I due contadini siciliani re delle banane in Honduras
Repubblica — 29 aprile 2009 sezione: PALERMO
Cefalù e Contessa Entellina hanno due «gemelle» in Honduras. Circondate da luoghi che hanno nomi da film western - Quebrada Grande, Piedras Amarillas, Los Perros, Cantor, Quebrada San Antonio, Cerro El Tigre - e poco lontane dal Mar dei Caraibi, raccontano una storia di emigrazione, di intraprendenza, di spregiudicatezza, di avventure. Una storia che portò due umili famiglie di contadini siciliani a creare una società di importazioni che riuscì ad insidiare il primato del gigante United Fruit e ad assumere un ruolo di primo piano nell' economia e nella vita politica dell'Honduras. La Cefalù honduregna racconta la storia di Salvatore (Salvador) D'Antoni, che l' aveva così battezzata in omaggio al suo luogo di origine; Entelina invece richiama la città d'origine della famiglia Vaccaro, partner di Salvador d'Antoni nella grande avventura imprenditorile. Salvatore D' Antoni era nato a Cefalù nel 1874. Emigrato in America all'età di soli otto anni, si stabilì con i parenti a Baton Rouge (New Orleans), dove lavorò come venditore ambulante. Alcuni anni dopo anche il fratello Carmelo lasciò la Sicilia per raggiungerlo, e i due aprirono a Burtville un negozietto di frutta e verdura che rifornivano di prodotti tramite l'azienda di Joseph Vaccaro.
Fu la prima occasione di incontro tra le due famiglie che avrebbero poi formato un clan compatto e solidale, i cui membri erano verghianamente uniti «come le dita di una mano». Nell' inverno del 1897 il Mississippi ruppe gli argini e inondò Burtville distruggendo il piccolo negozio e i sogni dei D' Antoni che, rimasti privi di tutto, decisero di trasferirsi a New Orleans per lavorare nell'azienda di Joseph Vaccaro.
I Vaccaro appartenevano ad una generazione di emigrazione più antica. Il padre di Joseph, Stefano, nato a Contessa Entellina, era stato garibaldino e anche arrestato per le sue idee rivoluzionarie; nel 1860 era emigrato negli Stati Uniti praticando il commercio negli anni della Guerra civile. Joseph (1855-1945), il figlio maggiore, era arrivato in Louisiana nel 1867 all' età di 12 anni trovando lavoro in una piantagione. Anni dopo, era poi riuscito a mettere su una fattoria con degli aranceti in cui lavorava assieme a due dei figli, Luca e Felix. Nel 1897, quando i D'Antoni arrivarono a New Orleans in cerca di lavoro, i Vaccaro possedevano tre piccole imbarcazioni per il trasporto della frutta via fiume. Salvatore D'Antoni ebbe l' incarico di percorrere il fiume svolgendo attività di supervisione fino alla consegna della merce. Nel gennaio 1899 Salvatore sposò una delle figlie di Joseph, Mary Vaccaro, di 18 anni, saldando definitivamente l'unione tra le due famiglie. Ma poche settimane dopo le nozze, la sfortuna colpì il clan D' Antoni-Vaccaro: una tempesta seguita da una gelata distrusse gli aranceti. In quel difficile momento, secondo le antiche tradizioni, fu il patriarca del clan, Joseph Vaccaro, a prendere una decisione. Come racconta Giuseppe D' Antoni, figlio di Salvador: «Joseph Vaccaro disse a suo genero, mio padre: "se vogliamo realizzare i nostri progetti, non c' è rimasto molto per noi qui. Ma in Honduras ci sono noci di cocco e banane"». L' idea di scegliere l' Honduras come nuova meta per il loro futuro era motivata soprattutto dal fatto che l'importazione dei prodotti tropicali allora poteva essere considerata un campo ancora vergine: le banane erano sconosciute negli Stati Uniti fino al 1870 quando Minor C. Keith, il fondatore della United Fruit, ne iniziò l' esportazione dal Costa Rica. Economicamente quasi in rovina, i Vaccaro-D'Antoni non potevano contare su forti capitali, ma solo sull'orgoglio e la determinazione di chi sa che non ci saranno altre occasioni, e che l' alternativa era tra la riuscita e la totale sconfitta. Fu questa la situazione che diede inizio alla Standard Fruit. Venne acquistato un vecchio tre alberi, il "Santo Oteri", da pagare con i risparmi di famiglia e con i primi guadagni.
Salvatore D'Antoni andò a stabilirsi in Honduras, nell' isola di Utila, vicino a La Ceiba, per iniziare l' attività. Proprio nel marzo del 1899 la United Fruit, la più potente compagnia di importazioni, già presente in Costarica, stava perfezionando gli accordi con le autorità governative per insediarsi nell' Honduras e intensificando l'acquisto di navi da trasporto. La maggior parte delle altre ditte interessate trovarono troppo impegnativo il confronto con la United Fruits e si ritirarono. I Vaccaro-D' Antoni invece si unirono alle poche ditte che avevano deciso di opporsi al trust formando la "Società antimonopolio" di cui era leader la Bluefields Steamers, che si era rifiutata di vendere a United Fruit.
Riuscirono ad ottenere una piantagione nella zona Nord, più vicina a New Orleans, dove Joseph Vaccaro aveva allestito il suo quartier generale. Il primo arrivo ufficialmente registrato del "Santo Oteri" con un carico per Joseph Vaccaro porta la data del 25 settembre 1899. Nel 1900 la Vaccaro Brothers importava già 6.000 caschi ( stems) di banane a New Orleans dando inizio a un business di successo indipendente dalla United Fruit, e dal 1915 le due società si fronteggiavano per il primato nel settore, mentre la Bluefields, più antica della Standard, era solo al terzo posto.
In competizione con la United Fruit per l' acquisto del ghiaccio necessario a refrigerare le merci sulle navi, i Vaccaro-D' Antoni comprarono la stragrande maggioranza delle Case del ghiaccio a New Orleans, tanto che Joseph Vaccaro era noto col soprannome di King Ice. Dopo la Prima guerra mondiale, i Vaccaro-D' Antoni furono abili nel procurarsi le navi svendute a poco prezzo e la compagnia, che nel 1924 era stata battezzata "Standard Fruit", si dotò di una piccola flotta assumendo nel 1926 il nome di "Standard Fruit and Steamship Company".
L'Honduras da fine Ottocento a metà Novecento fu il prototipo degli altri stati centroamericani chiamati "Repubbliche delle banane", a causa del favore dei loro governi nei confronti delle compagnie commerciali. Una multinazionale non ha tra le sue prerogative il politically correct, e probabilmente la Standard non fece eccezione; ma, sia pure per motivi strettamente legati all' interesse dell' azienda, Salvatore D' Antoni che ormai abitava stabilmente in Honduras e aveva cambiato il suo nome in Salvador, diede impulso allo sviluppo del Paese. Seguendo l' esempio della rivale United, si adoperò per far arrivare in Honduras o quanto meno nelle vaste zone controllate dalla Compagnia, acqua, elettricità (1902), comunicazioni radio (1907), ferrovia, tutte cose indispensabili per un miglioramento dell'attività d' impresa. Il 1904 è l'anno della concessione governativa che autorizzava il passaggio della ferrovia, e il 12 aprile 1908 arrivava a La Ceiba la prima locomotiva. La Standard ne sarebbe stata proprietaria per 99 anni, dopo di che la proprietà sarebbe passata al governo honduregno. La Standard Fruit operò fino agli anni Sessanta quando fu rilevata dalla Castle&Cook e ribattezzata Dole Food Company, nome col quale è attiva ancora oggi.
L'avventura dei Vaccaro-D'Antoni, arrivati, come afferma Antonio Canelas Diaz parlando di Salvador, «con una mano adelante y la otra por detras», e diventati proprietari di una impresa di rilevanza mondiale, è rievocata in vari libri editi negli Usa, tra cui "Tropical Enterprise - The Standard Fruit & Steamship Company in Latin America», di Thomas L. Karnes, (Baton Rouge-Louisiana State University Press),e "The World ona Plate" di Joel Denker, professore della Washington University. –
ANGELA DIANA
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