venerdì 30 novembre 2012
PALAZZO DEI NORMANNI. Quel mondo parassitario tanto lontano dal modo di vivere dalla gran parte dei siciliani
Viviamo in una Regione dove il disagio sociale e' diffuso. Il 60% dei giovani non trovano lavoro, le decine di migliaia di precari stentano e soffrono perche' la loro speranza e' continuamente affidata a politicanti da quattro soldi, arruffoni ed ignoranti, e' cosa vergognosa che si continuino a scoprire privilegi assurdi ed offensivi per la dignita' umana.
Il Movimento 5 Stelle in questi giorni ha condotto una ricerca sul modo in cui a Palazzo dei Normanni i sodi dei contribuenti vengono buttati fuori dalle finestre; da questa ricerca condotta in questi primi giorni di legislatura siamo venuti a sapere che in Sicilia esiste una categoria di lavoratori (o parassiti ?) dei “Graditi”.
Si tratta di persone che si occupano del servizio ristorazione del Palazzo.
Sono camerieri o banconisti che, al momento della stipula del contratto (con la ditta che ha vinto l’appalto), hanno raggiunto “una continuità lavorativa di almeno 10 anni, anche se con diversi ditte all’interno dell’ARS.
Lavoratori quindi che indipendentemente dalla continuita' o meno della ditta-gerente hanno una assiduita' di attivita' da almeno 10 anni.
Ebbene, "i graditi" sono percettori di due stipendi rispetto ai loro colleghi del resto d'Italia pur svolgendo le stesse mansioni.
Gli onorevoli del Consiglio di Presidenza di Palazzo dei Normanni, gente che purtroppo e' stata rieletta nella recente tornata elettorale, ha attribuito un “premio di gradimento” (non si sa bene a quale titolo oggettivo) disegnato ad hoc per queste figure, figure che e' inutile fingere di non sapere che sono amici degli amici degli amici.
Questo premio di "gradimento" si aggiunge allo stipendio della ditta appaltante tenuta a rispettare quanto previsto dal CCNL della ristorazione. Il premio di "gradimento" viene corrisposto per 14 mensilità aggiuntive per un ammontare di 1.800 euro mensili.
Il “premio di gradimento” grava -come prevedibile- ancora una volta sulle tasche dei cittadini (a loro insaputa). Una spesa improduttiva, che entra a pieno titolo tra gli sprechi di una macchina regionale costosa e che vede purtroppo, anche dopo le recenti elezioni, personaggi squallidi per gestire il "bene comune".
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