Una amica, una lettrice americana il cui cognome inequivocabile e le cui origini lontane sono contessiate ci ha scritto per chiederci l'invio di alcune ricette di gastronomia, di arte culinaria arberesh.
La richiesta ci ha colto in un punto debole della nostra tradizione. La risposta è stata che dopo cinque e più secoli di convivenza in terra di Sicilia, in coabitazione con la popolazione dell’isola, la cultura culinaria arberesh non si discosta da quella della CUCINA SICILIANA.
Il cibo non c’è dubbio che rappresenta un valore centrale sia nell’aspetto materiale che in quello simbolico all’interno delle società umane.
Storia
Sotto il profilo storico-economico il cibo oltre ad essere un elemento necessario alla sopravvivenza dell’individuo rappresenta un elemento della costruzione dell’identità culturale di un popolo perché segna anche lo stadio evolutivo delle comunità.
Pensiamo che ancora nel terzo millennio ci sono popoli che si nutrono di cibo che cresce spontaneamente in natura, e altri che si “preparano” l’alimentazione, nel senso che elaborano, il cibo del sostentamento.
La produzione del pane, della pasta, del vino, non c’è alcun dubbio che rappresentano stati evolutivi delle comunità. La Storia economica individua quindi, all’interno dei popoli, l’alimentazione presente in natura e quella basata sulla produzione e l’elaborazione dei beni di sostentamento.
Con l’evoluzione storica, col migliorare delle condizioni socio-economiche, non c’è alcun dubbio che le comunità vanno alla ricerca di cibi più raffinati e più costosi, ma al contempo coltivano l’idea che il piacere della tavola deve coincidere con il desiderio di dover salvaguardare la salute. Da qui appunto le varie e desiderate ricette, i menu della moderna cucina.
Non c’è, quindi, dubbio alcuno che attraverso il mangiare ogni comunità trasmette all’esterno la propria identità economica, sociale, religiosa, filosofica ed anche etnica.
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