Battaglia finale all'ultimo sangue ?
Berlusconi come ci è stato presentato nei mesi passati da un certo Mons. Fisichella |
Lo squallido stillicidio di dettagli, sempre più imbarazzanti per il capo del governo, delle feste ad Arcore, dà l'idea della situazione del nostro paese: una maggioranza, o forse meglio, una classe dirigente che non si occupa di governare l'Italia ma persegue gli affari privati, i piaceri individuali e, purtroppo, una Opposizione che si contrappone invocando il moralismo (!) piuttosto di contrattaccare sulla bontà di un proprio progetto per far uscire l'economia, la società civile, dalle secche in cui il berlusconismo l'ha portata.
Siamo, almeno così ritengono alcuni analisti politici, al finale di partita tra Berlusconi e una fetta d'istituzioni (statali e non) che da vent'anni sono in conflitto contro il suo sistema di poteri.
Una ultima battaglia, per molti versi decisiva, su un terreno estremamente scivoloso (com'è quello della vita privata), si svolge in un contesto in cui tutte le regole sembrano dimenticate, neglette, abolite.
La Sinistra che nelle proprie carte fondative ha fissato che la Politica sia una cosa e la Morale altra cosa, ci appare nuda, priva di una bussola di fronte ad una delle più rischiose crisi del berlusconismo. Non ha un programma alternativo. La Maggioranza, gli uomini di Berlusconi, coloro che hanno oggi in mano il Potere sono pure essi "nudi" e fanno quadrato attorno al loro "ridicolo" capo che sta riempendo di grande disonore l'immagine e la reputazione dell'Italia all'estero. Questa gente, la maggioranza, questo Centro-destra, si scopre, ed appare agli occhi degli italiani, come una congrega di uomini legati solo da devozione e debito di riconoscenza nei confronti di un riccone che ha retto il paese come fosse Mediaset. In Italia non abbiamo, in buona sostanza, nè una Sinistra e nè un Centro-Destra come esistono in tutt'Europa. L'uno schieramento come l'altro non hanno nè principi nè orientamenti, nè consistenza nè sostanza di forze assimilabili agli schieramenti esistenti nel Parlamento Europeo.
Abbiamo purtroppo, in Italia, degli affaristi che rincorrono gli interessi propri, a destra e a manca.
Ma torniamo alla crisi berlusconiana, che non è purtroppo figlia dell'assodato malgoverno, cosa che è sotto gli occhi di tutti, bensy opera di una certa "Ruby", una minorenne -all'epoca di certi festini-.
Le ipotesi di reato formulate a carico di Berlusconi (soprattutto, quella d'induzione alla prostituzione di minori) parlano da sé: in qualunque altra democrazia, un uomo con il suo ruolo istituzionale, anche se solo sospettato, si sarebbe fatto da parte da tempo. Non in Italia: dove, per inveterato gesuitismo, per un male spiegato e percepito cattolicesimo, l'intero dibattito ruota moralisticamente, pelosamente, sulle virtù pubbliche ed i vizi privati del premier. Peraltro, presunti: sia gli uni e che le altre.
La lotta politica (e la politica stessa) è, più o meno, sporca (pesante) dovunque. Ma quel che sta accadendo in questi giorni attorno al «caso Ruby» travalica qualsiasi giustificazionismo di tipo machiavelliano, della Politica intesa come "scelte per il benessere del paese".
Pure Macchiavelli resterebbe innorridito di fronte allo squallore cui siamo chiamasti ad assistere in questi giorni. Non solamente i mezzi sono al completo servizio del fine ma, sull'uno e sull'altro fronte, si assiste attoniti, sgomenti, perfino scoraggiati, all'allegro calpestio delle più elementari regole del gioco.
Senza il rispetto delle regole del gioco, senza il rispetto delle leggi, giocano tutti al massacro. A massacrare non tanto l'avversario ma il paese, l'Italia stessa dei diritti e dei doveri.
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