sabato 14 aprile 2012

Sicilia: La Regione imbranata.
Siamo ormai a metà Aprile e le mezze calzette di Palazzo dei Normanni, i 90 uomini che rappresentano se stessi e le proprie famiglie, ancora non hanno allestito uno schema contabile che possa chiamarsi “Bilancio di Previsione per il 2012”.
Questi signori, è risaputo non sanno amministrare nemmeno le finanze di casa propria, non hanno nessuna idea di cosa possa significare predisporre un programma finanziario per una comunità di 5 milioni di persone. Pensi il lettore che un terzo di costoro si sono finora dati da fare in azioni in contrasto con la legge (sono infatti indagati o addirittura imputati dalla Magistratura).
Il governo della Regione da settimane gioca con schemini privi di veridicità in cui alterna queste tre semplici voci:
-entrate
-uscite,
- Avanzo finanziario.
Tutti i 90 si ingannano, sapendo di ingannarsi, in giochetti che non sono solamente contabili ma anche sociali, politici ed economici.
=Politici, perché il documento fondamentale che regola la Regione, non essendo  veritiero, inganna i cittadini;
=sociali, perché dal momento che la maggior parte delle uscite non sono coperte da entrate sicure accadrà inevitabilmente che non saranno effettuate, con grave sofferenza del tessuto sociale e di quello economico.
I 90 inconcludenti di Palazzo dei Normanni ed i membri imbranati del governo Lombardo (Assemblea e Giunta di Governo) temono che nella vigenza del governo Monti il commissario dello Stato, prefetto Aronica, voglia davvero fare il “Commissario” ed ovviamente voglia accorgersi (dopo 60 anni di commissari ciechi) che il documento contabile regionale  contiene entrate fasulle e, peggio ancora, spese non coperte dalle entrate sicure. Il rischio d’impugnativa per la prima volta in 60 anni di finanza regionale cialtrona appare verosimile, assieme alla conseguenza inevitabile che la accompagna: lo scioglimento dell’Assemblea regionale e la nomina dei commissari parlamentari.
Un disastro per questi 90 padri di famiglia che invece di percepire €. 20.000,oo di indennità mensile dovranno poi accontentarsi di -sia pure ricchi- “Vitalizzi” da nababbi.
Alcuni osservatori in effetti pensano che l’inettitudine dei 90 e quella degli ultra inconcludenti tecnici del governo Lombardo punti all’interruzione della legislatura (tenendo conto pure della circostanza che la Sicilia ha un governatore indagato e rinviato a giudizio per reati che nessun altro governante del pianeta possiede: concorso esterno con la mafia). Un modo furbesco per non prestar fede alle proprie responsabilità, soprattutto a quelle della diligenza del padre di famiglia che ha il dovere di tenere in ordine i propri conti.
La questione in cui questi cialtroni sono attualmente imbrigliati riguarda le uscite per impegni presi negli anni precedenti nei confronti di dipendenti regionali, consulenti amici dei politicanti, servizi, fornitori e via elencando. Questi impegni  non si riesce più a sostenerli perché nelle casse della Regione esistono solamente spiccioli e miliardi di debiti. I giochi di prestigio contabili non funzionano, salvo che per brevi momenti, e questi momenti sono già stati abbondantemente superati. Il Commissario dello Stato per la prima volta nella Storia ha fatto sapere che egli sa leggere le carte contabili, al contrario dei precedenti che chiudevano non  un solo occhio ma entrambi.
La Regione è imbranata e non solo non sa come si spendono i fondi strutturali dell’Unione Europea ma addirittura coltiverebbe più di un pensiero per destinarli alle spese correnti: pagare stipendi, consulenze, viaggi, cerimonie. Roba da … mascalzonate o meglio da galera.
Il Governo e l’Assemblea regionale con i loro comportamenti lavorano contro la massa dei 5 milioni di siciliani per tentare di favorire quella ristretta minoranza di essi che lavora nel settore pubblico e che sa fare da galoppini ai 90 inetti e parassiti nei momenti elettorali.
Gli stipendi del pubblico impiego vengono sempre puntualmente pagati, costoro non vanno mai in cassa integrazione, né vengono licenziati per improduttività o per esubero o per ragioni economiche ex art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.
I dipendenti del settore privato vengono licenziati, non sempre percepiscono l’indennità di disoccupazione e le loro famiglie versano in gravi condizioni.
Esistono due Sicilie.

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