Con un
provvedimento della Congregazione del Clero Don Ninni Treppiedi, parroco di
Calatafimi è stato sospeso "a divinis", con accuse molto gravi: tra
il 2007 e il 2009 avrebbe gestito “affari” per circa 900mila euro, senza che
ne abbia curato la rendicontazione.
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Sembrerebbe
che i conti aperti presso lo Ior (la banca vaticana) siano stati a disposizione
del mafioso Matteo Messina Denaro.
Padre
Ninni Treppiedi, è incorporato alla Diocesi di Trapani, di cui ha svolto il
ruolo di responsabile degli uffici
giuridici e amministrativi della Curia. E’ stato anche arciprete di Alcamo.
La sua
storia pubblica comincia con i lavori di ristrutturazione di alcuni immobili della
parrocchia San Silvestro Papa di Calatafimi, e con l'“alienazione” di 11altri immobili, per complessivi 943mila e 500 euro,
di cui non non avrebbe curata la
rendicontazione. Altre somme –con assegni per circa €. 100 mila- risulterebbero prelevati dal conto della parrocchia
di Calatafimi senza che sia adotta motivazione.
La magistratura da parte sua avrebbe rilevato rogiti
falsi, altri soldi spariti e due conti presso lo Ior nella disponibilità di padre
Treppiedi. La Procura di Trapani ha avviato la rogatoria internazionale, ma dal
Vaticano finora non è giunta l’auspicata collaborazione.
Il Vaticano
avrebbe invece rimproverato il vescovo
Miccichè, adesso rimosso dall’incarico, per avere permesso una perquisizione in
un locale religioso di Alcamo.
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