giovedì 15 dicembre 2011

Sicilia. Ancora sul perchè conviviamo in una realtà arretrata

Nella classifica pubblicata qualche settimana fà da 'Il Sole 24 Ore' sul grado di vivibilità nelle province italiane è risultato che le 9 province siciliane occupano pressochè gli ultimi posti. 
Siracusa nell'ambito nazionale è all'81° posto pur essendo prima in Sicilia.
Abbiamo parlato da settimane e settimane sui presupposti economico-sociali che stanno a monte di un simile risultato: 
-clientelismo,
-sperpero delle risorse pubbliche nelle spese correnti invece che nella realizzazione di investimenti,
-la mafia, 
-la politica intesa  come ruolo di potere e di esercizio dell'arroganza e mai, ripetiamo MAI, come servizio nei confronti della collettività.
I siciliani sono ovviamente responsabili della loro classe dirigente arruffona, incompetente e affarista in quanto sono loro a sceglierla; e ogni volta che si danno da fare per cambiarla la scelgono sempre più inadeguata (al peggio non c'è mai fine!).
Secondo la ricerca de 'Il Sole 24 Ore' i siciliani hanno un ulteriore difetto: non leggono i libri, e neanche i quotidiani, per cui restano e si cullano nella loro soave e talora orgogliosa  ignoranza. 
E' proprio in questa ignoranza 'esibita' e spesso ostentata che sta una delle spiegazioni del grande tasso di sopportazione dei cittadini nei confronti del ceto politico che, anziché essere preso a calci nel sedere, viene spesso salutata con deferenza  e con  'rispetto'.
Vi è, qui da noi -in Sicilia-, un diffuso senso di servilismo, secondo il quale si inverte il principio democratico del rapporto fra mandanti (i cittadini) e mandatari (responsabili delle istituzioni, gli eletti). Proprio in questa inversione di sentimenti e comportamenti c'è una delle spiegazioni della (s)qualità della vita nella nostra regione.
La Regione ride ? 
Il nostro governatore in ogni intervista appare sempre sorridente e scarica sul governo nazionale ogni carenza e sfascio che capita nella nostra realtà ?
Non cv'è dubbio invece che ogni disastro su cui giornalmente ci imbattiamo è responsabilità proprio  della nostra Regione a statuto speciale e, ovviamente dei nostri sindaci che nel "sistema" dell'inconcludenza vivono, convivono e non mostrano di volere uscire.
La Regione ha -dovrebbe avere- il compito di guidare lo sviluppo, di programmare e buttare le basi su cui costruire il futuro, ma qui -nella nostra amata Sicilia- sembra che il suo compito sia solo quello di assumere continuamente personale, di erogare sussidi. 
E' di due giorni fà l'episodio di quel funzionario regionale di Enna che guadagnando €. 2.000,oo netti mensili si è legato con catene davanti palazzo d'Orleans per denunciare -a Raffaele Lombardo- che da anni (ripetiamo da anni) percepisce lo stipendio senza avere mai lavorato perchè i suoi dirigenti non gli passano nessuna pratica (non avendo nemmeno loro -i dirigenti- nulla da fare).
Con questo comportamento della Regione, ovviamente, si danneggiano i siciliani che lavorano, quelli che non potendo entrare nel giro delle clientele devono darsi da fare per tirare avanti. Con questi comportamenti si sottraggono risorse destinate all’apparato produttivo e all’apertura dei cantieri di opere pubbliche. 
Dal punto di vista della classe dirigente della Regione Sicilia, però, gli inutili stipendi ad una immensità di clienti producono risultati gradevoli perchè -poi- costoro si trasformeranno in galoppini elettorali. Un comportamento -questo- squallido  che si mantiene in vita ancora nel terzo millennio nonostante la situazione della finanza pubblica sia grave e si riverbera in conseguenza sul piano sociale e politico.
Noi siciliani non ci vergogniamo, leggendo questo stato di cose sui quotidiani nazionali, perché riteniamo che i siciliani perbene, cioè coloro che assolvono ai propri doveri sociali, non abbiano niente da invidiare ai concittadini delle regioni del settentrione;
però la realtà complessiva, l'immagine della nostra terra è racchiusa nelle lagnanze della Lega, di Bossi, e queste purtroppo non sono smentibili.

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