domenica 15 maggio 2011

La notizia che circola negli ambienti della sala stampa del vaticano è questa:

Tettamanzi va in pensione, Angelo Scola Patriarca di Venezia forse trasferito a Milano ?
di Nicola Graffagnini
La notizia è circolata insistentemente nei giorni precedenti la visita del Papa a Venezia, facendo alzare le quotazioni di coloro che a Milano non ne possono più di ascoltare le reprimende dell’Arcivescovo contro il potere, ma in controtendenza alla notizia, ai giornalisti del TG1 inviati a Venezia che interrogavano con insistenza il Patriarca Angelo Scola, costui rispondeva con calma serafica che non pensava minimamente ad un trasferimento a Milano e che la cosa non era nei suoi obiettivi, dato il grande lavoro avviato nella Conferenza episcopale del Veneto.
Secondo i vaticanisti più acclarati, Tettamanzi è ufficialmente scaduto il 14 Marzo 2009 e il pensionamento si annunciava già per i primi mesi del 2011.
La corsa alla sua successione sembra che l’abbia avviata lo stesso Tettamanzi che ha chiesto al neo cardinale Gianfranco Ravasi, neo Presidente del Consiglio per la Cultura, di concelebrare insieme nella sua Milano, il pontificale dell’Immacolata l’8 Dicembre e all’omelia Ravasi ha tra l’altro ricordato che nel Duomo ha fatto i suoi primi passi di sacerdote e ha concluso con una frase significativa: - “ la mia diletta città potrebbe fare benissimo a meno di me, ma sono io che non posso fare a meno di essa perché mi pulsa nelle vene e nel sangue .”
Ravasi nel gergo manageriale corrente sarebbe la “scelta interna” mentre esistono orientamenti più ufficiali, come quelli del card. Bertone, Segretario di Stato che appoggerebbe un suo discepolo, Mons. Giovanni Ambrosio, Vescovo di Vicenza, oppure quelle che vedrebbero anche il Card. Fisichella ben accetto alle istituzioni locali e non ultima l’indicazione del patriarca di Venezia su cui si spende personalmente il santo padre Benedetto XVI.
La scelta non è delle più facili per una delle Diocesi più grandi al mondo, che in passato ha avuto nomi di prestigio entrati nei libri di storia, come il card. Maria Martini, Alfredo Schuster che difese la città dai nazisti e trattò infruttuosamente la resa di Mussolini al CLN, Giovanni Battista Montini salito al soglio pontificio.
Il clima per il cardinale Tettamanzi, in una Milano preelettorale considerata ormai “laboratorio d’Italia” si è veramente surriscaldato e forse l’ultima intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, insieme alle posizioni espresse sulla violazione dell’accordo sul Triboniano sembra che abbiano pesato sulla ulteriore richiesta, avanzata informalmente e separatamente da Forza Italia e dalla Lega, di un nuovo pastore per Milano.
La verità è che da qualche anno si sono registrate ben alte le prese di posizione sulla attualità politica e sul premier che non sono state digerite, negli ambienti chiave di Forza Italia Milanese e in caso di mancata vittoria c’è già chi è pronto a ricercare in altri le cause della mancata vittoria.
Ma vediamo più nel dettaglio che cosa ha fatto pendere la bilancia contro l’eventuale prorogatio chiesta al Pontefice dal Cardinale Tettamazi .
Fin dal titolo dell’intervista uscita il 14 Marzo, c’è una linea abbastanza chiara sulle cose della politica italiana: “ Bisogna avere fede nella Giustizia. Tettamazi “ nessuno dimentichi che è il sale della democrazia.” – Le riflessioni del Cardinale sulla religione di oggi: “Mi preme la parola sobrietà soprattutto per chi ha il potere .”
Per la verità dei fatti l’intervista verte su questione spiccatamente di religione e di fede, ma si sa ciascuno intende ciò che vuole intendere, leggiamo allora alcuni passi significativi:
- Dom.: “ Che differenza c’è tra fede e credenza ?
Risp.: Chi è animato dalla fede, consegna se stesso all’altro, abbandona l’idea di dominio sulla realtà. Credere in Dio significa per me, credere a un essere che ha un nome, un volto, un cuore. Significa credere a qualcuno che mi intercetta, mi accompagna, mi provoca, mi consola. “
Dom. : Quache tempo fa fece una battuta: “ E’ meglio essere cristiani senza dirlo che proclamarlo senza esserlo.”
Risp.: “ Un po’ di polemica non guasta. Basta aprire le pagine del Vangelo e si vedrà che nostro Signore non la disdegnava affatto. Quanto a quella frase, è stata attribuita a me, ma io l’ho presa di sana pianta da un padre della chiesa, Sant’Ignazio di Antiochia. Il quale ci invita a diffidare di chi dice di essere cristiano senza esserlo, perché così facendo si strumentalizza per altri fini il bene più prezioso di cui disponiamo: la fede, appunto .”
Dom. : “Tavolta si ha l’impressione che a muovere la Chiesa non sia la parola magica, magari scandalosa del vangelo, ma altre logiche: politiche, utilitaristiche, mondane .“
Risp. : “Come diceva Sant’Agostino, anche La Chiesa ha bisogno di una sua quotidiana purificazione. La tentazione non riguarda solo il singolo, ma l’intera comunità. E la Chiesa, talvolta, corre il rischio di adattarsi a una situazione data, anzichè seguire il dettato evangelico. “ …- “ A me preme la parola sobrietà …. Perché l’eccesso e il successo, spesso e volentieri intrecciati tra loro, ormai prevalgono regolarmente sulla misura. Eppure la misura è l’unica realtà che soddisfa l’individuo.”
“Tali modelli di comportamento spesso inutilmente invocati per chi riveste responsabilità, sono invece molto più diffusi di quanto non si creda tra la gente comune. Tanti anni fa, nel mio discorso di insediamento alla diocesi di Milano, ho parlato dei diritti dei deboli, che non sono affatto diritti deboli. Il sale della democrazia è la giustizia. Ogni tanto sarebbe opportuno ricordarlo. “
Dom. : “ Nel suo libro su San Carlo, lei parla con ammirazione di un uomo, un santo, capace allo stesso tempo di obbedire e comandare .”
Risp. : “San Tommaso parlava non a caso di – autoexcusia- , ovvero della capacità di -tenersi in mano-. Soltanto chi è davvero padrone di se stesso, sa consegnarsi al bene, al vero, al bello. Soltanto chi sa obbedire, è capace di comandare se stesso. Aggiungo che la credibilità di chi riveste un ruolo di comando è direttamente proporzionale alla sua capacità di esercitare l’autorità non a proprio favore, ma per qualcosa di più grande, universale.”
Fin qui alcuni passi dell’intervista su la Repubblica, ma possiamo citarne altre che possano aver destato l’irritazione del potente alleato di Forza Italia, la Lega, in special modo, le esternazioni fatte, nel Settembre 2010 e in seguito in occasione del richiamo al diritto di culto per tutte le religioni in Milano o per la questione legata alla chiusura del campo Rom del Triboniano.
“ Le istituzioni civili milanesi devono garantire a tutti la libertà religiosa e il diritto di culto. I musulmani hanno diritto di praticare la loro fede nel rispetto della legalità. …Anche così la città potrà essere governata in nome della pace, della giustizia e dell’armonia fra le sue componenti.”.
Per queste dichiarazioni lo scorso Dicembre la Padania, quotidiano della lega lo attacca frontalmente arrivando a definirlo: “ Imam “ e continua a ricordare il fatto anche in questi giorni prendendosela col candidato della sinistra che vuole concedere gli spazi per tutte le religioni.
Per questo l’ulteriore appello .. in vista del Ramadam .. ha creato molto disagio …” Mi appello alle istituzioni perché sappiano cogliere nella diversità delle fedi e delle presenze straniere l’elemento della ricchezza di Milano .”
L’ultima grossa polemica col sindaco e col Ministro Maroni è a causa del Patto per la chiusura del campo Rom al Triboniano, gestito dalla Caritas e abitato da 102 famiglie.
Il Vicesindaco Riccardo de Corato in Ottobre 2010 giunge perfino a dichiarare: “ Ho invitato la Chiesa milanese a ospitare le famiglie rom nelle sue vaste proprietà edilizie “.
La Curia replica annunciando conseguenze legali ed economiche vista la rottura del protocollo firmato in maggio col Ministro Maroni, perché erano previsti progetti di inserimento Lavorativo e abitativo per le famiglie. Ma in vista delle elezioni amministrative, il dettaglio delle 20 case popolari ha fatto scoppiare una feroce battaglia fra la Lega e una parte del PDL più legata al Piano .. col pronunciamento ufficiale della Curia che non le manda proprio a dire : “ Chiediamo alle istituzioni un rapporto schietto. La Chiesa non avoca a sé l’intervento sociale di competenza pubblica. Se svolge le funzioni di supplenza, la responsabilità resta all’ente pubblico. E’ inaccettabile scaricare su di noi l’onere di trovare soluzioni che spettano a chi amministra la città e il Paese .”
In Novembre la bordata più pesante contro l’espressione di un” potere personale “, emerge in occasione del Forum delle famiglie, negli ambienti di Curia non si nasconde infatti il disagio per l’eventuale presenza di un Premier sbattuto sulle prime pagine dei quotidiani nazionali e internazionali, per le notti allegre alla Villa di Arcore.
E in Novembre 2010 Repubblica riprende in una intervista il disagio sincero del cardinale … espresso senza mezzi termini, come è ormai abitudine del Cardinale Tettamazi.
Dom. :”Eminenza, che cosa pensa di quel che si legge in questi giorni sulle vicende private del Presidente del consiglio ?
Risp.: “ Il problema non è quello che penso io. Il problema più grave lo vivono i genitori che devono spiegare che cosa sta succedendo ai propri figli, alle figlie che hanno la stessa età di quelle che si vedono in foto sui quotidiani in questi giorni. Di fronte a questi scadimenti dei costumi bisognerebbe occuparsi di quel che filtra nel quotidiano delle persone, bisognerebbe dare voce al grave disagio che vive una società bombardata da messaggi distraesti edonistici, in cui tutto si misura sulla base del divertimento, dello scherzo grave. “Panem et circenses”, si diceva ai tempi di Roma .”
-… “Si parla tanto di valori ma poi ci si comporta ispirandosi a principi molto diversi, si contribuisce a diffondere modelli educativi vuoti e pericolosi, soprattutto per le nuove generazioni.”
Dom. :“Allude a chi in pubblico parla del valore delle famiglie e poi in privato ha altre priorità ? “
Risp. : - “ Non si deve scindere mai l’aspetto privato da quello pubblico. Sopratutto quando si hanno particolari responsabilità, in ogni ambito, il privato e il pubblico coincidono. Bisogna comportarsi in modo coerente con quel che si dice. Spesso alcuni mi dicono che mi dovrei interessare solo delle anime, ma sono convinto che devo occuparmi della persona nella sua integralità,: anima e corpo insieme.”
Dom. : “In questa situazione Lei pubblica un libro su San Carlo ?
Risp. : - “San Carlo propone una vita fortemente evangelica, la sua figura oggi ci inquieta, ci chiede di non accontentarci di quel che appare di facile conquista. Lui ci sprona ad essere presi dall’ansia del bene e del vero, per contagiare anche gli altri .“
“ La convivenza civile è minata dalla ricerca del successo a tutti i costi, è manipolata per strappare il consenso, è tradita quando non è aiutata a cercare il bene comune.“
Dom. : “La Chiesa dà voce al disagio…Lei stesso è stato spesso attaccato per le sue posizioni. Non si sente isolato?
Risp. : “ L’unico criterio per me è il Vangelo e la fedeltà ad esso. Anche quando è scomodo, anche quando impone un prezzo da pagare, anche quando la fedeltà relega a posizioni di minoranza o porta ad incomprensioni o irrisioni. Anche San Carlo dice cose - inattuali - al suo tempo –Oggi viviamo una frazione di storia nella quale ci pare di essere al colmo del male, dove il bene si vede e non riesce a crescere, a contagiare, a rinnovare, ma penso che avere uno sguardo più ampio e profondo possa esserci di grande aiuto. Quel che ora non fruttifica domani può germogliare .”
NG

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