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sabato 28 settembre 2019

Razzismo e immaginazione. Anche i "buoni" possono superare la linea di demarcazione fra ciò che immaginano e ciò che fanno

Noi esseri umani. Riflessioni

In un libro, recentemente uscito, di uno studioso, Valter Tucci, si colgono interessanti spunti per capire l'animo umano. 
C'è una pagina che ci piace estrapolare per capire come ancora nel terzo millennio possa esistere lo spirito di avversione verso l'essere umano di colore, cultura, lingua etc. diversa dalla nostra.
Il libro in questione è di oltre cento pagine e andrebbe letto tutto, ma la pagina che estrapoliamo ci sembra apportatrice di sufficiente chiarezza.

"Un popolo che viene sottoposto per anni a una propaganda aggressiva nei confronti di un altro popolo e vive in un clima di pressione psicologica vedrà ad un certo momento nascere i presupposti concreti e la legittimazione per azioni abominevoli, come per esempio uccisioni di massa e azioni terroristiche. La "soluzione finale" verso il popolo ebraico durante la Shoa arrivò solo dopo una lunga campagna ideologica di disprezzo ed emarginazione.  Una volta presa per vera una realtà immaginaria, la nostra mente è poi abilissima nel trovare pretesti e ragionamenti che soddisfano la propria visione distorta. Per esempio, in seguito alla decisione della soluzione finale i militari tedeschi sotto la guida di Hitler crearono un ampio numero di leggi e documenti, nel tentativo di creare un vero e proprio diritto formale per quello che stava per accadere.
La storia non è fatta, però, solo di esempi negativi. L'immaginazione è, tra tutte le nostre funzioni mentali, quella che ha generato anche i cambiamenti più importanti per la nostra società. Una grande visione prodotta dall'immaginazione di pochi individui può tramutarsi in un piano d'azione per il futuro dei popoli. L'ideale per un futuro in cui  il colore della pelle non determini i diritti delle persone può diventare realtà e gettare le fondamenta per una società migliore. La visione di Gandhi per i diritti di tutti gli uomini ha guidato un movimento internazionale per il rifiuto delle discriminazioni  attraverso la disobbedienza non violenta".
Valter Tucci, I geni del male, Longanesi

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