venerdì 15 aprile 2011

Perchè le strade contessiote danno la sensazione di un "paese dei sopravvissuti" ?

I GIOVANI
Contessioti e non
Le statistiche istat parlano e dicono che i giovani meridionali, quelli che studiano con serietà e si diplomano o si laureano con voti discreti riescono a trovare un posto di lavoro però dopo essere costretti ad emigrare al Nord o all’estero.
Quelli più poveri che non riescono a conseguire un titolo di studio in genere si arrangiano in  lavori umili, affrontando spesso la concorrenza con gli extracomunitari ed accettano salari più bassi oppure, quasi per successione, di padre in figlio, proseguono l'attività familiare, quando esiste.
Spesso è difficile completare gli studi e quindi sradicarsi da un ambiente che offre, nel meridione, solo,  degrado e talora mancanza di rispetto per le regole.
Sappiamo bene che una delle vie per conseguire una occupazione è quella di agganciarsi al sistema clientelare; è proprio questa avvilente strada che induce molti giovani verso un preoccupante, crescente disinteresse per la politica; disinteresse che in genere nasce dalla sfiducia per scelte non focalizzate sui reali bisogni del Meridione e soprattutto su quelli delle nuove generazioni.
Molti non vanno nemmeno più a votare, avendo le idee confuse per il bailamme attuale fatto di scandali e corruzione, accuse reciproche, invettive e litigi e perseguimento di interessi personali.
Quelli che emigrano, prima o poi, decidono di restare all’estero, chiedono la cittadinanza in un nuovo paese dove mettono su famiglia e non tornano più in Italia se non per visite sporadiche ai parenti. Quanti sono i contessioti che ormai sono divenuti cittadini tedeschi e/o svizzeri ? Superano, adesso che soniamo alla terza generazione (rispetto agli anni di partenza: anni sessanta del Novecento) i duemila.
Eppure tanti giovani partono con la speranza di ritornare, di acquisire maggiori competenze per poi “spenderle” qui al Sud, in Sicilia le loro regioni, ma il rientro non è facile per molti motivi.
I giovani si distinguono appena mettono i piedi fuori dall’Italia e fanno rapidamente carriera ma, quando cercano di rientrare, i risultati così duramente conquistati spesso non vengono adeguatamente riconosciuti: posizioni e salari proposti qui non sono altrettanto allettanti, anzi talvolta nettamente da rigettare.
Chi torna spesso riparte, essendo ormai abituato ad un modo di lavorare ben organizzato ed efficiente: non si adegua più a disorganizzazione, mancanza di regole e soprattutto di rispetto verso i diritti del lavoratori.
La politica di destra o sinistra non dà rispostre; è staccata dai bisogni della gente.
Che fare ?

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