domenica 8 gennaio 2012

Liberalizzazioni. In Italia le categorie professionali non le vogliono

LE LIBERALIZZAZIONI DIFFICILI IN ITALIA
Dall'1 gennaio di quest’anno i negozi, e non solo essi, ma qualsiasi ambiente di lavoro che viene a contatto con le utenze (banche, agenzie etc.) possano aprire secondo i propri intendimenti ed i propri interessi nell'ambito delle 24 ore della giornata, anche durante la notte.
Qualche Regione, la Toscana, ha annunciato che ricorrerà contro la normativa nazionale varata col decreto Monti alla Corte Costituzionale e al Tar per supposta violazione della propria autonomia. La Regione Siciliana non ha ancora preso posizione e così la gran parte degli 8.092 Comuni.
La verità è che sulla materia della concorrenza la competenza è esclusiva dello Stato e pertanto le Regioni, ed ancor meno i Comuni, non possono impedire questa liberalizzazione della vita economica.
Gli unici a dover decidere saranno e devono essere gli imprenditori.Nelle città e nei grossi centri abitati l'iniziativa è stata accolta con grande favore dai cittadini, soprattutto dai lavoratori, i quali non avevano la possibilità di andare a fare le loro compere perché quando finivano i turni di lavoro i negozi erano già chiusi.
Questa liberalizzazione si propone di mettere in rilievo nelle valutazioni degli imprenditori i consumatori e le loro possibili scelte, cioè l’interesse generale, che deve sempre prevalere su quello delle categorie.
Indifferente risulta invece la problematica nei piccoli centri di provincia dove a prevalere non sono i grandi Centri commerciali bensì le tradizionali botteghe, con cui generalmente la gente instaura un rapporto di tipo personale e fiduciario.

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