venerdì 23 novembre 2012
Crisi finanziaria. La ricetta liberista pone la finanza nella postazione di regia.
La crisi finanziaria è finita o sta finendo, come ci dicono alcuni tecnici, oppure siamo ancora nel bel mezzo della tempesta?
La Grecia continua a rimettere in discussione la stabilità dell’euro ed i Paesi interessati, con i loro eterni indugi, rimandano decisioni che avrebbero potuto essere assunte già da anni in tutta tranquillità.
Fu lla miopia della Germania a mettere in moto un meccanismo vizioso che ci ha portati fino adesso col chiedere ad Atene sacrifici durissimi e poco sopportabili dalla popolazione. Ma l’insistenza, da parte di Berlino e dei suoi più stretti alleati, su tagli a tutti i costi senza mai volere acconsentire, per paura di una impennata inflazionistica, alla ripresa, ha portato all’attuale collo di bottiglia.
L'euro e' ancora a rischio crisi e vede minacciata la propria stabilità proprio mentre una delle principali agenzie mondiali di “rating” declassa il debito sovrano della Francia.
Certo, non ci troviamo di fronte a una tempesta tale da sconquassare il sistema europeo. Ma dobbiamo continuare a convivere con una strisciante instabilità.
E chissà quanto a lungo durerà la situazione. In questo quadro, l’Italia ha già dato in abbondanza sul fronte del rigore finanziario, e ora ha bisogno di spinte verso la ripresa, verso lo sviluppo, verso una fiducia da far riscoprire ai consumatori.
L’Italia va avanti da mesi con la bussola del rigore (che fino a certi livelli dovrebbe costituire un indice permanente di normalita' contro gli sprechi ed i ladrocinii a cui ci ha assuefatto una classe politica fra le piu' indecenti del pianeta), ma non riuscirà mai a ritrovare la strada degli investimenti, dei consumi, dei nuovi posti di lavoro, se la tecnica, l'ingegneria finanziaria, non cederà il passo ai bisogni della comunita'.
Lo sviluppo e' in buona parte figlio della fiducia nei confronti dell'avvenire. Un popolo privo di speranze non riuscira' mai a prosperare. Questo e' proprio il compito della buona politica, quella che manca in Italia.
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