venerdì 5 ottobre 2012

Enzo Tortora a Rai Uno ......di Nicola Graffagnini

 
Penso che per  quelli   della mia età che erano abituati a vedere:  < Portobello >  ogni Venerdì (tanto non  c’era  proprio nulla   negli altri canali !), fu un vero e proprio shock  la notizia  sparata  al telegiornale della sera   con le  immagini  puntuali   di Enzo Tortora arrestato per  droga   con le manette ai polsi e  un nugolo di carabinieri intorno, questa  fu anche l’impressione del  regista e  figlio d’arte, Ricki Tognazzi  che  confessa a Rai in diretta, vedeva  la puntata  a Velletri col padre e il fratello.
La storia  di Tortora appartiene a tutti noi  e data la macroscopica evidenza dell’errore giudiziario  ancora oggi ci chiediamo  come mai  sia  potuto accadere  una cosa del genere  e  cosa ancor più grave  come mai  alla famiglia  non  sia ancora  pervenuto un soldo  di rimborso  da parte dello Stato.
Tortora fu condannato a  10 anni  in primo grado senza uno straccio di  prova dibattimentale  ma  in appello, grazie a dei giudici onesti e corretti   fu assolto   e per la verità  lo stesso Tortora, più volte  e pubblicamente  aveva   dichiarato   la sua fiducia nella   magistratura italiana.
Tra  il primo processo e l’appello, consigliato dalla sorella  combattiva e  protettiva nei suoi confronti, decise  di candidarsi  al Parlamento europeo  nelle liste dei Radicali, che da sempre avevano  condotto  battaglie  libertarie  per  la vivibilità delle carceri e per la  riforma del processo.
Eletto  con   la cifra  di 450 mila voti   nel Collegio  di Milano, rinunciò all’immunità parlamentare, novello Socrate,   per difendersi  nel processo   il più in fretta possibile.
Lui per primo in tutta la vicenda umana, abilmente descritta  dal regista, nonostante tutto continuava  a nutrire     fiducia  incrollabile  nella giustizia  italiana, tanto è vero che  a  chi lo informava  nella notte   famosa  dei  probabili arresti, probabilmente  con l’intenzione di farlo fuggire, rispondeva   dichiarando  di   aspettare  da fermo  gli avvenimenti.
Penso  che  la produzione RAI  sulla vita  di Enzo Tortora  venga a colmare  un vuoto  di informazione  sulla vicenda, magari conosciuta  da quanti   abbiamo superato  una certa  età  e non dai giovani   che   ora si affacciano  all’impegno sociale, così come il giovane  figlio del  Giudice a latere  che  attratto dalla vicenda  emblematica di Tortora, nel primo giorno del  processo,   confessa al padre, non senza emozione,  di volersi iscrivere a Legge.
Ecco, basta  questa  ultima notazione  a mò di epilogo  da catarsi greca, a mio parere,  per   salutare  con positivo giudizio  le due puntate di Tortora, sperando  che  dalla storia di ieri  si traggano buone  soluzioni  per   l’oggi, in special modo  per  i ventimila detenuti  in attesa di giudizio e di una legge  bipartisan di amnistia e per  il domani che verrà, per concludere  una storia  di viva  e struggente  attualità  !

NG

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