venerdì 4 giugno 2010

Il terremoto del gennaio 1968 nei ricordi di Nicola Graffagnini: 1975-Gli Stati Generali dei partiti

Il 1975
Gli Stati generali dei due più grandi partiti nella valle del Belice.
- Il pifferaio magico -
Riguardando gli appunti del 1975 mi accorgo che mi sono fermato alla sola realtà di Contessa, per raccontare della questione frane che condiziona negativamente almeno per un biennio la già provata economia del paese.
Il segno visibile del superamento di quel problema, mediante la mobilitazione corale della nostra comunità, rimane il viadotto costruito proprio nelle vicinanze dell’abitato di Cascia, da dove si vede tutto il paese.
Per quanto riguarda invece il dibattito nella Valle sulla ricostruzione, devo registrare due appuntamenti importanti, da cui a mio parere dipendono poi alcune conseguenze positive per tutti noi a partire dalla visita della Commissione Parlamentare Lavori Pubblici che poi aprirà la strada al voto per la nomina della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Belice.
Per offrire alcune coordinate storiche, basta dire che è l’anno del Presidente Socialista Soares eletto in Portogallo, ricevuto il 12 Dicembre 1975 a Roma dal Presidente del PSI Pietro Nenni e dal Segretario Francesco De Martino, Presidente della Repubblica è il napoletano Giovanni Leone. Il Ministro del Tesoro Colombo parlando a Catanzaro, in clima di vigilia elettorale, ribadisce ancora una volta, l’impegno del governo per i problemi del Mezzogiorno.
Si respira aria di crisi governativa, i repubblicani accusano i socialisti di voler aprire la crisi del bicolore presieduto da Moro. I due partiti più grandi democristiano e socialista, si sfidano dappertutto, e nella Valle del Belice, convocano gli stati generali, il primo a Salaparuta a Settembre, il secondo a Salemi il 13 Dicembre, un mese prima del settimo anniversario.
I democristiani parlano di un nuovo meccanismo legislativo per la ricostruzione dei privati, l’on. Salvatore Grillo, Segretario Prov.le della Dc di Trapani e Sindaco di Salaparuta cita i numeri per dimostrare la crisi della ricostruzione: "Lo Stato ha preso l’impegno di costruire almeno 12.000 case a tasso agevolato, la legge prevedeva infatti l’erogazione di mutui venticinquennali al tasso dell’1,50 % , ma il dispositivo non è divenuto mai operativo; molte decine di miliardi sono stati spesi per opere di urbanizzazione ma ancora nessuna casa risulta costruita. Pertanto i Dc della provincia di Trapani, Palermo ed Agrigento porteranno avanti, la proposta di una norma legislativa che prevede l’assunzione diretta da parte dello Stato dell’onere della ricostruzione della prima unità immobiliare dei fabbricati privati. Sono presenti tutti i parlamentari nazionali e regionali DC eletti nelle province di Trapani ed Agrigento e in particolare l’on.le Attilio Ruffini, ViceSegretario Naz.le della DC e l’on.le Giglia, Presidente della commissione parlamentare Lavori pubblici.
A Salemi, in un grande cinema del centro, l’esame di coscienza sui lavori del terremoto per i Socialisti, lo fa l’On.le Vito Cusumano, componente della Commissione parlamentare Lavori pubblici della Camera, nativo di Salemi oltre che Consigliere Comunale, sono presenti naturalmente tutti i big del Partito da Lauricella a Fiorino a Nicola Capria , Segretario Regionale, i Sindaci e i parlamentari eletti; da Contessa eravamo presenti una nutrita delegazione capitanata dal nostro Sindaco Di Martino, che ha parlato della necessità di pervenire ad una nuova legge, più snella, per la ricostruzione in tempi brevi della prima unità immobiliare.
E’ interessante al riguardo riportare cosa dice l’inviato del Giornale di Sicilia nell’articolo di presentazione dell’iniziativa pubblicato il 13 Dicembre in prima pagina: "La casa resta un miraggio, il riscatto sociale attraverso il lavoro, una chimera. Le ciminiere fumano solo nei sogni dei contadini –operai di questi paesi abbandonati per secoli alla propria rassegnazione. L’autostrada Mazara del Vallo–Punta Raisi è solo un disegno, non ancora completamente realizzato. Il cementificio, il tondinificio, il complesso elettro-meccanico di Capo Granitola, le industrie del piano di sviluppo regionale ( Italgel) di Mazara del Vallo, o il potenziamento delle collegate ESPI, sono serviti solo a portare voti a chi talvolta, con ostentazione, è riuscito a suonare il piffero magico, in questa addormentata parte della Sicilia. Il tondinificio e il cementificio creano troppo fastidio alle industrie del Nord, Capo Granitola resta una speranza in attesa dell’accoglimento della CEE….. A Salemi si parlerà di futuro della valle del Belice, i socialisti faranno il punto della situazione , sul molto che resta ancora da fare".
(continua)

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