IL TERREMOTO DEL GENNAIO ’68 .
- “La seconda notizia” –
La sera del terzo giorno, nel primo pomeriggio notammo un trambusto provenire dall’esterno della grande tenda ove eravamo riuniti .. tutta la famiglia allargata con mio zio e la famiglia di Salvatore , alcune persone si fecero avanti nell’anti tenda …….
Subito notai la figura alta e imponente del Sindaco Di Martino , …..incuriosito mi levai per salutarlo…. insieme agli altri occupanti della tenda.
Con fare misterioso e deciso il Sindaco, già a Contessa dalla Domenica, mi diede una buona strappata, rimproverandomi di non avere dato la seconda notizia del terremoto dopo la prima delle ore 13 di Domenica ,… io ribadii un po’ intimidito, accennando ai miei doveri di capo famiglia e al mio daffare per trovare un posto sicuro per la tenda …… Lui, di contro spiegò che in città aveva lasciato la moglie ( mia cugina Tomasina ) e i due figli, alloggiati su una macchina, nei pressi del Motel Agip …...
Questo riferimento al suo quadro familiare così sinteticamente esposto, mi diede immediatamente il peso dei doveri che si imponevano a chiunque avesse avuto in quel frangente incarichi pubblici o di pubblica utilità.
Fu una scossa salutare e ……a prescindere dai gradi di parentela …….. gli promisi tutta la mia collaborazione …………per fare da tramite tra le necessità del paese e le due redazioni con cui collaboravo in quel momento: il quotidiano della sera L’ORA e la RAI regionale di Palermo.
Fu così che mi salvai dall’iniziale torpore del terremotato che ti assale quando ti senti letteralmente impotente di fronte alle forze primigenie della natura e ne soccombi……..
Avviai immediatamente i contatti con i carabinieri della stazione ……. per avere il quadro della situazione ……continuamente aggiornato e concordato con le loro segnalazioni d’Ufficio.
-“ I quindici giorni “-
Questo primo periodo io lo chiamo dei “quindici giorni”, infatti dopo quindici giorni dalla prima scossa ne venne un’altra ancor più forte e micidiale della prima e io che mi trovai in Municipio a raccogliere informazioni scesi immediatamente le scale alla ricerca dello Zio Vincenzo. Furono anche questi dei minuti indimenticabili della mia vita, infatti lo Zio si era fratturata una caviglia la Domenica famosa della prima scossa per scendere da noi ed invitarci per la sera e non si era fatto ricoverare a Villa Sofia dopo l’intervento sulla frattura.
Pian pianino, ci avviammo verso la pompa di benzina del Sig. Trapani , dove avremmo trovato un passaggio per andare al Borgo Piano Cavaliere ove nel frattempo ci eravamo trasferiti ….
Quello stesso giorno un altro impiegato, il Ragioniere Filippo Guarino per effetto della scossa si sentì così male da consigliarne il ricovero a Villa Serena, in città , mentre una persona anziana, avanti negli anni, morì per un infarto .
Questa terza scossa contribuì a mettere ancor più in evidenza le lesioni gravi agli edifici e a segnare lo stato d’animo dei paesani già provati da quindici giorni di stress inenarrabili. Una delle cose che ricordo vagamente…… è la paura di prender sonno…… e quindi la conseguente insonnia …….che interviene sovrana e che non ti abbandona quando vuoi tu …!...................
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(Continua)
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