giovedì 9 settembre 2010

Don Milani ..... di Nicola Graffagnini

Don Milani – il prete scomodo. ( 2 )

Il rimedio contro l’analfabetismo e l’evasione scolastica ?...........Consiste per il prete nel “monopolizzare i pomeriggi e le vacanze dei ragazzi, i dopo cena, le domeniche e le ferie degli operai, gli inverni dei contadini.”
“I cittadini sovrani votano pur non interessandosi per niente dei partiti, bisogna colmare l’abisso di differenza per l’incapacità di esprimersi e di intendere il sentire altrui ..”



La DOXA afferma che su 100 italiani, l’88 % ignora quali partiti siano al governo della Repubblica.
Al Magistrato Giampaolo Meucci di Firenze scrive: “Molte scuole popolari e pochi cine parrocchiali e attività ricreative” e vedrai che in pochi secoli il mondo sarà cristiano.”
Al Prof. Parigi, Prof. di Filosofia confessa che il suo seguito consiste nell’ottenere fiducia dai ragazzi e dal suo popolo.
Il pensiero e la cultura, afferma, crescono per moltiplicazione e non per somma. “Cosa potranno dunque fare questi ragazzi e i loro figlioli fra trent’anni ?”
A Meucci ….”Un’ora di scuola mia a Barbiana vale più che le 12 in mano a tutti gli intellettuali d’Italia. Non perché io valga più di voi, ma perché vale di più il pubblico che mi sono scelto”….
Le materie di studio.
Al Direttore del Giornale Il Mattino di Napoli, scrive: “Sono otto anni che faccio scuola ai contadini e agli operai e ho lasciato ormai quasi tutte le altre materie”…. Non faccio più che lingua e lingue straniere.
Mi richiamo dieci volte per sera alla etimologia. Mi fermo sulle parole, gliele seziono, gliele faccio vivere come persone che hanno una nascita, uno sviluppo, una trasformazione.”

“La parola è la chiave fatata che apre ogni porta”.
Parole come personaggi. “Quando il povero saprà dominare le parole come personaggi, la tirannia del farmacista, del comiziante e del fattore sarà spezzata”.
“Il dominio sul mezzo di espressione è un concetto che non riesco a disgiungere da quello della conoscenza delle origini della lingua”.
Il sapere in sé.
“Ognuno di noi si è affezionato al sapere in sé. Il priore (Don Milani veniva chiamato anche così ) ci propone un ideale più alto: cercare il sapere solo per usarlo al servizio del prossimo, per esempio per dedicarci da grandi all’insegnamento, alla politica, al Sindacato, all’apostolato.

La ricreazione.
“Una scuola austera come la nostra, che non conosce ricreazione, né vacanze, ha tanto tempo a disposizione per pensare e studiare. Ha perciò il diritto, il dovere di dire le cose che altri non dice. E’ l’unica ricreazione che concedo ai miei ragazzi.”
Lettera al Presidente del Tribunale.
Il problema di fondo della scuola.
La scuola è diversa dall’aula del tribunale. Per voi magistrati vale ciò che è legge stabilita. La scuola siede invece fra il passato e il futuro e deve averli entrambi presenti. E’ l’arte delicata di condurre i ragazzi sul filo del rasoio. Da un lato formare in loro il senso della legalità, dall’altro la volontà di leggi migliori, cioè il senso politico e in questo si differenzia dalla vostra funzione.
“Se tutti oggi, inorridiamo al pensiero delle sentenze di morte di un certo periodo, dobbiamo ringraziare quei maestri che ci aiutarono a progredire”.
“Il ragazzo nostro allievo non è ancora penalmente imputabile e non esercita diritti sovrani, deve solo prepararsi ad esercitarli domani ed è perciò da un lato nostro inferiore perché deve obbedirci e noi rispondiamo di lui, dall’altro nostro superiore perché decreterà domani leggi migliori delle nostre”.
“E allora il maestro deve essere per quanto può…. profeta, scrutare i segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo oggi confuse”.
“Anche il maestro è dunque fuori dal vostro ordinamento e pure al suo servizio. Se lo condannate attenterete al progresso legislativo. Posso solo dir loro, che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste e quando invece vedranno che non sono giuste essi dovranno battersi perché siano cambiate”.
“La leva ufficiale per cambiare la legge è il voto. La Costituzione gli affianca anche la leva dello sciopero”.
Chi paga di persona testimonia che vuole la legge migliore, cioè che ama la legge.
( vedi Socrate,Gandhi).
Continua

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