lunedì 7 giugno 2010

Il terremoto del 14 gennaio 1968 nei ricordi di Nicola Graffagnini: Il 1976 anno decisivo


- Il 1976 –
L’anno decisivo per la ricostruzione
I ritagli del 1976 sono più numerosi e ciò è dovuto al fatto che il 1976 diventa l’anno non solo della presa d’atto ufficiale del fallimento del progetto di ricostruzione pilotato da Roma, ma anche l’anno della verifica della situazione sul campo, degli errori commessi e dell’analisi delle possibili soluzione legislative atte a riguadagnare il tempo perduto ed assicurare la ricostruzione della prima casa.
L’ORA di Govedì 8- Venerdì 9 Gennaio 1976, titola in prima pagina, "Oggi gli esperti vanno a contare gli errori" nel catenaccio sotto, "Arriva la Commissione Parlamentare da Roma", ma a sinistra in posizione di sommo rilievo leggiamo anche "Moro si è dimesso", "La richiesta PSI è un governo di emergenza".
Mi ricordo che tra noi attivisti di partito e di sindacato che ci vedevamo nelle grandi occasioni, c’era sempre presente un interrogativo: "Ma questa volta dura il governo ?" infatti era l’epoca che si arrivava all’estate e si nominava un governo balneare che non aveva il tempo di insediarsi per passare la mano al prossimo governo natalizio, e certamente tra un governo e l’altro decadevao i disegni di legge e occorreva ripresentarli nuovamente, rinominare il relatore ecc. e iniziare la via crucis del provvedimento, sperando nel miracolo dell’unanimità dei gruppi per avere la sede referente.
A Pag. 3 troviamo una lunga intervista sulla Sicilia e una dichiarazione di Sciascia, che parla del modo della Dc di governare Palermo, afferma che la Sicilia a volte contagia l’Italia, e riflette sull’opportunità di una inchiesta parlamentare sullo sperpero di miliardi pubblici nella valle del Belice.
A Pag. 10 troviamo il titolo del pezzo dell’inviato Franco Nicastro che ne seguirà tutte le attività : "Dopo un incontro con il governo regionale, la delegazione si recherà nei paesi terremotati per prendere visione dei ritardi, degli sprechi e delle inadempienze che datano da otto anni".
L’ORA di Lunedì 12 –Martedì 13 Gennaio, titola in prima pagina: "Le conclusione della Commissione – Nel Belice si deve ricominciare tutto da principio".
A Pag. 11, troviamo il pezzo che occupa con alcune foto tutta la pagina. Il titolo "Belice, tutto da rifare" nel catenaccio una sintesi delle conclusioni tirate dal Presidente della Commissione : "Ad otto anni dal terremoto solo sprechi, errori e ritardi: case e lavoro le due priorità fondamentali. Tracciate le linee dei nuovi interventi: accertamento delle responsabilità, snellimento delle procedure, controllo pubblico sui nuovi fondi da stanziare".
Voglio riportare alcune righe delle dichiarazioni illuminanti, rilaciate dal Presidente della Commissione On. Giglia, che già abbiamo visto presente in Settembre ’75 al convegno Dc di Salaparuta.
"Nel Belice si è sbagliato tutto. Troppi errori. Almeno per i ritardi e gli sprechi questo è uno scandalo nazionale….bisogna cambiare radicalmente il programma d’interventi …. E preparare un nuovo piano di ricostruzione che dia subito ai baraccati case e lavoro".
Il 15 Gennaio a Roma la Commissione Parlamentare incontrerà la delegazione dei Sindaci del Belice con l’Ing. Arrigo Fratelli, capo dell’Ispettorato Zone Terremotate.
Continua così il servizio : "Nella vicenda del Belice si apre un nuovo capitolo. Le denunce dei ritardi e degli sprechi, i 350 miliardi bruciati nella ricostruzione delle opere colossali, inutili e perfino sbagliate (valga per tutti l’esempio della nuova Poggioreale , , che sta sorgendo su una collina franosa con altro dispendio di denaro per consolidare la frana ..), cavalcavia pedonali, modernissime arterie stradali costruite nel deserto, piscine olimpioniche da 400 milioni, teatri e chiese, centri sociali da vari miliardi …è un lungo elenco di opere pubbliche fornito dall’Ispettorato ,,,. >
Accanto alla questione delle case è emersa in tutta la valle del Belice anche la grave situazione della disoccupazione giovanile e dell’edilizia, dal momento che la maggior parte dei cantieri è ferma .. in attesa … della nuova legge di finanziamento.
Nei centri terremotati è un fiorire di iniziative tendenti a farsi sentire e vedere da parte della Commissione, che salta a piè pari alcuni incontri, ad esempio Calatafimi, mentre va a Menfi e poi a Partanna ove era prevista la riunione con i Sindaci, che viene rinviata a favore dell’incontro pubblico con la cittadinanza in un cinema del Corso, concesso per motivi di ordine pubblico.
Il Giornale di Sicilia, Giovedì 22 Gennaio 1976 in prima pagina, titola "L’incontro dei sindaci a Roma - Per il Belice ancora acuti dissensi". Nel catenaccio, in sintesi : "Secondo la DC la ricostruzione va affidata a un ente di stato; PCI e PSI preferiscono invece la forma di contributi ai privati"…. Proprio accanto al titolo sono ritratti i leader storici dei due partiti di sinistra: Berlinguer e De Martino, ripresi dopo i colloqui al Quirinale, per la formazione del governo Moro, dimessosi l’8 Gennaio 1976.
Di fronte ad una crisi di governo, dai contorni difficilissimi e imprevedibili, figuriamoci in quale clima incandescente si svolge la riunione dei Sindaci, già saltata a Partanna per motivi di ordine pubblico e convocata alla Camera con la Commissione Lavori Pubblici, durata cinque ore.
Secondo le cronache alcuni punti fermi sembrano evidenziarsi, per esempio il gelo di fronte alla proposta del Presidente Giglia per la creazione di un Ente di stato cui affidare tutta la ricostruzione dei paesi totalmente distrutti, che non trova alcun accoglimento dei sindaci presenti:
- Culicchia (Partanna), Milano ( S.Margherita B.), Renda (Vita ), Di Martino (Contessa Entellina), Montalbano ( Sambuca di Sicilia ), Barrile ( Montevago ), Giaccone ( Menfi ), Bellafiore ( S.Ninfa ), Cascio ( Salemi ), Di Stefano ( Calatafimi ), Grillo ( Salaparuta ), Caronna ( Poggioreale ), Stagno ( Roccamena ), Nicosia ( Camporeale ).
I Sindaci invece mettono in campo le cifre dei miliardi finora spesi a consuntivo per fugare le analisi negative sul Belice e precisano: " …dei 348 mld stanziati ben 45 sono stati assorbiti dall’IVA e dalle spese di progettazione, mentre altri 90 risultano impegnati dalla revisione dei prezzi. Esiste ancora disponibile una somma pari a 125 mld di cui 96 per opere a totale carico dello Stato e poco più di 26 mld per contributi ai privati".
Si tratta, come si vede, di una cifra residuale modesta per una completa ricostruzione …e qui tutti i parlamentari e sindaci si trovano d’accordo per il completamento delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria ridimensionando l’originaria progettazione dell’ISES ( ormai sciolto ) …e per l’esigenza di un intervento celere per la ricostruzione della prima unità immobiliare: i democristiani mediante un ente di stato, socialisti e comunisti . ..favorevoli alla concessione di un adeguato contributo forfettario per vano-legale, in maniera che i privati possano provvedere direttamente alla ricostruzione del proprio alloggio.
Questa volta dicono i sindaci si farà sul serio "Se non si farà sul serio ci metteremo alla testa di cinquemila terremotati per una grande manifestazione a Roma"

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