mercoledì 21 dicembre 2011

Effetti della manovra governativa sulle strutture agricole

L'Imu colpisce anche i fabbricati rurali

ALPA SICILIA INFORMA   

(Secondo ALPA Sicilia un aumento tributario del 100%) 

Il governo Monti ha deciso di intervenire  anche sul settore agricolo, in particolare per quanto riguarda la tassazione sui beni immobili delle aziende agricole. L'Imu, la nuova imposta municipale, colpirà direttamente gli agricoltori e il prezzo da pagare sarà salato. Il governo ha così  ignorato due principi consalidati, l'uno tributario e l'altro economico. Varie sentenze hanno sancito che gli edifici, in quanto strumentali all'attività fondiaria, sono già tassati allorquando vengono pagate le imposte (Irpef e Ici) sui terreni. L'introduzione dell'Imu sui fabbricati rurali rappresenta quindi una doppia tassazione. L'agricoltura è poi un settore notoriamente ad alta patrimonializzazione ma a bassa redditività, ovvero serve un alto capitale in immobili per produrre un piccolo reddito. E' quindi chiaro che spostare l'imposizione dal reddito al patrimonio, rappresenta un grave danno per l'agricoltura. 
Cosa ci aspetta si può desumere dal decreto legge 201 del 6 dicembre 2011 (anche chiamato Salva Italia), già in vigore, ma che deve essere approvato dal Parlamento. L'aliquota di base dell’imposta è pari allo 0,76 per cento. 
I comuni con deliberazione del consiglio comunale  possono modificare, in aumento l’aliquota di base sino a 0,3 punti percentuali.  
Per i fabbricati iscritti in catasto, il valore è costituito da quello ottenuto applicando all'ammontare delle rendite risultanti in catasto,  rivalutate del 5 per cento, i seguenti moltiplicatori:  
a. 160 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale A e nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, con esclusione della categoria catastale A/10;  
b. 140 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale B e nelle categorie catastali C/3, C/4 e C/5;  
c. 80 per i fabbricati classificati nella categoria catastale A/10;  
d. 60 per i fabbricati classificati nel gruppo catastale D;  
e. 55 per i fabbricati classificati nella categoria catastale C/1.  
Per i terreni agricoli, il valore è costituito da quello ottenuto applicando all'ammontare del reddito dominicale risultante in catasto, rivalutato del 25 per cento, un moltiplicatore pari a 120.  
L’aliquota è ridotta allo 0,4 per cento per l’abitazione principale e per le relative pertinenze. I comuni possono modificare, in aumento la suddetta aliquota sino a 0,2 punti percentuali.  
L’aliquota è ridotta allo 0,2 per cento per i fabbricati rurali ad uso strumentale. I comuni possono ridurre la suddetta aliquota fino allo 0,1 per cento. Sui terreni agricoli l'imposizione sale sensibilmente perchè il moltiplicatore passa dall'attuale 75 a 120 e perchè l'aliquota è fissata al 0,76% contro il precedente 0,4%.  
In termini pratici, un'azienda con 5 ettari di seminativi che prima pagava 220 euro all'anno oggi si troverebbe a pagare, solo su questi terreni, 440 euro. Un raddoppio dell'imposizione.  
Oltre a questo va calcolata l'Imu sui fabbricati rurali.  
Per quanto riguarda l'abitazione non ci sono agevolazioni particolari, anche se trattasi di rurale. L'aliquota, nel caso di prima casa, è dello 0,4% e il coefficiente di moltiplicazione è 160.
Per gli edifici strumentali (capannoni, alloggi agrituristici, locali di degustazione, trasformazione ecc) l'aliquota è fissata allo 0,2% e il coefficiente moltiplicatore, per la categoria D10, a 60. Nel caso di stalle censite come C6, tuttavia, in assenza di ulteriori elementi di chiarezza, il coefficiente moltiplicatore sarebbe 160.

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