venerdì 20 novembre 2009

Le storture del servizio postale. -2-

POSTE ITALIANE

 I giornali qualche giorno fà ci hanno fatto sapere che Poste Italia si accingeva a partecipare alla gara per aggiudicarsi lo smercio delle lotterie istantanee, meglio note “gratta e vinci”. Hanno rinunciato solamente per evitare le azioni legali ed i ricorsi preannunciati da altri aspiranti. Le Poste nate come azienda pubblica per il recapito della posta ne hanno fatta di strada ! Oggi infatti raramente recapitano la posta. A Contessa gran parte della corrispondenza, prevalentemente quella commerciale, transita mediante corrieri e soggetti privati, che magari si occupano di essa assieme ad altre attività.
  Il Ministro Tremonti, quello che per il sud inventa barzellette (Banca del sud ?), ma che per il nord è in combutta con Bossi, nelle settimane scorse ha pure ipotizzato di usare i 4.000 sportelli degli uffici postali disseminati nel Meridione per vendere le ”obbligazioni di scopo”, utili per drenare risparmio delle zone, assecondando l’inerzia economica che da noi la fa da padrona; l’inerzia è vero da noi c’è ma non c’è dubbio che qui mancano le infrastrutture che, come in ogni angolo del mondo, compete allo Stato e/o comunque alla Pubblica amministrazione realizzarle. Le poste sarebbero utili, per gli intenti di Tremonti; in Italia infatti esse dispongono di una rete di 14 mila punti, che secondo taluni supera quella delle stazioni dei carabinieri e compete, per capillarità, egregiamente con le parrocchie.

Oggi le poste vendono di tutto, dai Cd ai best seller, dai quaderni ai block notes, pennarelli, matite e penne; dai telefonini ai servizi della carta di credito, dal bancomat alla scheda telefonica; dalle polizze assicurative ai mutui per acquistare casa (grazie alla collaborazione con Deutsche Bank). Ma non è finita: volete viaggiare per recarvi a Lourdes o nei mari arabici, recatevi alla Posta per i biglietti aerei con Mistral Air.

Lettere e raccomandate ormai non sono più il business core (la missione) di Poste Italiane. La parola d’ordine di questa realtà economica si chiama “diversificazione” (cioè, dover fare di tutto). Per occuparsi di posta e raccomandate, ove l’impresa è in perdita, Poste Italia riceve dallo stato quasi 400 milioni. Ma a Contessa vediamo, come sopra evidenziato, che buona parte della posta arriva, quando arriva, mediante aziende private. Le Poste erano nate per un servizio pubblico e ormai fanno tutt’altro. La nostra non è una critica ma una ammirazione, se si pensa che in Italia Poste Italia occupa per volume di affari il terzo posto nella classifica delle imprese italiane dopo Edison ed Eni.

Il problema che ci si pone è che quella che oggi si chiama PosteItalia prosegua il suo cammino di conglomerato economico, anche perché in questi periodi di crisi economico-finanziaria consegue utili di bilancio; cosa da non crederci in questa Italia del declino e dove tutte le aziende a partecipazione pubblica sono saccheggiate dalle clientele politiche. Detto ciò è scontato che in un paese che vuole essere comunque definito civile serve un servizio postale, che offra garanzie di efficienza, riservatezza e puntualità.
Localmente, a Contessa, rileviamo che i postini cambiano con ritmi incredibili; essi non hanno tempo di conoscere la topografia e gli indirizzi di destinazione dei plichi che già sopraggiunge un altro “precario” delle nuove poste che, inevitabilmente e senza sua colpa, procurerà nuovi disguidi, al punto che la via Tessaglia viene individuata nella zona di trasferimento dell’abitato e la via Aldo Moro nella zona di Santa Rosalia.

C’è da dire comunque che la bravura del personale che lavora allo sportello riesce ad ovviare all’opportunità di rafforzare l’organico del servizio. Tutti, nella veste di utenti, ci accorgiamo che spessissimo un solo impiegato deve fare fronte a code di pensionati e/o correntisti.

Questo ‘post’ avrebbe dovuto essere l’ultimo di una serie già prevista e dedicata al servizio postale nei secoli passati. Lo abbiamo anticipato. La storia delle ‘poste’ si snoda congiuntamente alla storia dei centri abitati dell'isola, e quindi anche di Contessa Entellina, pertanto sulle vicende di questa fondamentale azienda, oggi in corso di privatizzazione ma nel passato con rigidi connotati pubblicistici, torneremo.
Il Contessioto

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