Discussione
del Documento di programmazione economico-finanziaria
per
gli anni 2013-2017 22.gennaio.2013
PRESIDENTE. Si passa al
punto III dell’ordine del giorno: Discussione del Documento
di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2013-2017.
Invito la II Commissione,
Bilancio, a prendere posto nel relativo banco.
Ha facoltà di parlare l’onorevole
Dina per svolgere la relazione.Dopo la relazione rinviamo a domani, puntualmente, alle ore 16.00, con la discussione e la relazione dell’assessore e, successivamente, a martedì prossimo.
DINA, presidente della Commissione
e relatore.
Signor Presidente, signori assessori, onorevoli colleghi, la
presente relazione ha lo scopo di illustrare i contenuti del Documento di
programmazione economico-finanziaria 2013-2017 presentato dal Governo,
sottoponendo all’esamedell’Aula le osservazioni e le
valutazioni della Commissione Bilancio.
L’esame del DPEF
avviene, quest’anno, con la consapevolezza che, a causa della contestuale
presentazione del Documento e dei disegni di legge concernenti il bilancio a
legislazione vigente e la finanziaria, nonché dell’approvazione dell’esercizio
provvisorio per i primi quattro mesi dell’anno, il ruolo di indirizzo
dell’Assemblea teso ad assicurare la connessione logica e temporale tra i
contenuti del DPEF, la risoluzione parlamentare e la predisposizione dei
documenti contabili da parte del Governo risulta, chiaramente, fortemente
depotenziato.
Pur nel contesto
delineato, il Documento predisposto dal Governo presenta elementi di novità
rispetto al passato che sembra opportuno sottolineare insieme ad altri che
appaiono meno convincenti.
Il DPEF si
articola in tre sezioni di cui, la prima, illustra l’andamento delle principali
variabili macroeconomiche, con riferimento ai trend dell’economia
internazionale e nazionale ed alle loro refluenze sul sistema economico
regionale.
Si tratta di una
analisi puntuale che mette in evidenza il difficile momento congiunturale,
caratterizzato da una contrazione del PIL e da un forte calo della domanda
interna.
Sulla base degli
andamenti tendenziali dell’economia in Sicilia, tenuto conto delle recenti
manovre di contenimento della finanza pubblica varate a livello nazionale e del
loro effetto recessivo sul sistema economico regionale, il Governo ritiene di poter definire un tasso di crescita del PIL
programmatico pari allo 0,1% nel 2013, all’1,1% nel 2014 ed all’1,2% nel 2015.
Ciò attraverso
un’attenta revisione delle politiche di sviluppo basate sia sui fondi
strutturali europei che sulle risorse nazionali scaturenti dal Fondo per le
aree sottoutilizzate (FAS), oggi denominato Fondo per lo sviluppo e la coesione
(FSC).
Tenuto conto
della rimodulazione del PO FESR e delle priorità individuate circa l’impiego
dell’FSC, il volume di risorse pubbliche da utilizzare è quantificato,
complessivamente, in 7.171 milioni di euro. Se, in occasione di precedenti
documenti di programmazione, le previsioni formulate dal Governo potevano
sembrare eccessivamente ottimistiche e, pertanto, di difficile realizzazione,
nel Documento oggi all’esame del Parlamento, le stesse appaiono, a mio avviso,
più realistiche e, dunque, nel complesso condivisibili.
Segnalo,
tuttavia, che i più recenti dati forniti dalla Banca d’Italia sull’andamento
del PIL nazionale rivedano al ribasso le precedenti stime, il che determinerà
effetti anche sul tasso di crescita dell’economia siciliana.
La seconda parte
del DPEF definisce il quadro tendenziale della finanza pubblica regionale, alla
luce dei vincoli scaturenti dalla finanza pubblica nazionale ed in particolare
dai provvedimenti di spending review e dal Patto di stabilità interno
nonché dagli obiettivi strategici ed economico finanziari già definiti con il
Piano di rientro e riqualificazione del sistema sanitario regionale 2007-
2009 e con il POR 2007-2013.
In particolare,
il quadro tendenziale di finanza pubblica, costruito facendo riferimento alle
principali componenti dell’entrata e della spesa a legislazione vigente,
integrate dalla metodologia delle politiche invariate, mostra il persistere,
nel periodo 2012-2015, della situazione di criticità già emersa negli esercizi
precedenti. Ciò in relazione alla difficoltà di
acquisire al bilancio regionale risorse sufficienti a garantire il livello
delle spese ed a fronteggiare le maggiori esigenze finanziarie manifestatesi
negli ultimi anni, soprattutto nei settori del trasporto pubblico locale, della
sanità e della forestazione.
Dall’analisi dei
dati del quadro tendenziale si rileva, per il 2012, rispetto all’esercizio
finanziario precedente, un lieve decremento del gettito delle entrate correnti
secondo le stime del PIL regionale;
una contrazione
delle spese correnti, nonostante la loro difficile comprimibilità; un
incremento delle entrate in conto capitale, dovuto all’accertamento delle somme
residuali riferite alla chiusura dei programmi operativi della programmazione
comunitaria 2007–2013 e delle rimanenti erogazioni delle risorse previste dal
PAR FAS Sicilia 2007–2013; una flessione infine delle spese in conto capitale;
un lieve miglioramento di tutti i principali saldi tendenziali.
Nel triennio
2013–2015 si evidenzia, altresì, un peggioramento di tutti i principali saldi
di finanza pubblica, a conferma dello squilibrio strutturale dei conti
regionali.
Anche in questo
caso, le previsioni formulate dal Governo appaiono realistiche e, pertanto,
complessivamente condivisibili.
La terza parte
del DPEF illustra il processo di aggiustamento strutturale dell’economia e
della finanza siciliane, che il Governo intende perseguire. In particolare, il
quadro programmatico degli indicatori di finanza pubblica regionale è costruito
partendo dalla considerazione che l’attuale scenario macroeconomico regionale
mostra segnali poco incoraggianti.
Il crollo della
domanda interna e del PIL ed il conseguente effetto depressivo sulle entrate
non rendono realistico il raggiungimento dell’obiettivo del riequilibrio dei
conti pubblici, anche in presenza di una rigorosa politica di bilancio,
finalizzata alla riduzione ed alla riqualificazione della spesa corrente.
Pertanto, il Governo ritiene necessaria la definizione di un programma
di interventi concordati con lo Stato, che consenta, attraverso il supporto
delle risorse nazionali, di proseguire nell’azione di risanamento della finanza
pubblica regionale e di aggiustamento economico-finanziario.
Dal confronto
tra i dati tendenziali e quelli programmatici si evidenzia un deciso
miglioramento di questi ultimi rispetto ai primi, che deriverebbe dai seguenti
interventi:
- contenimento della
spesa corrente in favore di quella in conto capitale;
- riduzione dei costi
di funzionamento in favore della spesa per i servizi;- miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza nella riscossione delle entrate;
- miglioramento nella gestione dei residui;
- revisione dei meccanismi di spesa e riduzione dei costi del personale
del settore pubblico allargato;
- revisione dei regimi
tariffari, dei canoni e dei procedimenti di riscossione;
- razionalizzazione dei consumi intermedi, attraverso il sistema delle
centrali uniche per gli acquisti della Regione, degli enti locali e della
sanità;
- verifica del censimento degli immobili, finalizzato alla valorizzazione
del patrimonio immobiliare regionale, anche attraverso un rafforzamento della
collaborazione con la Cassa depositi e prestiti;
- riordino delle
società partecipate, con l’obiettivo del rilancio della loro produttività;
- introduzione di strumenti di valorizzazione del capitale umano
all’interno della pubblica amministrazione regionale.
Come ho già
avuto modo di osservare in Commissione, è questa la sezione del DPEF che, a mio
giudizio, è meritevole di un approfondimento. Sarebbe, anzitutto, opportuno che
il Governo fornisse
i dati programmatici non soltanto
in percentuale del PIL, ma anche in valori assoluti.
Le stime di miglioramento
degli indicatori di finanza pubblica operate nel Documento possono, inoltre,
apparire eccessivamente ottimistiche e di difficile realizzazione, non essendo,
tra l’altro, quantificata la percentuale di miglioramento dei saldi
riconducibile a ciascuna azione elencata. Mi sembra, a questo punto, opportuno
soffermarmi su quello che ritengo il vincolo più gravoso per le finanze
pubbliche regionali, ossia la necessità di rispettare i parametri stabiliti dal
Patto di stabilità interno.
Come è noto, il
Patto nasce dall’esigenza di assicurare la convergenza delle finanze pubbliche
degli Stati membri dell’eurozona verso specifici parametri, condivisi a livello
europeo in seno al Patto di stabilità e crescita e formalizzati con il Trattato
di Maastricht, riassumibili nei due famosi parametri del 3% relativo al limite
massimo del rapporto tra indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni e
PIL e del 60% relativo al rapporto tendenziale tra lo stock del debito delle
pubbliche amministrazioni ed il PIL.
Con riferimento
al Patto di stabilità interno per il 2012, in osservanza a quanto disposto
dalla normativa vigente, la Regione e il Ministero dell’economia e delle
finanze hanno definito una intesa
in data 4
ottobre 2012, fissando il livello complessivo delle spese
finali per l’anno 2012 in 6.351 milioni di euro per gli impegni (-1.410 milioni
rispetto all’anno precedente) ed in 5.231 milioni di euro per i pagamenti
(-1.410 milioni).
Come è possibile
desumere dai dati riportati nelle tabelle A.2.1 e A.2.2 dell’appendice
statistica al DPEF, nei confronti del 2011 si è determinata, pertanto, una
drastica riduzione del livello di spesa effettuabile, sia in termini di impegni
che in termini di pagamenti, il che ha fortemente condizionato la capacità di
spesa non soltanto della Regione, ma anche delle province e dei comuni
siciliani.
Questo trend è
destinato a permanere anche nel prossimo triennio. Infatti, alla luce del
contributo aggiuntivo di 500 milioni di euro per le autonomie speciali previsto
dalla legge di stabilità per il 2013, si stima che, negli anni 2013-2015, gli
obiettivi di spesa siano i seguenti:
per il 2013 impegni
pari a 5.748 milioni di euro e pagamenti pari a 4.628 milioni di euro;per il 2014 impegni pari a 5.596 milioni di euro e pagamenti pari a 4.476 milioni di euro;
per il 2015 impegni pari a 5.748 milioni di euro e pagamenti pari a 4.628 milioni di euro.
Nel quadro
delineato, ritengo sia importante assicurare agli enti locali un recupero di
flessibilità nella spesa, attraverso il pieno utilizzo dello strumento del Patto di stabilità regionale verticale
incentivato, introdotto dal decreto legge n. 95/2012, che consente a ciascuna
regione, a fronte di un contributo finanziario erogato dallo Stato per
abbattere il debito, di liberare spazi finanziari per ridurre gli obiettivi di
patto dei comuni.
La legge di
stabilità per il 2013 ha assegnato a questo fine uno specifico plafond alla
nostra Regione, che il Governo intende utilizzare per consentire ai comuni di
incrementare la spesa per investimenti. Nel condividere un tale obiettivo,
formalizzato nel Documento, reputo utile che, anche
attraverso una
revisione della normativa vigente, lo strumento possa essere esteso a favore
delle province, al fine di ridurre il peso del Patto anche per tali enti.
Dal dibattito
sviluppatosi in Commissione Bilancio, si sono evidenziati una serie di elementi
che ritengo vadano maggiormente approfonditi da parte del Governo. Occorre,
inoltre, preliminarmente evidenziare che le osservazioni ed i pareri delle
Commissioni di merito sono stati tutti favorevoli al DPEF, eccezion fatta per
la V Commissione che si è pronunciata sfavorevolmente in quanto non ha ritenuto
che le politiche concernenti la cultura, la
formazione e il lavoro fossero state sufficientemente sviluppate.
Passo, a questo
punto, ad illustrare i principali spunti di riflessione che sono scaturiti
dall’esame del DPEF in Commissione.
Con riferimento
alla I Commissione - Affari istituzionali, sono emersi degli aspetti
concernenti gli enti locali, dei quali darò conto in seguito. Il Governo ha
comunque anticipato che, grazie all’adesione al patto di stabilità verticale ed
alla cosiddetta social housing, gli enti locali, a
partire dal 2013, avranno risorse ulteriori per circa 220 milioni di euro.
La III Commissione
- Attività produttive ha espresso apprezzamento rispetto alla volontà del
Governo regionale di procedere a una revisione della spesa non orizzontale,
bensì qualificata, al fine
di evitare di
penalizzare le famiglie e le imprese. La stessa Commissione ha valutato,
inoltre, con favore la scelta di avvalersi del patto di stabilità regionale
verticale incentivato nell’ottica di agevolare le spese per investimenti dei
comuni.
La Commissione
ha proposto, con riferimento alle attività produttive, di finanziare e
rafforzare gli interventi che abbiano avuto positivi riscontri e, in
particolare, il credito agevolato per le imprese artigiane offerto dalla CRIAS,
raccomandando che il medesimo strumento sia utilizzato a favore delle imprese
operanti nel settore del commercio. Ha rappresentato, altresì, la necessità di
destinare ulteriori risorse alle misure previste dagli articoli 1 e 2 della
legge regionale n. 23/2008 e al microcredito per le imprese.
La IV
Commissione - Ambiente e territorio, ha osservato che il documento sia privo
della programmazione in materia di porti
turistici e che la trattazione delle politiche relative all’energia e al
turismo avrebbe meritato il confronto con i rappresentanti del Governo.
La V Commissione
- Cultura, formazione e lavoro, ha sottolineato che nel DPEF non si rivengono
soddisfacenti indicazioni in merito alle politiche del lavoro, della formazione
ed a quelle culturali. A questo proposito va evidenziato che la Commissione
Bilancio ha preso atto della presenza nelle tabelle allegate al Documento di
programmazione economico-finanziaria, degli elementi quantitativi concernenti
le predette politiche, ancorché abbia riscontrato l’assenza dei relativi
aspetti descrittivi.
La VI
Commissione ha fatto pervenire delle osservazioni concernenti il potenziamento
delle strutture dedicate alle emergenze,
la ridefinizione dei setting assistenziali e l’accrescimento delle
strutture pubbliche. La medesima Commissione ha inoltre rappresentato la
contrarietà della stessa in ordine all’accentramento dei
laboratori di diagnostica.
La Commissione
per l’esame delle attività dell'Unione Europea, ha invitato il Governo a
seguire con particolare attenzione le linee strategiche delineate nel documento
comunitario EUROPA 2020.
Inoltre, ritiene che il Governo
debba dare sostegno:
- ai processi di innovazione
delle micro, piccole e medie imprese siciliane;- alla realizzazione di strutture, laboratori aperti e grandi infrastrutture di ricerca;
- alla
valorizzazione, attrazione e qualificazione del capitale umano e sostegno
all’Alta Formazione, coinvolgendo anche le Università, Enti di ricerca
pubblici, Aziende Ospedaliere, IRCCS, Fondazioni e istituzioni sia siciliane
che straniere;
- alla ricerca e
al trasferimento tecnologico, con particolare riguardo ai progetti innovativi
nei settori della salute, dell’agroalimentare, dell’energia e dell’ambiente;
- alle nuove
azioni di partenariato con Regioni e Paesi esteri, per contribuire a dare più
visibilità all’eccellenza siciliana nei settori strategici;
- alla promozione,
come da indicazione della strategia EUROPA 2020, di un'agenda per nuove
competenze e nuovi posti di lavoro .
Ritornando al
DPEF, trovo opportuno segnalare, che manovre di riprogrammazione delle risorse
comunitarie quali quelle che hanno portato alla definizione del Patto di azione
e coesione, illustrate nelle tabelle A1.8, A1.9 e A1.10 dell’appendice
statistica al Documento, comportino un maggiore coinvolgimento delle competenti
commissioni del Parlamento, anche attraverso una revisione della vigente
normativa regionale.
Come ho già
accennato nella parte iniziale della relazione, l’esame del DPEF in Assemblea
avviene quest’anno in un contesto particolare, non soltanto dopo la
presentazione, da parte del Governo, dei documenti contabili per il 2013 e per
il triennio 2013-2015 ma anche dopo l’approvazione ell’esercizio provvisorio per i primi quattro
mesi dell’esercizio 2013 e dopo l’utilizzo di gran parte dei fondi globali
previsti dal bilancio a legislazione vigente per la proroga dei contratti del personale
a tempo determinato, con un inevitabile disallineamento tra il quadro di
finanza pubblica illustrato dal Documento e gli attuali saldi del bilancio.
Da una prima
analisi dei documenti contabili, appare evidente che la carenza di risorse
finanziarie ha indotto il Governo, nella quantificazione dei macroaggregati del
bilancio, a sottostimare le isorse da
assegnare a numerosi comparti di intervento regionale, come ha confermato lo
stesso Assessore per l’economia in Commissione. Mi sembra, quindi, opportuno
che l’Assessore fornisca anche in Aula qualche anticipazione su come procedere
ad integrare le attuali disponibilità, con particolare riferimento ai settori degli enti locali,
della forestazione, della ricerca in agricoltura, del trasporto pubblico
locale, degli sportelli multifunzionali, dei contributi ad enti ed associazioni
che hanno storicamente
svolto un importante ruolo culturale o sociale. Ciò anche al fine di evitare
che, in tali ambiti, si determinino negative ricadute sui livelli occupazionali,
in un contesto come quello attuale, già caratterizzato da un grave
deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro.
Sarebbe,
altresì, utile conoscere i progetti del Governo in relazione ai settori della
sanità, della formazione professionale e delle società partecipate, che
necessitano di una profonda rivisitazione delle attuali politiche, non soltanto
nell’ottica della spending review ma anche del perseguimento di
condizioni più ottimali di efficienza ed efficacia di gestione.
In conclusione,
nel ribadire il parere positivo della Commissione Bilancio sul Documento di
programmazione economico-finanziaria per gli anni 2013-2017, colgo l’occasione
per ringraziare gli onorevoli colleghi e il Governo per le osservazioni ed i
suggerimenti formulati nel corso dell’esame dello stesso.
Ringrazio,
inoltre, gli Uffici per il supporto tecnico fornito durante tutte le fasi
dell’istruttoria del Documento in Commissione ed auspico che il dibattito
successivo possa fornire elementi che possano essere trasfusi nell’ordine del
giorno che alla fine del dibattito scriveremo e voteremo.
PRESIDENTE. Grazie,
onorevole Dina.
Onorevoli
colleghi, la seduta è rinviata a domani, mercoledì 23 gennaio 2013, alle ore
16.00, con il seguente ordine del giorno:
I - ComunicazioniII - Seguito della discussione del Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2013-2017
Relatore: on. Dina
La seduta è tolta alle ore 19.43
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