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lunedì 4 gennaio 2021

Una foto alla settimana: mondo contadino nella memoria dei figli

Dagli anni 50-60'-’70 (e dal dopo-terremoto '68)  le famiglie siciliane iniziarono a dedicare via via meno interesse all'agricoltura, quella tradizionalmente povera che usava ancora metodi e tecniche tramandate dagli antichi greci, ed  avviarono un tuttora ininterrotto flusso migratorio verso la Germania, la Svizzera, la Francia etc.

 Negli anni ’70  molti storici (Giorgio Giorgetti e Carlo Pazzagli rifacendosi a Giorgio Mori, Mario Mirri, Sergio Anselmi, Carlo Poni) e antropologi, compreso il cittadino onorario di Contessa E., prof Anton Blok, diedero uno contributo rilevante (Tullio Seppilli, Piergiorgio Solinas, Pietro Clemente) per comprendere il quadro e la realtà del mondo agricolo, allora codificato come "contadino". Nel 1976 persino il film di Bernardo Bertolucci Novecento dedicato alla mezzadria e il film L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi del 1978, fecero conoscere realtà rimaste indietro rispetto al resto della società italiana.  Tra gli anni ’60 e ‘80 del Novecento la stragrande maggioranza di forza lavoro contadina dell’Italia meridionale si disgregò in un processo di abbandono, in minima parte a corto raggio che vide il popolo contadino accedere al terziario (uscieri nella Regione Sicilia, Eras etc.) alla impresa commerciale familiare, e raramente all’industria, mentre la stragrande maggioranza dei contadini emigrò in paesi esteri. 

Va tuttavia preso atto che in alcune zone gli ex contadini, magari aiutati da figli che hanno svolto corsi scolastici superiori, costituirono aziende produttive e oggi danno colori vivi agli antichi aridi terreni: esempi importanti negli ultimi decenni del Novecento constatiamo nel comparto del vigneto  ed in altre specialità, molti dei quali si muovono con presupposti e spirito imprenditoriali. 

Purtroppo sul mondo contadino -inabissatosi con i suoi straordinari saperi pratici- è ormai calato il silenzio. Qualche simbolico strumento di quel mondo è -a Contessa E.- conservato presso il Centro Culturale nella sede di Piazza Umberto.

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