martedì 20 aprile 2010

Goldman Sachs, la banca che doveva monitorare i "derivati" americani, da cui è scoppiata la crisi finanziaria mondiale, è notizia di oggi, presenta bilanci con miliardi di utili.

Affronteremo, nelle prossime settimane, l’esame del bilancio di previsione 2010 del Comune di Contessa Entellina, preparato in termini di bozza, di schema, dalla giunta nei giorni scorsi. Lo faremo con spirito critico, che al contrario di quanto qualcuno pensa non è cattiveria, ma è la condizione necessaria per capire. Senza spirito critico, senza analisi, senza ricorso ad ipotesi alternative a come vanno le cose del mondo, si fa semplicemente l’apologeta, l’esaltatore.
Cerchiamo però, adesso, di capire, ovviamente per sommi capi, in cosa consista la crisi finanziaria in cui è massimamente esposta la Grecia e che all’orizzonte lascia intravedere lo sfascio anche di paesi che, nell’ordine analogico in cui si trovano le loro finanze pubbliche, hanno nome di Portogallo, Irlanda, Spagna, Italia.

Grecia
Oggi tutte le istituzioni finanziarie del pianeta hanno cancellato dalle loro agende, per quanto riguarda investimenti e soprattutto prestiti, questo paese. La Grecia non è ritenuto un paese credibile, nel senso che non è considerato in condizione di restituire ciò che oggi gli viene prestato.



Questo paese ha un grande debito che mensilmente viene rinnovato –sia pure per frazioni-. Viene rinnovato con altri debiti che però ottiene a tassi di interessi sempre più alti. E’ comunque probabile che da qui a poche settimane nessuno gli darà più un euro, perché troppo preoccupante è la sua situazione. E se il debito non viene rinnovato questo paese dichiarerà bancarotta: non rimborserà più nessuno e resterà insolvente. Non saprà come riprendersi. Sarà un paese nel caos, non potrà pagare né dipendenti pubblici, né pensioni, né, a maggior ragione, i creditori.



L’Europa
L’Europa, ossia l’insieme dei paesi che con la Grecia condividono la moneta unica, l’euro, ha due schiere di paese che nei confronti del paese ellenico hanno atteggiamenti differenti.
Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia vorrebbero che l’Europa intervenisse in soccorso della Grecia, che si avvia -a quanto pare- verso la bancarotta. I quattro paesi ricordati temono, dicono, che la situazione greca può trascinare nei guai la moneta unica di tutti.
I paesi di tradizione anglo-sassoni, Germania in testa, non ritengono di dover, invece, pagare i conti né della Grecia, né dei paesi che si ritrovano nelle medesime condizioni. Attualmente hanno messo a disposizione una linea di credito di 30 miliardi di euro che potrà allungare di poche settimane l’agonia del bilancio pubblico greco. Non serviranno a nulla, nemmeno, i 15 miliardi messi a disposizione dal Fondo monetario internazionale.



Perché si è arrivati a questo punto ?
I greci per lunghi anni, dagli anni novanta, hanno falsificato il bilancio del loro stato. Hanno scritto poste che non coincidevano con la realtà.
Il fatto grave però è che le banche internazionali che avrebbero dovuto verificare la veridicità, la bontà, di quei bilanci sono state compiacenti. Lo sono state sulla scorta di una filosofia, che con l’economia (intesa come disciplina) non ha nulla da spartire. Quella filosofia fu definita: finanza creativa.
Questa parolina, automaticamente, ci riporta in mente il nome di un ministro italiano: Giulio Tremonti. Sette, otto anni fa, questo signore -pure in televisione- parlava di ‘finanza creativa’. Che significa ? Significa più o meno: “finchè la barca va, lasciamola andare; quando i nodi verranno al pettine saranno altri a risolverli”. Il Tremonti che teorizzava quella filosofia è ancora oggi Ministro delle Finanze e i nodi, da lui inventati (asserendo, per esempio, che l’Italia può indebitarsi all’infinito perché fra le proprie ricchezze ha la natura che, da noi, assurge ad una bellezza che altri non hanno. Egli lasciava intendere che quella bellezza della italica natura esiste, ma non ha poste nei bilanci pubblici) e, quei nodi mostrano oggi di presentarsi all’orizzonte dell’Italia, in un tempo affrettato, stante che Tremonti è ancora sulla cresta dell'onda. Tremonti guida ancora l’economia dell’Italia.
Ecco perché Tremonti, con i governi di Irlanda, Portogallo e Spagna vorrebbe essere generoso con la Grecia, perché una volta creato il precedente, Angela Merkel, premier della Germania, paese in cui la fantasia non sostituisce la concretezza, dovrà aiutare tutti.
La banca internazionale che ha occultato i conti della Grecia, e non solo di essa, è la Goldman Sachs, fino a pochi anni fa ritenuta fra i più bei nomi della finanza mondiale e che oggi è finita nel mirino di tutte le istituzioni di controllo, soprattutto della SEC (la Consob statunitense) che la accusano di avere svolto la sua funzione nel proprio interesse e non della collettività, per la quale si era invece impegnata.



L’imbroglio dove stà ?
Con questa -fino a poco tempo fa- prestigiosa banca hanno lavorato, come dipendenti e/o consulenti, la stragrande maggioranza degli attuali (e dei trascorsi) ministri del Tesoro e delle Finanze, di mezzo mondo.
Per quanto riguarda l’Italia sono state vicine a questa istituzione bancaria: Prodi, Castamagna, Gianni Letta, Mario Monti, lo studio di Giulio Tremonti e l’attuale governatore della Banca d’Italia Draghi (questi i nomi più conosciuti).
La loro filosofia, che ha fatto arricchire la Banca (i cui utili denunciati per il 2009 sono astronomici) ma distrutto i bilanci pubblici di mezza Europa era di rinviare nel tempo i problemi di finanza pubblica, nella convinzione che i bilanci truccati non sarebbero mai stati analizzati stante il prestigio della Goldman.
Quando ci lagniamo dell’irrisolto ‘conflitto d’interessi’ del premier italiano, ignoriamo che l’intero gruppo dirigente del nostro paese (di destra e di sinistra) è in aperto conflitto di interesse con gli interessi degli Italiani. Non è un caso che il (teorico) partito di opposizione, il Pd, non faccia opposizione. Come potrebbe ?

Conclusione
La “finanza creativa” degli ultimi anni, di cui si sono avvalsi governi irresponsabili (autodefinitisi di destra e di sinistra, solo per ingannare l’opinione pubblica) –sostenuti da banche internazionali come Goldman- non ha creato valore; ha distrutto e continua a distruggerne, per rinviare nel tempo (rimandando al futuro) i conti da pagare. Si tratta di conti da pagare che tornano con tutta la forza distruttiva sui governi di oggi e sulle generazioni future.
Spagna, Italia e Portogallo non sono riusciti, per ora, a convincere la rigorosa e precisa Germania a versare un aiuto diretto ed immediato alla Grecia. Ma essi nel sostenere questo paese non pensano ad esso, ma a sé stessi, a  quando toccherà il loro turno di dover mettere in discussione le pensioni, le retribuzioni ed il resto.

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