Mi ha colpito l'asserzione secondo cui "Dopo il Vaticano II anche l’ultima istituzione che rifiutava di riconoscere l’importanza dell’Illuminismo nel mondo moderno, la Chiesa, ha sgomberato il tavolo da ogni avversione. Oggi il papa teologo sforna documenti sulla compatibilità fra Fede e Ragione."
In realtà già 19 secoli fa, l'autore del Vangelo di Giovanni esordiva appunto il suo Vangelo con l'espressione "En archì in o Logos ... ke o Logos in Theòs". Il fatto che o Logos sia generalmente tradotto in italiano con "il Verbo" non aiuta certo la corretta comprensione del testo originale. In realtà il significato del termine greco Logos è "discorso" ma non certo un discorso qualunque, bensì un discorso logicamente (non è un caso che la parola che ho appena usato abbia la stessa radice di logos) concatenato che con-vince l'interlocutore unicamente con la forza della ragione; quindi anche discorso logico, razionale, ragione.
Allora, molti secoli prima dell'Illuminismo, fin dalle prime righe di uno dei documenti fondativi della religione cristiana, era affermato senza reticenze e senza mezzi termini che la Ragione è il Dio in cui credono i cristiani!
Non è fuori luogo ricordare che la chiesa "greca" ossia bizantina ha sempre letto questo passo evangelico durante la Divina Liturgia di Pasqua e lo ha letto nel testo originale.
Ora, attribuire al Vaticano II, la scoperta della compatibilità fra fede e ragione mi sembra una forzatura bella e buona.
Questa "scoperta" risale alle origini del cristianesimo e molte chiese si sono mantenute nei millenni fedeli a questa impostazione.
Semmai, è successo che, dopo il concilio Vaticano II, ai cattolici che ritenevano che attuare il Concilio consistesse nell'aggiornamento della teologia (una sorta di colossale rincorsa da parte della teologia delle mode filosofiche e culturali) si sono contrapposti altri cattolici, fra cui l'attuale Papa, che hanno ritenuto opportuno da parte della Chiesa il ritorno alle fonti (ressourcement): in quest'ottica si colloca la riscoperta di quella originale fede dei cristiani nella Ragione; il chè è un'espressione ben piu radicale di "compatibilità fra fede e ragione".
Rispondiamo:
Andreas, un lettore del blog, ci stimola ad aprire uno squarcio di luce sull’essenza dell’Illuminismo. Nello scrivere la frase virgolettata dal lettore non pensavamo affatto che la Ragione divina (Logos) e la ragione umana fossero arrivate sulla terra con l’Illuminismo o col Vaticano II. Abbiamo semplicemente affermato che dopo il Vaticano II sono stati rimossi tanti comportamenti di contrasto della gerarchia della Chiesa nei confronti della modernità, figlia anche dell'Illuminismo.
Dal momento che siamo in argomento, soffermiamoci sull’Illuminismo:
-Non è un caso che quando nell’Occidente cattolico si fa avanti l’Illuminismo, nell’Oriente bizantino/ortodosso esplode la riscoperta della Filocalia (amore per il Bello, il Buono). I percorsi storici delle due realtà erano stati differenti. In Occidente dopo lunghi secoli di teologia tomistica pervasiva del mondo, con l’esclusione dell’uomo, si è passato prima ad un momento culturale in cui l’uomo stesso si pone al centro della sua vita, come nei grandi momenti della filosofia greca: l’uomo con il suo pensiero e la sua ragione, poi alla scoperta illuminante della conoscenza. L’illuministica fede nel raziocinio umano non è altro che l’esigenza di vederci chiaro, di giudicare con spirito critico, è impegno di rinnovamento per poter scrutare e influire sulla realtà circostante e sul proprio destino con la forza della propria ragione.
-Certo, l’ala più radicale dell’Illuminismo si sostanziò nella critica a tutto ciò che è trascendente e non accessibile alla ragione umana mediante i sensi e/o con i parametri dell’oggettività e/o non verificabile col metodo sperimentale. La fede è diventata da allora un fatto esclusivamente personale ed interiore. La morale si è emancipa dalla religione ed ha affermato la propria individualità.
E' nato, di contro, il grande valore della società moderna, la “Tolleranza” (e la Libertà) volta a rispettare il sentimento religioso di ciascuno, chiudendo in tal modo la grave pagina delle guerre di religione, in cui la Chiesa aveva avuto larga responsabilità.
Fede assoluta, quindi, nella ragione e nel potere illuminante della conoscenza, sul piano religioso e su quello pratico. Su queste fondamenta nasce l’Enciclopedia: strumento dato all’uomo per conoscere e capire tutto il sapere con l’aiuto della ragione.
-La chiesa di Roma solamente col Vaticano II rinuncerà alla concezione teocratica del potere medievale, riabiliterà la scienza (figlia della ragione) che aveva scosso le certezze dogmatiche dell’uomo (si pensi al caso Galileo, e alla scienza sperimentale), archivierà tutte le intenzioni del Sillabo di Pio IX aprendosi gradualmente al mondo contemporaneo e scoprendo il dialogo con i diversamente credenti, ebrei, “scismatici”, e con i non credenti.
Distinguere le posizioni interne al Vaticano II è questione vasta e complessa. E’ certo che fino alla prima metà del Novecento il papato esitava ad aprirsi alle conseguenze derivanti dai “Lumi”; si pensi, per esempio, all’Indice dei libri da leggere.
Oggi il papa teologo parla di Gesù illuminista, perché sanamente ostile al formalismo dei farisei (e anche ai mercanti del tempio). Nell’enciclica “Spe salvi” scrive che “la vittoria della ragione sull’irrazionalità è anche scopo della fede cristiana” e poi aggiunge che la ragione non può essere “staccata da Dio” e che “la ragione del potere e del fare” non può essere considerata “già la ragione intera”. La “ragione diventa veramente umana solo se è in grado di indicare la strada alla volontà, e di questo è capace solo se guarda oltre se stessa”.
Se la ragione non è in grado di “guardare oltre se stessa”, “la situazione dell’uomo, nello squilibrio tra capacità materiale e mancanza di giudizio del cuore, diventa una minaccia per lui e per il creato”.
Per concludere:
la sfera della Fede e della Ragione sono diverse fra loro, l’una non esclude l’altra, non per nulla l’una vuole entrare nel Mistero e l’altra vuole conoscere il concreto, il pratico. La contrarietà della struttura di vertice della Chiesa di Roma nei confronti dell’Illuminismo, che in qualche modo entrava in collisione con le Verità della Rivelazione, parzialmente rimosse dal Vaticano II risentono verosimilmente del crollo della preesistente teocrazia medievale, mondo messo in discussione prima dal Rinascimento e poi più incisivamente dall’Illuminismo.
In una prossima occasione tenteremo di capire cosa accadeva nell’Oriente cristiano contemporaneamente all’evoluzione culturale, da noi tratteggiata sopra.
Speriamo che Andreas apprezzi. Intanto gli diciamo: Il meglio del pensiero greco è “parte integrante della fede cristiana” così si legge sul testo della lezione tenuta dal papa nel pomeriggio di martedì 12 settembre 2006 nell’aula magna dell’Università di Ratisbona.
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