ecumenismo
Oggi abbiamo avuto modo di assistere su tutto il territorio nazionale su Rai1 alla
Liturgia domenicale (messa viene detta comunemente) secondo il rito bizantino.
L’occasione è stata offerta dalla Settimana per l’unione dei Cristiani che
ricorre ogni anno nella seconda metà di gennaio. Il rito è stato trasmesso dalla
Cattedrale di Lungro, in Calabria, e celebrante è stato il nuovo Eparca, Mons. Donato
Oliviero.
Cosa è l’ecumenismo ?
Si potrebbe dire che è l’insieme delle iniziative e dei propositi per addivenire
all’unità dei cristiani (cattolici, ortodossi, protestanti). Alcuni fanno risalire questo Movimento al Medioevo, quando ci furono tentativi d’unione, come
quelli della Chiesa di Roma con le Chiese orientali ai Concili di Lione (1245 e 1274) e soprattutto
di Ferrara-Firenze-Roma
(1438-45). Però quei tentativi erano mossi dalla Chiesa di Roma nella
consapevolezza che l’Oriente si trovava in estrema debolezza in quanto
incalzato dalla minaccia turca. Non c’era in quelle iniziative alcuno spirito di fraternità ma molta volontà di ricatto.
Altri tentativi si ebbero tra il 16° e il 19°
sec., mentre maturava, in isolate figure di pensatori ed ecclesiastici (per
es., J. Križanić, G.W. Leibniz, V.S. Solov′ëv, J. Keble,
Pusey, J.H. Newman,
H.E. Manning), la riflessione sull’esigenza dell’unità dei
cristiani.
Ma solamente dagli inizi del 20° sec. si è iniziato a usare il
termine ecumenismo per indicare il movimento per l’unità dei cristiani.
La svolta
decisiva, nella Chiesa Romana, in direzione dell’ecumenismo fu segnata da Giovanni XXIII
con l’annuncio (1959) del concilio Vaticano II e l’istituzione (1960) del
Segretariato per l’unione dei cristiani, presieduto nel primo periodo dal card.
A. Bea
e quindi dal card. J. Willebrands.
Il concilio, a
cui presero parte per la prima volta numerosi osservatori non cattolici,
approvò (1964) quasi all’unanimità il decreto Unitatis redintegratio sull’ecumenismo, che
riconosce un patrimonio comune e una comunione fondamentale tra la Chiesa
cattolica e le altre Chiese e comunità cristiane.
Un gesto carico di significato fu, alla
vigilia della conclusione del Vaticano II, la revoca delle reciproche
scomuniche pronunciate nel 1054 da Roma e Costantinopoli.
Paolo VI
sviluppò e approfondì notevolmente l’impegno della Chiesa cattolica nel dialogo
ecumenico, poi ribadito da Giovanni Paolo II. Nel 1988 Giovanni Paolo II promosse il
Segretariato per l’unione dei cristiani a Pontificio consiglio per la
promozione dell’unità dei cristiani, che nel 1993 pubblicò il nuovo Directoire pour l’application des
principes et des normes sur l’oecuménisme, cui seguì nel 1995
l’enciclica Ut unum sint.
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