venerdì 6 agosto 2010

Papas Nicola è buono, padre Mario è buono, tutti siamo buoni ... è stato il vento a chiudere il portone della Chiesa

LETTERA DI UN LAICO AD UN AMICO PRATICANTE
Caro Natale Monteleone, ti trasmetto queste riflessioni,
Siamo divenuti tutti "deficenti"  ?
Fino a quando a Contessa Entellina continueremo a prenderci in giro c’è poco da sperare nell'allineamento ai parametri culturali che l’epoca che viviamo esige, e lo esige per più motivi, non ultima l'opportunità di non far ridere il mondo circostante. Ricordiamoci che da un paio di anni Contessa Entellina è impegnata in questioni che nulla hanno a che fare con la Fede e/o col Cristianesimo; noi siamo diventati protagonisti di una vicenda che a Bisacquino, a Corleone ed a Palermo suscita risate e sarcasmo a non finire. Di noi ridono credenti e non credenti, persone con un alto livello culturale e persone che non possiedono titoli di studio. E’ una risata generale.
Ed hanno ragione tutti costoro che ci osservano. Come possono mai capire che un intero paese, Contessa Entellina, sia stato per due anni mobilitato attorno alla questione se i credenti cattolici (ma di rito bizantino) avessero o meno titolo ad entrare in una Chiesa cattolica? Chi può mai spiegare all'esterno dal paese che da noi invece di aprire porte e cuori (cfr. papa Wojtila) si chiudono i portoni di una Chiesa con la benedizione di un sacerdote ? (capisco che tanti non vogliono sentire questa verità; ma questa è verità: sono stato infatti presente -dal lato interno della Chiesa- quell'1 agosto 2009).
Ha ragione la professoressa Guzzardo: a Contessa siamo in presenza di “deficenti”, di deficenti vari, che vivono fra noi. Non c’è alcun dubbio.
Per salvarci bisogna dire la verità
Se a noi manca la capacità di dire la verità e ci limitiamo a dire belle parole, secondo cui tutti siamo  assolti con padre Mario che è bravo, padre Nicolino che è bravo, il sindaco che è bravo, l’opposizione che è brava, Contessa che è bella, il governo che è buono … Mimmo Clesi che è buono etc. etc. noi non faremo mai il passo avanti che ci servirebbe. Noi continueremo per ulteriori decenni a far ridere il mondo circostante. A noi serve invece la capacità di scaricare a mare il buonismo di facciata, che le nostre nonne chiamavano per nome "ipocrisia".
Crediamo o no che l'identità non debba essere distrutta ?
Siamo convinti che ogni popolo ha esigenza di essere se stesso ? se sì, dobbiamo avere il coraggio di chiamare “mascalzone” chi lo è.
Mascalzone è, senza alcun dubbio, per esempio chi opera ai danni dell’identità collettiva e ‘benefattore’ è invece chi coltiva l’immagine, la storia ed il nostro modo di essere. Non esistono, non possono esistere, equivoci, vie di mezzo.
Qualche giorno fa Rosa Maria Di Martino, nel corso della seduta consiliare durante la quale è stato fatto ricordo della figura del padre, in seguito ad argomentazioni che erano state sviluppate dai consiglieri, ebbe a sottolineare l’importanza per ogni comunità di valorizzare la propria storia, la propria tradizione, e aggiunse: senza identità storica non si può costruire un solido futuro. Più alto è il palazzo che si vuole costruire, disse, più solide devono essere le basi. Questa verità l’ha capita, ha proseguito, la Lega Nord che volendo inserirsi in profondità nel futuro dell’Italia, secondo i suoi intendimenti, si è costruita, ad arte, una storia dubbia.
Contessa Entellina non ha bisogno di inventarsi una propria storia. Essa ha una storia che i paesi vicini non hanno. Noi contessioti questa Storia non l’abbiamo valorizzata e non sappiamo ad oggi  trarne alimento né per il presente né per il futuro. E’ triste che sia così, ma è quanto accade da noi, fra tutti noi. Tutti siamo, appariamo, disinteressati di fronte al nostro essere, al nostro apparire. Disinteresse da stanchezza, o peggio, da ignoranza. Ma così è.
C’è ancora di peggio.
Non dirlo sarebbe da corresponsabili del male che ci rode e chi scrive non ha mai fatto parte dei sostenitori dell’omertà, di coloro che ritengono che “i panni sporchi si lavano in famiglia”. Questa concezione tanto diffusa anche negli amministratori comunali in carica e in taluni consiglieri comunali non ci appartiene. Il peggio a cui facciamo riferimento sono quei passradam dell’ignoranza che per motivi davvero aberranti (sedere con maggiore autorevolezza nei comitati dei festeggiamenti, per miseri interessi di prestigio) hanno avuto il coraggio, di mettere in subbuglio la pace, la pace religiosa, del paese. Costoro hanno fatto ridere il mondo. Tengo a puntualizzare: non l'hanno fatto ridere coloro, come me, che hanno evidenziato sui media questa realtà grottesca nella speranza di far rinsavire chi aveva perso la ragione. Pensare il contrario significa fare come Berlusconi: fa da papi alle minorenni, porta le escort nei palazzi governativi e poi accusa i giornali, che fanno il loro mestiere, di discreditare l'Italia.
Lettera a Natale Montaleone
Caro Natale, nessuno mette in dubbio la tua sincerità e la tua buona fede. A Contessa Entellina in più occasioni abbiamo tutti apprezzato la tua passione per il lavoro, per l’impegno civico, per i rapporti di amicizia, pertanto tutto ciò che segue nella presente non è diretto contro ciò che hai scritto più sopra in questo blog. Ciò che segue viene scritto per evitare che si continui a non capirci, o peggio, a far finta di non capirci. Ciò che viene scritto serve a farci innamorare della verità, della nitidezza e della limpidezza e serve a far sparire l’ipocrisia, quell’ipocrisia che ha fatto ridere per anni chi da fuori ha possibilità di cogliere la nostra arretratezza culturale.
1) Finiamola di far credere in giro che i fatti accaduti a Contessa negli ultimi anni non hanno un artefice ed una regia.
Caro Natale, se scriviamo che papas Nicola è un pezzo importante della nostra storia locale e pure padre Mario lo è, all’amico mio di Campofiorito che quando mi incontra mi chiede ragione dei fatti di Contessa Entellina e mi chiede: "ma allora il portone della Chiesa della Madonna della Favara nel 2009 è stato sempre aperto ed è stato il vento a socchiuderlo e poi a chiuderlo ?" cosa devo rispondere ?
E’ inutile che giochiamo con le parole sul blog e su facebook. Sappiamo bene che o Padre Nicolino, o Padre Mario, o entrambi sono all’origine del malessere che si è diffuso nella comunità. E lo diciamo non per voler giudicare, ma perchè il concetto di "responsabilità" discende dal Cristianesimo. Una comunità dove non sono chiare le responsabilità non può reggersi !
Caro Natale, nel tuo scritto pigli le distanze dal linguaggio e dal contenuto del volantino di cinque giorni fa, quello che mostra livore con espressioni di prepotenze e lotte continue, ma non trai tutte le conseguenze necessarie dalla tua presa di distanza. Tu  non arrivi dove è necessario arrivare, ossia al punto dove il pane si chiama il pane e il vino si chiama vino. E' doveroso per te, come per tutti noi interrogarci e chiederci da dove sono spuntati nella nostra comunità contessiota gli ultimi due anni di veleni.
Serve la verità, non il buonismo
2) Natale, dobbiamo dirci la verità, solo la verità sgombererà l’aria infetta.
Pensi che il confronto a cui abbiamo fatto da spettatori (almeno chi scrive) era mosso da gente intenzionata a mostrare chi possiede più Fede fra i greci ed i latini ? cosa peraltro ridicola ! o pensi che abbia ragione la voce del popolo, quella da bar, che vuole sia accaduta una "guerra" per miseri interessi di bottega (questioni di comitati) anche al costo di avere tenuto chiuso per quindici giorni il portone della Chiesa?
Pensi che aver fatto oscillare il pendolo dei comportamenti umani dall’essenza del Mistero della Fede alla materialità di Mammona è da uomini cristiani ? 
Si comporta più aderentemente alla Fede chi continua a pregare nonostante il portone resti chiuso o chi chiude il portone per rivendicare, come avviene nel campo della politica, maggior prestigio, maggiore influenza, maggiore … (cose comunque da perseguire, ma non con la platealità e la violenza. Si, perché chiudere il portone in faccia a qualcuno è violenza).
3) Natale, apprezzo che non si rinvenga livore nella tua lettera, quel livore che trabocca dal volantino, ma ciò non lo ritengo sufficiente perché tu, io, chiunque, possa contribuire ad uscire dai veleni degli ultimi due anni.
Servono dei passi che tu puoi contribuire a che vengano fatti anche da altri:
-inculcare la convinzione che frequentare la Chiesa non è come frequentare una sezione di partito. Le espressioni Prepotenza, lotta continua etc. si usano, infatti, nel mondo politico.
-tu che sei persona sincera piglia apertamente le distanze da chi ha scritto e diffuso quel volantino. Piglia le distanze da chi avrebbe dovuto, perché prete, smentire la condivisione del contenuto ed invece a cinque giorni dalla diffusione non lo fa.
-tu persona corretta sei chiamato a molto di più dal dire che a Contessa siamo tutti buoni e perfetti e che Monsignor Sotir e Monsignor Tamburrino non avrebbero dovuto intervenire così pesantemente. Da te, io che ti conosco, mi aspetto che riprovi, condanni, l’avvenuta chiusura del portone nei primi quattordici giorni di agosto 2009.
Da te, persona lineare, mi aspetto che i preti non vengano giudicati per le azioni gioviali, artistiche, musicali, teatrali che possiedono (che, si intende, sono pur sempre utili e che peraltro Papas Nicola mostra fin dal 1990, quando Padre Mario era ancora seminarista) ma per ben altro. Quelle doti da te elencate in verità servirebbero all’assessore alla cultura, figura che da noi mi pare manchi. Sai bene, più di me che non ho mai finito di dichiararmi laico, che il prete è colui che prega sia dentro la Chiesa che fuori, anche col portone che gli viene chiuso in faccia. Prete è chi ti accompagna nel percorso irto e duro della vita e prova a farti intravedere -da lontanissimo- la parvenza del Mistero, e non chi ti caccia via dalla Chiesa.
Prete è chi sa interpretare i segni che capitano all’interno della Comunità e tenta di leggerli per far sì che i comportamenti propri ed altrui si adeguino.
Quelle doti da te elencate è bene che esistano, ma non fanno il prete, fanno al massimo l'artista e/o l'assistente sociale. Può comunque darsi che ciò che io e tu ci attendiamo da un prete sia diverso perchè tu sei un praticante ed io un laico avvolto nel dubbio e che in quanto tale ho più bisogno di senso e di speranza nel condurre la vita quotidiana di quanto ne possa avere bisogno tu, appunto, un praticante.
Con quanto detto non è mia intenzione infierire su Don Mario. No. Mi è sempre stato insegnato però di non fare il finto buonista o come si dice l’ipocrita. In politica, nella vita civile, nelle convivenze e nelle comunità non si deve essere ipocriti e dire: tutti sono buoni. Nelle comunità non si deve evitare di dire la verità e poi manifestare solidarietà alle persone che subiscono le conseguenze dell'irresponsabilità altrui. No.
Bisogna sempre e comunque mettere in chiaro ogni cosa in modo che ognuno individui le responsabilità. A tutti noi che ci poniamo davanti alla verità è più facile vedere oltre il fumo, la nebbia, che invece altri alimentano per avvolgere "Vittima e carnefice". Cosa diversa, che ovviamente condivido, è che da cristiani siamo chiamati a perdonare il carnefice e a solidarizzare con la vittima. Ma, penso che sarai d'accordo con me, se prima non individuiamo e non riconosciamo chi è il responsabile non possiamo concedere il perdono cristiano.
Per chiudere:
negli ultimi due anni qualcuno ha esagerato, nel campo della religione, nell’usare atteggiamenti più politici che di Fede. Quel linguagio e quegli atteggiamenti invece mancano sulla scena politico-amministrativa locale, dove ormai lo scontro appare molto attutito. Sarebbe il caso che ognuno di noi occupasse i posti appropriati ed evitasse di confondere Fede e politica, così facendo faremmo bene alla fede ed anche alla cosa pubblica.
Non denunciare questa evidente realtà significa continuare a non voler fare chiarezza. Significa che Contessa sarebbe destinata anche per l'avvenire a far ridere coloro che ci osservano.
Con molta amicizia
Mimmo Clesi

P.s.
Apprezzo l'ironia da te messa in campo: grazie a Padre Mario la Paraklisis quest'anno è di parecchio rinvigorita.

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