a cura di Giuseppe Caruso
La domenica dopo l’Ascensione è dedicata nel nostro rito a quei Santi Padri che parteciparono al Primo concilio di Nicea. Esso è stato il primo concilio ecumenico del mondo cristiano, convocato e presieduto dall'imperatore Costantino I, preoccupato dalle dispute tra cristiani che si facevano sempre più aspre. Se prima tali dispute erano tenute all'interno di luoghi di culto quasi in sordina o confinate nelle sedi ecclesiastiche, ora che Costantino aveva dato al Cristianesimo un'autorità all'interno dello stato, queste dispute erano diventate anche una questione di stato e come tali andavano trattate: infatti, se queste non fossero state risolte avrebbero dato un ulteriore impulso centrifugo all'impero in una fase in cui esso si trovava sulla via della disgregazione. Con queste premesse, in un clima di grande tensione, il concilio ebbe inizio il 20 maggio del 325. Lo scopo del concilio era quello di rimuovere le divergenze nella Chiesa di Alessandria, e stabilire la natura di Cristo in relazione al Padre, in particolare, stabilire se il Figlio fosse della stessa ousìa (sostanza) del Padre. Un'ulteriore decisione del concilio fu stabilire una data per la Pasqua, la festa principale della cristianità. Il concilio stabilì che la Pasqua si festeggiasse la prima domenica dopo il plenilunio successivo all'equinozio di primavera, in modo quindi indipendente dalla Pasqua ebraica, stabilita in base al calendario ebraico. Il Vescovo di Alessandria (probabilmente usando il calendario copto) avrebbe d'allora in avanti stabilito la data e l'avrebbe poi comunicata agli altri vescovi. Il clima conciliare niceno fu a dir poco turbolento: il dibattito sulle tesi di Ario degenerò a tal punto che San Nicola di Mira prese a schiaffi l'eresiarca.Le decisioni prese dal concilio con un'amplissima maggioranza furono essenzialmente tre:
1. su proposta di Eusebio di Cesarea si arrivò ad una dichiarazione di fede che ricevette il nome di Simbolo niceno o credo niceno. Il simbolo, che rappresenta ancora oggi un punto centrale delle celebrazioni cristiane, stabilì esplicitamente la dottrina dell'homooùsion, cioè della consustanzialità del Padre e del Figlio: nega che il Figlio sia creato (genitum, non factum), e che la sua esistenza sia posteriore al Padre (ante omnia saecula). In questo modo, l'arianesimo viene negato in tutti i suoi aspetti. Inoltre, viene ribadita l'incarnazione, morte e resurrezione di Cristo, in contrasto alle dottrine gnostiche che arrivavano a negare la crocifissione.
2. venne dichiarata ufficialmente la nascita virginale di Gesù, definita nel simbolo niceno: [Gesù] nacque da Maria Vergine. In realtà la nascita verginale di Gesù era già affermata nel vangelo di Matteo, pertanto nel simbolo niceno essa venne solo ribadita.
3. fu condannata come eretica la dottrina cristologica elaborata da Ario, che sosteneva che Gesù non avesse natura divina come il Padre.
Altre decisioni erano invece di carattere non solo dottrinale ma anche disciplinare, e riguardavano la posizione da tenere in particolare rispetto agli eretici e a coloro che avevano rinnegato il cristianesimo, e cioè:
1. furono dichiarate eretiche le dottrine del vescovo Melezio di Licopoli.
2. furono stabilite delle regole sul battesimo degli eretici.
3. si presero delle decisioni su coloro che avevano rinnegato il cristianesimo durante la persecuzione di Licinio, cioè i cosiddetti lapsi.
Alla fine del concilio vennero stabiliti i seguenti canoni
1. proibizione dell'auto-castrazione; (come aveva fatto Origene)
2. definizione di un termine minimo per la ammissione dei neo-catecumeni nella Chiesa;
3. ordinazione di un vescovo in presenza di almeno tre vescovi della provincia, subordinata alla conferma da parte del vescovo metropolita;
4. preminenza dei Vescovi di Roma e Alessandria;
5. riconoscimento di particolare onore per il vescovo di Gerusalemme;
6. provvedimento di clemenza verso coloro che hanno rinnegato il Cristianesimo durante la persecuzione di Licinio;
7. precedenza di vescovi e presbiteri sui diaconi nel ricevere l'Eucaristia;
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