giovedì 4 novembre 2010

Come è possibile che in Sicilia non esista più un gruppo politico che si indigni ?

Il PD e le indagini su Lombardo – I brutti scherzi della politica
dal Corriere della Sera


I dirigenti del pd avrebbero dovuto apprenderlo da giovani, quando cominciarono a frequentare le sezioni di partito: la politica in Italia amma giocare brutti scherzi. E quel che è accaduto in Sicilia ha il sapore di una beffa colossale.
Dopo aver salutato con entusiasmo il siluramento di Totò Cuffaro, condannato in appello per avere agevolato la mafia; dopo aver cantato vittoria perché il pdl, ritenuto dai Democratici poco trasparente, è stato fatto fuori dalla gestione dell’isola, gli uomini del Pd si sono imbarcati nell’avventura della quarta giunta Lombardo. E, caso più unico che raro per quel partito, quasi tutti i leader delle diverse correnti interne si sono trovati d’accordo o, quanto meno, hanno evitato per una volta tanto la polemica esplicita (eccezion fatta per il senatore-chirurgo Ignazio Marino).
C’era addirittura chi pensava di esportare l’alleanza sicula Udc, Mpa, e Futuro e Libertà a livello nazionale. Un governassimo a Roma, con Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini, prendendo esempio dal laboratorio siciliano. Peccato che ora a essere coinvolto in un’indagine di mafia sia proprio Raffaele Lombardo. E per il Pd è indubbiamente una bella botta.
Chissà cosa dirà (e penserà) la povera Anna Finocchiaro, che solo due anni prima aveva duellato con Lombardo per la guida della Regione e che aveva poi dato il via libero alla nuova giunta, archiviando il passato. Chissà quanto si rammaricherà il povero Dario Franceschini per avere dato notizia, proprio ieri, con tanto di nota ufficiale, di un incontro con il “governatore” della Sicilia a cui ha assicurato il pieno sostegno del gruppo del Pd alle sue battaglie per il Mezzogiorno.
Ma soprattutto, chissà cosa deciderà di fare adesso il Partito democratico. Appoggerà ancora la giunta Lombardo, passando sopra all’imbarazzo e ai malumori degli elettori ? O, piuttosto, prenderà atto che la politica ha un suo particolare senso dell’umorismo e si affretterà a porci rimedio, decidendo di fare a Palermo quel che a Roma chiede di fare a Fini ? Ossia, staccare la spina e considerare chiusa l’esperienza siciliana.
Maria Teresa Meli

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