lunedì 11 ottobre 2010

Una volta Piana degli Albanesi, col suo Seminario, era capitale culturale degli albanesi di Sicilia

I miei anni della scuola media
nel Seminario di Piana degli Albanesi
di Nicola Graffagnini
Ogni tanto, mi capita di mettere ordine alla sezione foto della mia libreria e magari finisco per metterne alcune in un quadretto ed appenderle nella stanza del pc dove lavoro prevalentemente, così guardandole, mi ripasso con un colpo d’occhio pezzi della mia vita …
L’altro giorno mi ricordo di aver trovato alcune foto del Seminario ed una che inquadra una lunga tavolata da pranzo a S.Leone, in primo piano ho riconosciuto una persona gentilissima che stava in portineria e un mio caro amico, Petrotta di Piana, questa foto mi ha fatto ricordare non solo una bella giornata passata ad Agrigento ma i miei anni della scuola media nel Seminario di Piana degli Albanesi.
Quel giorno visitammo tra l’altro il Museo Archeologico allora chiamato Museo Civico e per la prima volta mi resi conto del grande fascino che ispiravano i grandi vasi e crateri ospitati nella sala delle collezioni vascolari, il pezzo forte della sala è il cratere a fondo bianco con Perseo in procinto di liberare Andromeda ( 450 a.C.).
Mi ricordo che il nostro Direttore, Papas Marco Mandalà, insigne letterato e grecista, come consuetudine, nei giorni successivi amava parlare con noi e ascoltare le nostre riflessioni sui luoghi della gita e solo in certi casi ci convocava durante la ricreazione per offrirci in lettura uno dei tanti suoi volumi che possedeva nell’ampio studio. Ci raccontava in tali occasioni anche delle visite effettuate alle comunità albanesi di Grecia e noi sapevamo che ne aveva raccolte in volume un buon numero. Mi ricordo delle belle passeggiate che ci proponeva Padre Demetrio, il nostro Assistente di studio, che pian pianino ci fece conoscere buona parte del territorio di Piana degli Albanesi, dalla montagna Pizzuta alla diga del lago, alla fabbrica di marmo Montecitorio e ai castagneti vicino il paese. Figuratevi che un giorno ci propose di accompagnarci al santuario della Madonna di Tagliavia, si parti prestissimo per evitare il sole e alle 7 ci fermammo per fare colazione presso la casa di un pastore che con latte caldo e ricotta ci ristorò tutti ben bene. Era contento Padre Demetrio quando ci vedeva contenti correre per i campi presi dalle sue curiosità per una pianta o per il nome di un fiore, in tali occasioni veniva pure Papas Vecchio, il nostro medico e noi organizzavamo per lui delle scene di guerra o delle corse che gli piaceva riprendere per proiettarceli la Domenica successiva.
Mi ricordo che certe Domeniche veniva a trovarci Papas Matteo Sciambra, Parroco della Chiesa della Martorana che ci proponeva i primi film di Walt Disney, di ritorno dal viaggio in USA.
Il nostro Seminario era in quei tempi un centro culturale notevole per le attività che vi si svolgevano, siamo nel periodo di massimo fulgore dell’Eparchia di Piana e l’autorevolezza del pastore Vescovo Perniciaro nel grande giorno della festa di Pasqua si toccava con mano, tutte le Autorità venivano a prenderlo alla Sede Vescovile e poi in processione si percorrevano le vie del paese, si notava una grande presenza di turisti che oltre ai riti religiosi ammiravano la ricchezza dei costumi albanesi.
Mi pare che la comunità riuscì ad eleggere un deputato all’ARS l’On. Rosolino Petrotta, e addirittura passò per sua iniziativa la norma chiamata dell’alloglottismo per cui scattava la riserva di posti per gli insegnanti elementari albanesi vincitori del concorso magistrale.
Il clero delle Parrocchie era composto da zelanti sacerdoti, mi ricordo bene di Papas Pietro, mio Professore di Italiano, dell’arciprete della cattedrale e di altri due Papas non ricordo il nome; anche Papas Matteo Mandalà, Archimandrita e Vicario del Vescovo, si dedicava a noi insegnandoci l’albanese o il greco . Quando gli comunicai la mia decisione di partire per Grottaferrata, dati i tempi stretti mi accompagnò raggiante nell’appartamento del Vescovo Perniciaro per il sacramento della cresima, lui fu contento di farmi da Padrino, e ci volle accompagnare personalmente a Grottaferrata in treno e presentarci al nuovo Direttore, Padre Valerio, ( scomparso qualche giorno fa).
Poi per Natale del 1960, l’Anno del Concilio venne a trovarci nuovamente e si soffermò per un po’ di tempo, in quella occasione mi portò in regalo un elegante volumetto: “ Il nuovo Testamento” Edizioni Paoline, che ancora conservo gelosamente. Mi ricordo che in quei giorni ci aiutò ad osservare dagli spalti del Castello un eclissi di sole di notevole durata, insegnandoci prima a costruirci delle apposite lenti affumicate.
Per me e penso anche per gli altri compagni di allora quegli anni del Seminario rappresentarano innanzitutto un grande momento di aggregazione tra ragazzi di Comuni diversi ma di uguale etnia e rito insieme ad una opportunità notevole di educazione e di studio rigoroso, in un ambiente familiare per la lingua materna e culturalmente determinato dalle personalità fuori del comune del Direttore Papas Marco, dell’Assistente Papas Demetrio e di tutti i Professori ma anche del personale laico del Seminario, ma su di tutti si notava che vegliava e vigilava la saggia figura del Vescovo Perniciaro, ben presente e che a volte potevi anche incontrare nei lunghi corridoi delle camerate o degli studi.
Una sola volta ho partecipato ad una riunione di ex alunni dei paesi albanesi ed è stata una bella festa. Poi il lavoro e gli avvenimenti mi portarono molto lontano.
Nicola Graffagnini

2 commenti:

  1. Carissimo Nicola: la prima foto che hai inserito nel contesto del tuo storico e fanciullesco racconto (lo stesso potrei dire io sull'ex seminario minore a San Basile) non mi sembra che sia stata scattata a Piana, ma bensì a Grottaferrata, perchè se non erro si possono notare P. A. Marchianò, Giuseppe Sposato ed altri che io ho conosciuto al Seminario di Grotta. Ti dispicerebbe farlo ingrandire perchè si possa vedere meglio i baldi giovani del gruppo. Grazie
    Cordiamlente P. Giovanni

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  2. sono La Barbera Salvatore, ex seminarista di piana degli albanesi.Sulle foto illustrate vi posso chiarire bene i luoghi, perchè io stesso sono in quelle foto.la prima foto è scattata in una masseria nei pressi di S. Cristina Gela,la seconda foto è scattata a Petralia soprana in occasione di una liturgia bizantina con Mons. Perniciaro. Io ho alcune foto di quelle occasioni ,tra cui quelle esposte nell'articolo. Grazie e saluti

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