lunedì 9 agosto 2010

Anche Natale Montaleone fa proprio il volantino della "Teologia delle porte aperte e lotta continua!". Il volantino adesso oltre che sui tavoli della Chiesa è leggibile anche nella bacheca parrocchiale

Natale,
Non avrei gran chè da replicare alla tua recentissima lettera. Ti prego di rileggere lentamente la mia visione della vicenda che -attraverso il blog- ti ho rassegnata pochi giorni fa.
Con dispiacere rilevo che non riesci, nemmeno tu che hai innaugurato un approccio ‘buonista’, ad effettivamente discostarti dal taglio che è stata data da un paio di anni alla vicenda, di cui purtroppo -per le mie limitatezze- non riesco a capirne il senso. Il taglio cui faccio riferimento è quello della violenza morale:
1) chiudere portoni in faccia ai fedeli (o ritenuti tali, se vuoi) che vorrebbero pregare;
2) spalancare a spallate porte di cappelle (mi riferisco a quella cimiteriale);
3) fare contestuale concorrenza (riconoscendo il dominio incontrastato nel terzo millennio al ‘mercato’) al canto del “Lazzaro resuscitato”.
Sai benissimo che da sempre seguo con passione le problematiche politico-amministrative locali. Per questa ragione ti ribadisco che la passionalità che riversate (tutti coloro che vi riconoscete nel volantino politico programmatico di qualche giorno fa, includendo alla luce della tua ultima lettera anche te) nel mondo ecclesiale è fuori luogo e, da persona ignorante di queste cose, temo pure che sia “eresia” proclamata.
Voi tutti siete fuori luogo perché quei contenuti sono di lotta continua!, ossia prettamente politici e non di raccoglimento all’indirizzo del Mistero. A tutti voi, animati di tanta passione e calore quanta nemmeno io riesco a metterne insieme quando mi muovo fra partiti-movimenti-sindacati, vi invito, ancora una volta, a scendere in campo nell’appropriata sede amministrativo-politica (scegliendo voi, è ovvio, da quale parte stare, se con Sergio Parrino o con l’opposizione). E’ quello il vostro, ed il mio mondo di uomini passionali che vorrebbero cambiare il mondo.
La lotta politica è lecita, la lotta religiosa è illecita.
Sai bene che non è più tempo di crociate e che Giovanni Paolo II ha chiesto scusa per tutte le crociate, e per la IV in particolare. Si, lo ripeto la parola “lotta” è bandita dalla Fede e pertanto Voi siete (mi fa male, purtroppo, riconoscere anche te nei contenuti del volantino!) fuori campo.
4) Intellettuali ? mi piacerebbe esserlo e non lo sono e non penserei mai potesse essere una colpa ! (Non è che per caso che Padre Mario sta pensando di far fare la fine di un Giordano Bruno a quelli che eventualmente lo fossero ?).
Mi dispiace davvero non esserlo, anche perché al contrario di te che lo ritieni deleterio io rabbrividisco soltanto davanti all’ignoranza acclarata, proclamata e innalzata.
5) Consentimi di non entrare nel merito di copresidenze, accordi, soldi, protocolli di intesa. Sono tutte cose che affronto, per quel poco che posso, nel campo politico-amministrativo. Al contrario di te che sei un praticante, componente di comitato pastorale etc., io la domenica vado in Chiesa solo per vergognarmi delle azioni, di tutte quelle compiute da me, durante la settimana.
In buona sostanza non posso essere tuo interlocutore in un tavolo di trattative dove si prende in considerazione la computisteria: tanto entra e tanto esce, questo è mio e questo è tuo. Roba che mi da il voltastomaco anche quando ciò avviene in politica.
Il mio banco prediletto, in Chiesa, è l’ultimo.
6) Tu mi ricordi ‘maresciallo’, ‘don Mario,’ ‘1° agosto 2009’ etc.
Ascoltami: io, al contrario di te, so che la chiacchierata del 1° agosto, da te evocata, non c’è stata: c'è stato un monologo dell’avvocato, l’avvocato di Don Mario, via telefono che in quella occasione dettava (sostituendosi ad un Vescovo) le condizioni, i termini unilaterali, perché venisse aperto il “PORTONE”. So anche che da secoli, lo diceva pure mio nonno che era un “latino”, si è sempre fatto ciò che si fa allo stesso modo di come io e tu lo ricordiamo.
So che i vescovi di Agrigento, Monreale e Piana degli Albanesi, nel tempo, hanno sempre confermato ciò che la “tradizione” ci ha consegnato.
Mi dispiaca, Natale, ma io agli avvocati non attribuisco nessun potere “legislativo”, essi non hanno alcun potere, nessuna attitudine per cambiare ciò che è (escluso ovviamente Ghedini, il cui compito è di prendere su ogni cosa capiti sullo scenario nazionale le “misure appropriate” in favore di Papi).
7) Natale, se Papas Nicola non discute su quelle argomentazioni su cui tu vorresti aprire un tavolo (Mi vengono in mente: Lama, Carniti e Benvenuti da un lato e Costa dall’altro) ritengo che dobbiamo dirgli che è persona corretta: le “cose” da te sollevate non sono infatti nella sua disponibilità. Sono -al limite- più nostre, intendo cittadini laici che non intendiamo cambiare l’identità al paese, che di un solo uomo, il cui titolo è quello di portare la tunica. Sappiamo, io e tu, che tre vescovi di sedi diverse hanno ritenuto di dover confermare le “tradizioni” che tu, ancora da politico, da politico riformista, vorresti abolire. Cambiarle infatti significa farne altra cosa. Tu sai bene, comunque, che nè tu nè io abbiamo titolo e competenza per entrare nel merito. Il mio personale interesse di cittadino è di conservarle (vedi un po’ tu come, in questo contesto, sono un conservatore) perché gli elementi bizantini ed arbërëshe ci caratterizzano in quanto comunità (peraltro non fanno male a nessuno, tranne, a quanto pare, a Don Mario) e, da quanto capisco, il tuo interesse è di fare il riformista, mi scapperebbe di dire, il “socialista” che utopisticamente vuole cambiare il mondo.
8) Mi avvio alla conclusione. Non è mia intenzione, come ti dicevo più sopra, entrare nel merito di ridicoli protocolli di intesa il cui intento sarebbe di abrogare le determinazioni assunte, nel tempo, da tre sedi episcopali. Resto basito nel sentire che Padre Mario deve organizzare la festa (cosa che non ho mai sentito abbia fatto né Papas Janni, né Papas Nicola Bufalo, né Papas Nicola Cuccia): ma quale festa ?
--quella liturgica è già organizzata da milleseicento anni, l’ha strutturata San Giovanni Crisostomo e viene quasi sistematicamente guidata dal Vescovo;
--la processione segue sempre i medesimi itinerari.
--la festa popolare, quella degli artisti che vengono da fuori, quella delle luminarie etc., sai bene che da secoli è organizzata dal comitato laico (composto, da alcuni decenni, da elementi indifferentemente greci e latini) e non credo che sia opportuno per Padre Mario che si intrometta su queste questioni, come non si intromette Papas Nicolino e come lui, tutti i predecessori. Non fare il clericale, lascia ai laici, al comitato queste problematiche.
Non ti capisco dove vuoi arrivare; forse mi rifiuto di capire simili argomentazioni, lontane dal mio modo di vedere e di interpretare il ruolo del prete. Il tuo insistere su questi aspetti di “bottega” mi induce a pensare, ciò che non voglio pensare, che la prepotenza politica esercitata (compreso il ricatto del portone chiuso per la Paraklisis 2009) sia tutta finalizzata a questioni di “bottega”. Ai miei occhi è roba dell’altro mondo (se non ricordo male, roba di Mammona).
9) Non capisco da dove tiri fuori l’asserzione che la festa divide: ho sempre, da quando ero ragazzino, visto “migliaia” di persone al pontificale “bizantino” come pure alla processione. Diviso è colui che vuole dividere, distinguere, differenziare: papas Janni mi insegnò che satana divide. Io non ho capito allora cosa intendesse dire, perché avevo sei, sette anni.
10) Don Mario si umilia ? Conoscendo il tipo non direi; comunque si umilia perché non celebra ? A dir la verità con altri due, tre, quattro sacerdoti di rito latino l'ho quasi sempre visto concelebrare col Vescovo durante il pontificale. Vorrebbe presiedere il rito ? lo fa, mi pare, in altre celebrazioni della fatidica giornata.
11) Termino davvero; Non ho affrontato quanto sarebbe stato utile ancora fare. Ma sono un semplice osservatore della vicenda, ho un rapporto di amicizia lontano nel tempo con papas Nicolino, e ti confesso la mia unica preoccupazione: è da suicidi lavorare per manomettere ciò che caratterizza la comunità locale, ivi inclusa ogni manifestazione del rito bizantino. Non ti nascondo che resto esterefatto dal contenuto del “volantino” e da quanto tu confermi:
--voglia revanscista
--livore
--convinzione che uomini animati da passione “politica” e di parte possano all’interno dell’istituzione “Chiesa” fare accordi, protocolli di intesa ! Scusami, ma io su questa strada non riesco davvero a seguirti. Ricorda che esistono, te lo fa presente un laico, un Codice di Diritto Canonico, Autorità ecclesiali e provvedimenti con sigilli della Chiesa istituzione.
Tu ragioni, lo ripeto per l’ennesima volta, da politico, io laico dichiarato mi ritrovo invece a ricordare, a te, i dettati della Chiesa-gerarchia.
Come mi appare strano ricordarVi –a Voi che fate parte del Consiglio Pastorale- che non è lecito affiggere nella bacheca parrocchiale, in un luogo di culto (e non in un nido di …..) un volantino che scandisce la lotta continua.
Non posso non soffermarmi su asserzioni fuori luogo (non tanto nei miei confronti che ammortizzo col sentimento dell’amicizia) su persone estranee al nostro personale confronto. A quelle persone riconosco cultura, serietà e saggezza. Io ne ho fatto richiamo, nella prima lettera, solamente per prendere spunto sul vicolo cieco che ha assunto la vicenda che trattiamo. Sarebbe corretto per te quando usi ironia che lo faccia solamente nei miei confronti -se lo vuoi-, non con altri estranei al dialogo.
Ti chiedo inoltre di non avere avversione per i veri “intellettuali”. Pensaci un po’ a ciò che sto per dirti: “Sono miliardi di volte preferibili gli intellettuali, quelli veri, che gli ignoranti per scelta e vocazione”.
Se hai ancora voglia di proseguire il confronto su quanto ci siamo detti, sai bene come possiamo farlo, senza dover monopolizzare io e tu, ciò che è di più vasto interesse. D’altronde non scordarti che sono un osservatore, interessato sotto il profilo culturale e niente di più.
Ciao
Mimmo Clesi
P.s.
Non ho nulla da dirti circa incontri di preti: so che la Teologia delle porte chiuse ha condotto al trasferimento sia del suo Autore che della vittima. I nuovi sacerdoti che arriveranno, come i precedenti, si troveranno ad attuare la "tradizione" e non a riformarla. La tradizione riformata non è "tradizione". Sforzati a capire che la "tradizione" non è nella disponibilità di nessuno di noi; sacerdoti compresi.

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