Oggi è la festa della donna. Una ricorrenza che vorrebbe difendere la sua dignità che spesso, troppo spesso, viene offesa.
L'adunata di un milione di persone di alcune settimane fà era contro Berlusconi e il suo harem, le cui donne in verità hanno messo liberamente sul mercato la loro dignità in un do ut des. Una di essa ha dichiarato «io sono manager del mio corpo». Le donne dell'harem di Arcore sanno quello che fanno. Parecchie di esse hanno fatto carriera politica.
Quella manifestazione avrebbe dovuto essere, ancora di più, una protesta contro il presidente del Consiglio che, dimenticando il ruolo che ricopre, si circonda di una corte di spregiudicate ragazze, poco affidabili, e pronte al ricatto. Nell'harem, liberamente scelto, non è la dignità di quelle donne ad essere messa in discussione, ma la dignità delle istituzioni offera dal premier.
La cronaca è piena, al contrario, di episodi di violenza contro poverette che arrivano da fuori credendo di trovare fra noi l'Eldorado e finiscono invece sulla strada a fare le prostitute. In mano a magnacci, a violenti, a viziosi. Queste ultime non sono managers del loro corpo, come le berlusconiane, ma vittime del loro corpo.
E' la loro dignità che la giornata di oggi vorrebbe salvaguardare.
Non tutte le donne che finiscono sulla strada sono Ruby.
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