domenica 29 gennaio 2012

Non serve usare i forconi, basta usare la testa

Frange del mondo berlusconiano a guidare i forconi

 Nei giorni scorsi Raffaele Lombardo, pressato dalle proteste che dilagavano in più angoli della Sicilia, è andato a Roma. Qualcuno si è chiesto che ci va a fare ? Se il 90% degli argomenti che costituiscono la piattaforma degli scioperanti ricade nelle competenze dello Statuto Siciliano, perché Raffaele Lombardo è andato a Roma ?
Qualcuno ha risposto che il viaggio a Roma di Lombardo a Roma era corrispondente ai viaggi a Bruxelles che ricorrentemente fa Mario Monti.
Se così veramente dovessero stare le cose ed avendo Mario Monti appreso la lezione che continuamente viene impartita a Bruxelles, dove ad ogni viaggio gli verrebbe chiesto: “Avete rimesso le carte a posto?”, il premiere, con la sua flemma tutta inglese avrà posto a Raffaele Lombardo la seguente domanda: “Hai sistemato le carte, hai fatto il taglio della spesa regionale parassitaria ?”.
In cosa consiste l'allusione ? Non c’è dubbio:
-agli otto miliardi di fondi europei 2007-2013 non utilizzati e di cui finora risultano impegnati solamente il 7 o l’8%.
-all’eccesso di spesa corrente, rispetto agli investimenti, del bilancio regionale.
 Se così dovessero stare le cose e purtroppo così stanno non c’è dubbio che Mario Monti non ha molto da operare nell'immediato per risolvere la crisi dei forconi che ha visto impegnati agricoltori, pescatori, autotrasportatori e studenti.
Ad affrontare le relative questioni dovrà essere la Regione (a Statuto Speciale) in forza delle immense attribuzioni istituzionali che su di essa ricadono.
Esistono però problemi infrastrutturali strategici su cui a non  avere le carte a posto è lo Stato.
Nel Meridione il reddito medio pro-capite è pari al 60% di quello medio degli italiani, le infrastrutture civili (strade, ferrovie, ospedali etc.) sono del 40% carenti rispetto alla media dell'intero paese. In Sicilia le famiglie sotto il livello di povertà sono il doppio della media del paese.
Nel Meridione il grado di fiducia nei politici (politicanti) è inesistente, anche se bisogna riconoscere che nel resto del paese la situazione non è migliore, con i tanti scilipodi che vengono fuori con l'attuale legge elettorale.
Conclusione
La situazione qui, nel Meridione, è grave ma ribellismo, demagogia e populismo pur essendo sintomi di malessere sono in ogni caso soluzioni errate e miopi.
Forse dovremmo iniziare a selezionare rappresentanti che rispecchino la realtà sociale. Dovremmo, in Sicilia, cominciare ad essere consapevoli che quando ci rechiamo alle urne –ad ogni livello- dobbiamo scegliere personaggi di cui si abbia contezza di probità, serietà, onestà e competenza; continuare a votare chi viene segnalato da notabili che reggono le storiche reti clientelari significa comportarsi come nel periodo (poi non così lontana) in cui il potere si reggeva sulla catena galantuomini-mafiosi-baroni.

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