelle tenebre e nell’ombra: perché è venuta, è apparsa la luce inaccessibile.

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