giovedì 8 novembre 2012

Barack Obama. Davanti a sè ha problemi immani, può contare però su una classe politica composta da persone serie

ll primo presidente afro-americano appena eletto si ritrova sulla schiena la peggiore crisi economico-finanziaria dopo quella del 1929.
Aiutato comunque dal presidente della Federal reserve, è riuscito a mettere in moto l’economia americana  che, nel terzo trimestre di quest’anno, ottiene un aumento di Pil del 2 per cento (ricordiamo che l’Italia retrocede invece del 2,3 per cento). Inoltre con l’aumento del Pil sta aumentando in maniera superiore alle aspettative l’occupazione.
Il presidente rieletto -nel corso della campagna elettorale- è stato piuù volte accusato dagli avversari di essere uno statalista, che negli Usa è una gravissima colpa venendo assimilata a socialista, ad avversario del liberismo.
 
Problemi difficili attendono nei prossimi mesi Barack Obama.  Dovrà affrontare la riduzione del debito pubblico di ben 1.200 miliardi di dollari, per evitare un appesantimento del bilancio federale, anche se dobbiamo ricordare che il costo dei titoli governativi Usa è pari a quello della Germania. Infatti fra i treasure americani e i bund tedeschi non vi è alcuno spread, contrariamente alla situazione italiana.
Bisogna tener conto inoltre, che quel debito pubblico americano è inferiore al Pil del paese, mentre in Italia è al 126 per cento.
Nonostante ciò, Obama dovrà ridurlo e potrà farlo diminuendo le spese militari,  tagliando molte altre spese federali, in modo da fare emergere risorse per potenziare investimenti e opere pubbliche e, con essi, puntare ad aumentare fortemente il numero di posti di lavoro.
In questa breve sintesi, c’è il quadro di una democrazia sana e soprattutto composta da politici seri sia che siano democratici che repubbloicani.
Cosa assolutamente assente in Italia, dove la sensazione generale è che chi si occupa di politica, al minimo, è un furbo. Lasciamo stare cosa si pensa oltre il minimo ...

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