martedì 13 ottobre 2009

Agricoltura in crisi in ogni comparto-Ma ai governanti pare non interessi

Vitivinicoltura
Uve da vino non raccolte perché i costi superano i prevedibili ricavi di vendita. Sembra incredibile che dopo un anno di lavoro, di impegno e di risorse impiegate per svolgere le varie fasi del ciclo produttivo, alcuni produttori hanno rinunciato proprio a dare esecuzione alla fase conclusiva del ciclo, quello della vendemia.
E’ accaduto in tante parti dell’isola, ed anche sul territorio di Contessa Entellina.

La vitivinicoltura siciliana è in crisi. La Regione pare che dovrebbe intervenire rimodulando le spese di stimolo del settore (Piano di Sviluppo Rurale, l.r. 19/1995, etc.) che ammonterebbero a 138 milioni di euro. Dovrebbero servire per ovviare alle disfunzioni che la filiera vitivinicola mostra. Secondo le dichiarazioni dell’assessore regionale all’agricoltura si deve puntare sulla riconversione, ristrutturazione dei vigneti e sulla distillazione dell’alcool per la campagna 2011-2012 oltre che sulla promozione dei consumi nei mercati dei paesi extra-comunitari.

Le cause della crisi vengono individuate:
-nel basso prezzo dell’uva,
-nell’eccessivo numero di produttori (62.000 in Sicilia),
-nella contrazione dei consumi alimentari nell’attuale contingenza di recessione dell’economia mondiale,
-nell’aumentato volume della produzione,
-nel carente processo di commercializzazione che fa capo alle cantine cooperative,
-nell’eccessiva offerta di vini sfusi, mosti e vini destinati alla distillazione.

Cerealicoltura
E’ in crisi anche la cerealicoltura. Il prezzo del grano è infatti al di sotto dei 20 centesimi al chilo, proprio quando l’aumento dei costi di produzione (a cominciare dai concimi) è diventato una emergenza.
Il rischio che si intravede è che per l’annata 2009/2010 si potrà avere una notevole riduzione delle superfici coltivate a grano duro, con le conseguenti ricadute regressive sull’intera filiera di lavorazione.
A Contessa Entellina, come sull’intero territorio interno all’isola, il comparto cerealicolo, insieme alla zootecnia, costituisce ancora oggi la voce più consistente della produzione agricola.
Da più parti viene chiesto l’intervento governativo per regolamentare l’importazione di cereali dai paesi extracomunitari in modo da garantire un prezzo equo del prodotto nazionale e soprattutto l’ingresso di prodotti esteri salubri. Viene infatti messo in evidenza che l’attuale processo di formazione dei prezzi (nelle Camere di Commercio) prescinde dalle valutazioni qualitative del prodotto.
Il Contessioto

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