domenica 25 novembre 2012
Sicilia. Cambiare tutto per non cambiare nulla
SICILIANISMO.
La nostra isola oggi nel contesto del mondo moderno e' molto poco conosciuta, al di la'degli stereotipi che la vogliono "mafiosa". La Sicilia "greca", quella "romana", quella "araba" e quella "normanna" erano realta' protagoniste del loro tempo.
Eppure il "sicilianismo" e' un prodotto culturale-sociale dei tempi piu' vicini a noi. Consiste in quell'atteggiamento che fa di noi un miscuglio di vittimismo, permalosita', frustrazione che a contatto con l'elemento ancora piu' caratterizzante, l'arroganza, da -appunto- vita al "sicilianismo".
Il sicilianismo e' divenuto, come e' logico che fosse pure settarismo nei confronti di tutti coloro che non riconoscono le "glorie isolane".
Sicilianismo non e' stato altro che il presupposto pseudo-culturale della malafede siciliana, e della mafia.
L'Europa ha tentato di ri-scoprire la Sicilia nel Settecento:i grandi viaggiatori del Nord-Europa sono interessati a scoprire la cultura classica, quella greca, e setacciano qui da noi i maestosi siti archeologici. Piu' l'Europa si interessa dell'isola, ritenuta decadente rispetto ad un glorioso passato storico, piu' in Sicilia i ceti dirigenti spandono in giro un risentito rifiuto. Si rifiuta la cultura illuministica ed il progresso manifatturiero che soffia nel continente ma non si vuole nemmeno individuare una via propria di sviluppo.
Siamo al "gattopardismo", quel fenomeno culturale per il quale rivendichiamo "autonomismo" ed innalziamo grandi nebbie attorno a noi per pero' conservare lo "status quo". Le parole d'ordine che piu' ci hanno affascinato nei tempi recenti sono, appunto, "autonomismo", e "rivoluzione" e sono sempre servite per restare "immobilizzati".
Ps. Questa riflessione ci giunta spondanea dopo avere letto la lista degli assessori che il governatore "Crocetta" ha insediato nella Regione Sicilia. Ci era stata promessa la "rivoluzione" ed abbiamo avuto una fitta schiera di uomini/donne gia' collaboratori di Toto Cuffaro.
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