L'eccellenza del vino siciliano - prodotto di punta dell'export siciliano
Quello del vino in Sicilia è diventato un mondo a cui si sono affacciati negli ultimi anni una pletora di investitori, da tutti i campi e da tutte le regioni della penisola. Politici in prima fila, da Calogero Mannino a Totò Cuffaro, attori, industriali nordici, avvocati. Tutti scoprono il mondo della viticoltura siciliana che si contende con la Puglia il primato delle superfici con i suoi 150 mila ettari di vigneti.
Il 65% degli impianti colturali nella nostra regione sono in collina, e tra le province che danno vita ai migliori vini la più vitale è, come sempre è stato, Trapani, seguita da Agrigento e Palermo.
In Sicilia i vini di qualità ormai sono dominanti e conosciuti sulle tavole degli italiani e non solo. C'è stata inoltre una crescita graduale di aziende negli ultimi 15 anni molto consistente. A Contessa, sotto gli occhi comunitari, si è sviluppata e consolidata grazie all’impegno dei proprietari ‘l’azienda agricola Colletti’ col marchio, ormai ben conosciuto sul mercato, dell’Entellano e di altri ancora. Ma in tutta la Sicilia ci sono aziende già affermate e altre che stanno acquisendo posizioni. Oggi si parla di 600 imbottigliatori di vino e di 550 aziende. La maggior parte sono di tradizione familiare, appunto come l’azienda Colletti. Ogni azienda ha ovviamente le sue relazioni e le sue quote di mercato che raggiungono i paesi esteri.
Molte di queste aziende sono costrette pure a difendersi dalla concorrenza sleale ed a questo fine esistono organismi competenti per la repressione delle frodi.
E’ risaputa la diffusione sul territorio nazionale e sui cinque continenti del Donnafugata, marchio che ha dato notorietà a Contessa Entellina per la circostanza di di essere prodotto in gran parte su vigneti del territorio comunale. Anche questo marchio è frutto dell’iniziativa avviata nel 1983 dalla famiglia Rallo, famiglia con storiche esperienze nel settore vitinicolo nell’area del marsalese.
Se Contessa Entellina è conosciuta all’esterno dei suoi confini per i suoi vini, sarebbe il caso che le autorità provinciali dedicassero un poco delle loro risorse finanziarie per fare in modo che il territorio che li produce fosse accessibile a chi volesse conoscere le colline di provenienza. Oggi invece visitare le contrade di Contessa Entellina è impresa buona solo per volenterosi, per coloro che vogliano affrontare strade provinciali ed ex-consortili disastrate. La viabilità, le vie del vino non esistono o sono -appunto- un disastro.
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