martedì 20 dicembre 2011

La crisi, i sondaggi campionari, le attese degli italiani


I sondaggi di opinione abbondano.
Non c’è rete televisiva che settimanalmente non ci somministri il punto di vista degli italiani in materia di politica, economia, personaggi della finanza e di governo così come emerge dalle ricerche su basi statistico-campionarie.
Anche a chi scrive queste poche righe sul Blog è capitato oggi di essere raggiunto al telefono da uno degli istituti che giornalmente sottopongono lunghi questionari con domande ampie –nella fase iniziale- che vanno diventando sempre più dettagliate e minuziose nel prosieguo.
Il campo investigato, come detto, è generalmente molto ampio e spazia dalla misurazione del gradimento su Monti, i partiti politici, alle misure fiscali finora adottate; dal grado di fiducia sul sistema bancario all’affidabilità dell’euro; dalla possibilità del potere d’acquisto nei prossimi mesi a … persino se l’ordine pubblico –con la crisi- si ritenga possa subire cadute.
Non c’è dubbio che la minuziosità delle domande, successivamente all’intervista, possa lasciare nella perplessità l’interlocutore.

Il punto
La Manovra finanziaria –già approvata dalla Camera dei Deputati-   ha finora caricato i cittadini per circa due terzi con nuove imposte tagliando solo per un terzo la pesantezza –in parte parassitaria- della spesa pubblica. I tagli finora effettuati provengono in massima parte dal riordino delle pensioni di anzianità, ossia dai ceti medio-bassi. Nessun taglio è stato fatto alla spesa pubblica che investe la macchina pubblica per renderla più semplice e funzionale e alla spesa per il mantenimento dei privilegi del ceto politico e burocratico.
Monti ha comunicato al Parlamento e agli italiani che questo primo atto aveva il compito di mettere in sicurezza i conti per raggiungere tassativamente il pareggio di bilancio entro il 2013 e per procurare liquidità alla Casse pubbliche …. che pare  fossero già state prosciugate dall’inerzia (inettitudine) dei precedenti governanti.
Il secondo atto, in gestazione, dovrebbe riguardare gli altri due tasselli di politica economica di questo Governo: 
  1. il taglio della spesa improduttiva mediante il meccanismo di spending review  ( revisione della spesa),
2.  e la destinazione delle risorse così recuperate agli investimenti in attività produttive e in opere pubbliche, 
che sono l’unico modo per poter produrre nuova ricchezza e quindi recuperare il Pil perduto, almeno in parte.
Speriamo che prima di allora la nave non affondi.

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